Il Tribunale di Brindisi ha prosciolto Antonio Esperte e Armando Leo dall’accusa di tentata estorsione nei confronti della Società Trasporti pubblici della quale erano dipendenti e del suo presidente, Rosario Almiento. La sentenza giunge a quattro anni dal rinvio a giudizio dei due imputati (che all’epoca dei fatti erano anche sindacalisti all’interno dell’azienda) e a cinque dal loro licenziamento. Con la stessa sentenza il Tribunale presieduto da Simone Orazio ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti dei due imputati per i reati di diffamazione e minacce perché prescritti.
L’accusa più grave, quella di tentata estorsione, era nata dalla denuncia di Almiento che sosteneva di essere stato minacciato dai due per ottenere l’assegnazione di una figlia di Leo a mansioni superiori con conseguente incremento retributivo, revocando l’incarico assegnato a un altro dipendente.
Ma la contrapposizione tra Almiento e i due sindacalisti (segretari provinciali delle organizzazioni sindacali U.l.L. Trasporti e U. G.L. t.p.l.) era nata quando nel febbraio 2013 i due avevano diffuso un volantino con il quale celebravano la trasformazione di venti unità da part-time a full-time con riduzione della pianta organica di circa dieci unità e l’eliminazione di una serie di percorrenze a vuoto sulle line urbane ed extraurbane. La parte del volantino che aveva irritato Almiento e la direzione della Stp era quella finale in cui si esortava gli enti soci a compiere scelte diverse: “Mandate via questi signori e nominate gente preparata e competente nel settore. Certamente avremo meno sperperi e riusciremo a definire il nostro futuro”. Da qui la querela per diffamazione a mezzo stampa presentata da Almiento per aver offeso il suo onore e la reputazione. A questa si era aggiunta la denuncia per minacce legate ad alcune frasi che i due avrebbero pronunciato nei confronti del presidente, per convincerlo a revocare l’avanzamento del dipendente promosso. E quella per tentata estorsione.
Parallelamente il direttore della Stp , Maurizio Falcone, aveva avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Esperte e Leo, detto tecnicamente “opinamento” al termine del quale (e qui si gioca la partita sul piano civile) la valutazione sulle giustificazioni presentate dai lavoratori devono essere valutate da un Consiglio di disciplina composto da un presidente e da due membri, un lavoratore e un dipendente dell’azienda. La Stp, giudicando obsoleto tale Consiglio e dunque non avendolo istituito, considerò l’opinamento sufficiente ad avviare la procedura di licenziamento, avallata dal Consiglio d’amministrazione e formalizzata dal direttore Falcone.
La vicenda è proseguita quindi parallelamente, sul piano civile e su quello penale. Nel primo procedimento, attraverso l’avvocato Donato Musa, il licenziamento è stato impugnato in funzione della Legge Fornero ed è stato dichiarato illegittimo, con la condanna della Stp al pagamento delle indennità di un anno, ma senza concedere il reintegro, anche in attesa dell’esito del procedimento penale.
In quest’ultimo il giudizio è arrivato a sentenza qualche giorno fa, con Esperte rappresentato dagli avvocati Musa e Roberto Sisto, Leo dall’avvocato Giuseppe Miccoli. La difesa ha evidenziato tra l’altro che non poteva essere contestata alcuna accusa di tentata estorsione in quanto la Stp è una società a capitale pubblico e dunque eventuali reati sono equiparati a quelli di pubblici amministratori.
Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna degli imputati a quattro anni e a una multa di 1200 euro. Le parti civili, che rappresentavano Rosario Almiento e la Stp, hanno invocato anche una provvisionale di 40 mila euro.
Ma il Tribunale ha condiviso le ragioni della difesa, emettendo una sentenza di proscioglimento nei confronti di entrambi gli imputati i quali ricorreranno in Appello contro la prescrizione dei due altri capi d’imputazione per avere una piena sentenza di assoluzione.
Parallelamente, in Appello e forti del proscioglimento in sede penale, verrà chiesto il loro reintegro: entrambi occupavano ruoli di responsabilità nella Stp ma che da cinque anni sono stati messi alla porta.
Gianmarco Di Napoli