La splendida domenica di sole, dopo giorni e giorni di vento forte e pioggia, mi ha fatto riflettere e pensare al Tempo. Dal cielo azzurro e terso di oggi al tempo come “scansione ciclica e periodica dell’eternità” (Treccani, Dizionario di filosofia).
Il Tempo…è convenzione o realtà? E’ oggettivo, o soggettivo?
“Che cosa è, allora, il Tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so” Così Sant’Agostino.
Quindi, se non ci è riuscito il Doctor Gratiae, filosofo, vescovo e teologo latino, figuriamoci se arrivo io a dare un’interpretazione di una delle questioni più intricate della storia del pensiero umano.
Esiste un tempo meteorologico, quello di oggi appunto, che induce a uscire come fosse ancora estate e finisce per condizionare positivamente il nostro umore…
C’è un tempo che è che il risultato grammaticale del sistema verbale (il presente, il passato prossimo, il futuro anteriore…)
C’è il tempo inteso come velocità: un’ora a chiacchierare con gli amici è un lampo…un’ora di lezione dura secondo la percezione personale: per il prof, passa subito e non basta mai; per lo studente, non passa mai ed è sempre troppo lunga.
Poi c’è il tempo del Sud (elogio della lentezza) e il tempo del Nord (elogio dell’isterismo).
A tal proposito, cito il romanziere Guy Bellamy che ha osservato: “Cinque minuti francesi sono dieci minuti più corti di cinque minuti spagnoli, ma leggermente più lunghi di cinque minuti inglesi che sono usualmente dieci minuti”-
Il Tempo è per sua natura duplice e problematico: esiste un tempo esterno alla coscienza e un tempo interno ad essa.
Il primo viene percepito attraverso i sensi: la luminosità o il buio del luogo in cui ci troviamo (se è giorno, o è notte), guardare l’ora su un orologio, il suono di una campana o una sirena.
Il Tempo interno, al contrario, non viene percepito attraverso i sensi, è un’intuizione della coscienza.
Sembra che tra l’uno e l’altro non vi sia corrispondenza. Ma credo che non sia del tutto vero…
Marcel Proust, il celeberrimo autore de “Alla ricerca del Tempo Perduto” scrisse: “Il tempo è elastico perché dilatato dalla passione
E Leopardi: “Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d’averne che basti; quanto più se ne gitta, tanto par che n’avanzi.”
E ancora Friedrich Wilhelm Nietzsche: Il mio tempo deve ancora venire: alcuni nascono postumi.
Perciò, mentre ci spremiamo le meningi per parlare del Tempo…quello ci guarda beffardo…mentre passa…
Giusy Gatti Perlangeli