Mesagne: benedetti i locali in cui avrà sede il Museo dei Carmelitani

Sono stati inaugurati e benedetti nella mattinata di ieri, 27 aprile, al piano terra del restaurato convento, presso il Santuario – Basilica della Vergine Santissima del Carmelo, in piazzale San Michele Arcangelo, a Mesagne, i locali nei quali è in fase di allestimento il Museo dei Padri Carmelitani: in una affollata conferenza stampa, il Priore e parroco, padre Enrico Ronzini, ha accolto autorità e fedeli illustrando il progetto, ringraziando i padri a cui si deve l’embrione dell’iniziativa e sottolineando l’importanza dei valori carmelitani nel territorio mesagnese: “Siamo qui per fare memoria di quanto ci è stato lasciato e per condividere, non soltanto con la comunità carmelitana, ma con l’intera Città, quanto i padri che ci hanno preceduto hanno conservato per noi”.
“Il senso dell’inaugurazione di un museo è nella custodia della storia che deve diventare laboratorio di cultura e di fede”, ha dichiarato Sua Eccellenza monsignor Giovanni Intini, Arcivescovo di Brindisi–Ostuni, che, accompagnato da padre Enrico, ha visitato con interesse i locali e ha incoraggiato la comunità a coltivare la passione per la bellezza che viene da Dio e che, in una società raffreddata dalla tecnologia, corre il rischio di assopirsi.
Alla benedizione hanno partecipato, inoltre, il sindaco di Mesagne Toni Matarrelli, che ha ricordato come il progetto sia stato realizzato grazie ad un cospicuo finanziamento regionale di più di 800mila euro, intercettato in favore dei Carmelitani, e come questo nuovo spazio arricchisca la già ottima proposta culturale di Mesagne, e il professor Domenico Urgesi, storico, che si è soffermato sulle circostanze storiche dell’arrivo a Mesagne, il 24 aprile 1521, dei Carmelitani, la cui presenza fu richiesta dall’Università (così si chiamava il Comune) e persino incoraggiata
Particolarmente appassionante è stato l’intervento del Priore della Provincia Napoletana dei Carmelitani, padre Cosimo Pagliara, che ha parlato di Mesagne come “capitale dei Carmelitani del Sud”, evidenziando il legame profondo che, nel segno dello Scapolare (il cosiddetto “abitino”), si è stabilito tra la popolazione e i padri: “C’era un progetto di Dio sulla città di Mesagne, che è passato e continua a passare per due figure di mediazione nel percorso verso la salvezza: San Michele Arcangelo, a cui era dedicata la cappella su cui l’odierno santuario è stato edificato, e la Vergine del Carmelo, ben presto divenuta patrona della Città. Un progetto salvifico che si è avvalso dello Scapolare come mezzo per diffondere la devozione e rimarcare l’appartenenza, attraverso la salvezza garantita dal privilegio sabatino (ndr: la promessa della Madonna alle anime che in vita portarono devotamente lo scapolare, affinché nel primo sabato dopo la loro morte raggiungano il Paradiso)”, ha spiegato padre Pagliara. “Ma ora”, ha continuato il Provinciale, “Quale salvezza può esserci per la Città di Mesagne? L’eredità del Carmelo non può essere portata avanti soltanto dai parroci, è l’eredità di un intero popolo che deve uscire dall’ottica dello Scapolare come privilegio ed entrare nell’ottica dello Scapolare come servizio, perché la fede non può vivere di privilegi e chi oggi porta l’abitino deve rivalutare il senso pieno del servizio, dentro e fuori le mura della chiesa che frequenta”. Il riferimento è alla chiesa “del grembiule e della stola”, teorizzata da don Tonino Bello, che alla preghiera e alla contemplazione unisce le opere nel mondo e per il mondo.
La cerimonia, animata musicalmente dal soprano Chiara Marangio e dal professor Damiano Tamburrino, pianista, si è conclusa con la visita ai locali benedetti, la cui opera di ristrutturazione e rifunzionalizzazione è stata realizzata dalla impresa Resta srl di Bari.
L’apertura al pubblico del Museo è stimata per sabato 1 giugno alle ore 9:30.
Marina Poci
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