IC Commenda: le insegnanti e la preside in scena per difendere le donne


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Di Marina Poci per Il7 Magazine
Sul palcoscenico dell’Auditorium del plesso “Giulio Cesare” dell’Istituto Comprensivo “Commenda” di Brindisi, la sera del 5 dicembre scorso, a recitare brani sulla violenza di genere erano in ventitre: ventuno docenti di ordini e gradi diversi, la professoressa Patrizia Carra, loro dirigente scolastica, e l’attrice brindisina Sara Bevilacqua. Presentate dal giornalista Antonio Celeste e dirette dall’attore Mino Profico, dominus del laboratorio espressivo teatrale “Cattedre in ribalta”, hanno prestato le loro voci a intellettuali, cantautori, scrittori, poetesse e scienziate mostrando alla città “L’altra faccia della luna”, quella non illuminata, perché da millenni svalutata, mortificata, molestata, violentata e qualche volta uccisa.
C’erano Franca Rame e Dario Fo, Alda Merini e Rita Levi Montalcini, Giorgio Gaber e Lella Costa, ma soprattutto c’erano loro: Patrizia Carra, Annarita Arigliano, Manuela Battista, Valeria Farina, Antonella Quarta, Federica Rollo, Vincenza Zitolo, Giovanna Giarratano, Maria Antonella Schirinzi, Maria Rosaria Riezzo, Valeria D’Aprile, Cecilia Furone, Katia Cursano, Anna Lisa Renna, Donatella Calvaruso, Roberta Petrone, Mary Boccadamo, Michela Mastria, Assunta Ricci, Antonella Contardi, Milena Caliandro e Rosanna Vanzanelli. Con il velo da sposa o con un occhio tumefatto, con il graffio rosso sulla guancia o con una maschera bianca sul volto, sul palco c’erano loro, docenti colorate di vita durante il giorno e attrici in nero totale di sera: hanno deciso di mettersi in gioco direttamente, corpi, voci e anime, a margine di un 25 novembre che, quest’anno più degli altri, sembra realmente aver provocato qualche serio smottamento strutturale al sistema che si regge sul sacrificio – più o meno consapevole – delle donne.
Ogni anno, l’Istituto Comprensivo “Commenda” sottolinea con un’iniziativa partecipata dagli studenti la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, cercando di valorizzare il senso dell’evento non soltanto agli occhi degli alunni, ma anche nei confronti del territorio. Da scuola aperta e presente alla città, l’IC diretto da Patrizia Carra ha sviluppato molteplici collaborazioni con le istituzioni (Questura, soprattutto) e con le associazioni più sensibili sul tema, coinvolgendo anche volti noti, da Al Bano ai Boomdabash, da Giuliano Sangiorgi a Nicoletta Manni.
Quest’anno il desiderio della dirigente, immediatamente condiviso dal suo corpo docente a spiccata prevalenza femminile, è stato quello di dare un segnale diverso, rompere gli schemi, scendere in campo come adulte ed educatrici coscienti del proprio ruolo nelle aule scolastiche e nel mondo: “Abbiamo voluto gettare il seme dell’antiviolenza sociale, pensando che il modo migliore per farlo fosse salire sul palco in prima persona. Eravamo cariche di entusiasmo e motivate da una grande forza di volontà. Ovviamente nessuna di noi è un’attrice, perciò ci siamo rese conto che avremmo avuto bisogno di una guida: così è nata una sorta di compagnia teatrale a cui abbiamo dato il nome di “Cattedre in ribalta”. Ci siamo affidate al regista Mino Profico ed è stata la scelta migliore che potessimo fare: ci ha seguite passo dopo passo, ha selezionato i brani da recitare e li ha legati dando forma a uno spettacolo molto scorrevole, ci ha dato gli strumenti tecnici perché potessimo farcela e non ha mai smesso di incoraggiarci. E poi abbiamo avuto l’esempio della bravissima Sara Bevilacqua, madrina della serata, che ha recitato un monologo da brividi commuovendo sino alle lacrime il pubblico intervenuto. Siamo state felici dell’accoglienza del progetto da parte della città: erano presenti le autorità civili e militari, il Procuratore della Repubblica di Brindisi Antonio De Donno e la nostra Prefetta Michela La Iacona, che è intervenuta a fine serata valorizzando il compito della scuola nel contrasto alla violenza contro le donne e ci ha ringraziato per il coraggio che abbiamo avuto mettendoci la faccia”.
Per questo hanno ribaltato le cattedre, queste docenti e la loro dirigente: per raccontare le criticità di una condizione femminile che, malgrado i passi avanti, continua a soffrire i limiti imposti da quella faccia della luna che gode del privilegio della luce considerandolo un diritto.
“Un’esperienza ricchissima di emozioni”, così Patrizia Carra definisce il suo passaggio dalla scrivania al palcoscenico: un impegno che deriva dalla consapevolezza, maturata nella scuola e nella vita, che “parlarne è necessario, ma non è più sufficiente”, perché, aggiunge, “è arrivato il momento che ciascuno di noi faccia qualcosa in prima persona”.
Dello spettacolo del quale è stata protagonista insieme alle sue docenti, ha amato soprattutto il bilanciamento dei toni creato sapientemente dal registra Profico: l’umorismo che in alcuni tratti si è fatto sarcasmo e in altri dolore, la carezza che sul finale è diventata “cazzotto nello stomaco”, l’invocazione, sacrosanta e legittima, al rispetto, che non è mai sfociata in un irrigidimento su posizioni ideologiche o, peggio, in una guerra tra i sessi. “La scelta di chiudere con “Secondo me la donna” di Giorgio Gaber non è stata casuale. Abbiamo ritenuto necessario far arrivare al pubblico il messaggio di conciliazione contenuto nelle parole del grande cantautore milanese (“l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro”), perché fosse chiara a tutti la nostra prospettiva: c’è una diversità di fondo che va rispettata senza che un genere prevalga sull’altro”, chiarisce la dirigente Carra descrivendo lo spirito dello spettacolo.
Uno spettacolo pensato da adulti per adulti, ma non è detto che – in una versione ridotta, variata e resa più fruibile – non si decida di offrirlo anche agli studenti: “Se penso ad un pubblico di ragazzi delle scuole superiori, certamente andrebbe bene anche così com’è andato in scena la sera della prima. Per i ragazzi più piccoli, e naturalmente per i bambini, bisognerebbe rivederlo un po’, ma non è detto che prima o poi non decidiamo di farlo. Quello che mi piacerebbe più di tutto, però, è che la nostra esperienza diventasse un modello seguito in altre scuole: docenti e dirigente scolastico che recitano insieme è realmente una formula originale di compagnia teatrale. In Italia non ci sono altri laboratori teatrali di questo tipo. Avevamo letto di qualcosa del genere nel bolognese, ma sembra che non abbia avuto lunga durata. Ecco, sarebbe bello se la nostra compagnia facesse da esempio e se partisse proprio da Brindisi e dalla nostra scuola un seme di antiviolenza in grado di germogliare in tutto il Paese”, conclude Carra.
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