Altro che “quizzone”! L’ultimo scritto della maturità 2016: la Terza Prova.

Dopo aver serenamente affrontato le tracce della prova d’italiano, dribblato le insidie della seconda prova, i maturandi si troveranno di fronte la terza, impegnativa prova scritta del loro Esame di Stato, la cui finalità (secondo il D.M. n. 429 del 20 Novembre 2000) è quella di «accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato, nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica». 

Poiché le domande vertono sul programma del quinto anno di ciascuna classe, questa prova non può essere ideata dal Ministero, ma ogni commissione la elabora adattandola al profilo della classe.

Infatti il denominatore comune a tutte le commissioni d’esame è la data: domani, lunedì 27 giugno (San Cirillo d’Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa per le richieste speciali!). Nient’altro.
Ogni commissione elaborerà la propria terza prova avendo come unico riferimento le simulazioni che ogni classe ha svolto durante l’anno. Cioè la tipologia, le discipline coinvolte, i quesiti e la durata sono quelle delle simulazioni. E qui finisce quello che allo studente è dato sapere.

Le materie possono essere quattro o cinque, strutturate in modi diversi. Per affrontare questa prova bisogna ripassare bene il programma delle varie discipline, essere esaustivi nelle risposte, evitare di sbagliare per non dover cancellare, seguire con rigore le consegne e riuscire a non confondersi tra una materia e l’altra.

Non è per niente facile, insomma!

Per districarci nella complessità di quest’ultima prova scritta, riassumo brevemente le varie tipologie.

Tipologia A: trattazione sintetica
Questa tipologia di terza prova prevede un massimo di 5 quesiti, anche a carattere pluridisciplinare. Si tratta di un breve testo di circa 10-20 righe circa, a seconda di quanto stabilito dalla Commissione. Normalmente sono domande che riguardando argomenti ampi sui quali lo studente può scrivere molto.

Tipologia B: quesiti a risposta singola
Questa tipologia prevede all’incirca 10-15 quesiti finalizzati ad accertare la conoscenza e i livelli di competenza raggiunti su argomenti riguardanti quattro o cinque materie. Può essere strutturata in vari modi: due domande per cinque materie (come si è regolata la classe di mio figlio al Classico) o tre domande per quattro materie (il Consiglio di Classe della mia quinta ha deciso per questa opzione, svolta anche in occasione della simulazione). Gli argomenti non sono vastissimi, ma più circoscritti e i quesiti richiedono una risposta chiara, ma concisa (tra le 5 e le 8 righe ciascuno; è sempre la commissione a decidere)

Tipologia C: quesiti a risposta multipla

Questa tipologia prevede una serie di quesiti (da 30 a 40) ai quali vengono fornite più risposte, tra cui il candidato sceglie l’opzione corretta. Potrebbe sembrare la più facile: in realtà non è così. Se si mette la crocetta sulla risposta sbagliata chi corregge non può far altro che constatare l’errore.

Tipologia D: problemi a soluzione rapida (non più di 2), tali da non richiedere calcoli complessi e articolati in relazione allo specifico indirizzo di studio e alle esercitazioni effettuate dal candidato nel settore disciplinare coinvolto nel corso dell’ultimo anno.

Tipologia E: analisi di casi pratici e professionali (non più di 2), correlata ai contenuti dei singoli piani di studio dei vari indirizzi, costituisce un’esercitazione didattica particolarmente diffusa negli istituti professionali e tecnici, può coinvolgere più materie ed è presentata con indicazioni di svolgimento puntuali e tali da assicurare risposte in forma sintetica.

Tipologia F: sviluppo di un progetto, prevede lo sviluppo di un progetto che coinvolga diverse discipline o l’esposizione di un’esperienza di laboratorio o anche la descrizione di procedure di misura o di collaudo di apparati o impianti che siano tali da consentirti di dimostrare anche la conoscenza degli strumenti, delle loro caratteristiche e delle metodologie di impiego.

Le tipologie B e C possono essere combinate: cioè la prova potrebbe constare di tre quesiti a risposta multipla (a crocette) e due a risposta aperta per un massimo di cinque righi, ad esempio.

Dove attingerà La Commissione tutte le informazioni utili per elaborare la terza prova?
Dal famoso “Documento del 15 maggio” che ogni consiglio di classe ha predisposto e pubblicato per tempo e che contiene la “fotografia” della classe da esaminare.
Esso contiene una sezione riguardante la terza prova con le varie simulazioni svolte durante il corso dell’anno, complete di contenuti, metodi, mezzi, spazi, tempi, criteri, strumenti di valutazione adottati, obiettivi raggiunti.

Quindi l’elemento positivo di questa prova è che viene tarata sulle competenze specifiche della classe. Per intenderci: non può contenere un argomento che la classe non abbia nel suo programma di quinto anno!
Inoltre la Commissione dovrà comunicare in anticipo quali sussidi didattici potranno essere utilizzati (ovvero calcolatrici, vocabolari, attrezzatura tecnica etc).

Qual è l’aspetto negativo: che gli studenti non sapranno se non domani, le materie presenti in terza prova (tranne la lingua inglese che c’è sempre!). Quindi, avendo, tutto sommato poco tempo a disposizione (solitamente lo stesso della simulazione) che con la pressione psicologica sembra ancora meno, questa prova risulta abbastanza temuta dagli studenti.

Cosa dice il Decreto Ministeriale: «Nella terza prova possono essere coinvolte […] tutte le discipline comprese nel piano degli studio dell’ultimo anno di corso, purché sia presente in commissione personale docente fornito di titolo ai sensi della vigente normativa».
Cosa vuol dire? Faccio un esempio pratico: se il professore di filosofia non fa parte della commissione e nessun altro è abilitato all’insegnamento di questa materia allora non ci sarà alcuna domanda concernente la filosofia. Nel caso il docente d’italiano fosse abilitato in filosofia, la materia potrebbe anche esserci.

Come si arriva mediamente sereni a domani?
• avendo studiato tutto il programma di tutte le discipline
• avendone ricavato mappe concettuali per sollecitare la memoria eidetica
• avendolo ripassato secondo una precisa tabella di marcia
• essendosi misurati con le simulazioni.

Non l’avete fatto? San Cirillo d’Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa.

Come viene corretta? Ogni professore valuta le domande relative alla propria disciplina e mette il suo voto. Poi passa il fascicolo ai colleghi che faranno la stessa cosa. Nel suo complesso, la terza prova varrà al massimo 15 punti.

Ricapitolando: la commissione dispone di 45 punti per la valutazione delle prove scritte, ripartiti in parti uguali tra le tre prove: per essere definita sufficiente, una prova non può scendere sotto i 10 punti.

Finita questa fase, la Commissione pubblicherà i quadri degli scritti che generalmente renderanno nota la somma delle valutazioni delle tre prove.

Qui lo studente potrà cominciare a fare i primi calcoli. Ad esempio: è stato ammesso agli esami con 22 punti di credito, ha totalizzato 43 alle prove scritte? Si presenterà all’orale con un “gruzzolo” di 65 punti che sono suoi e nessuno può togliergli. A questi andrà sommato il punteggio della prova orale (da 22 a 30).

Una precisazione sulla correzione delle prime due prove scritte: le commissioni, operano solitamente per aree disciplinari (DM n. 358 del 1998). Ad esempio, la prova d’italiano può essere corretta da una sottocommissione formata dal commissario d’italiano (che quest’anno è esterno) con quelli di greco e di filosofia (che è invece sono interni). Ovviamente la responsabilità è dell’intera commissione.
Alle prove scritte vanno attribuiti punteggi in numeri interi. L’attribuzione spetta all’intera commissione a maggioranza assoluta.
L’opera di equilibrismo dei Commissari Interni è fondamentale: solo chi conosce i ragazzi da sempre riesce a valorizzarli al meglio, riuscendo ad intrecciare agli elementi a disposizione della commissione raccolti attraverso le prove sostenute, il percorso formativo che ha portato a quel risultato.

A questo punto, buona domenica di ripasso, studenti!
Vi consolerà che domani, finito l’ultimo scritto, sarete sensibilmente più vicini al Diploma!

Ad maiora!

Giusy Gatti Perlangeli