di Felice Rizzo per IL7 Magazine
La stagione 2017/2018 ha visto alla partenza della Lega 2 un altro arbitro della nostra provincia: Antonio Bartolomeo, 27 anni, di Cellino S.Marco, ex-guardia della U.S.San Pietro Vernotico, ed una scalata rapida e prestigiosa verso i massimi livelli arbitrali. Inevitabile una chiacchierata con lui.
Nel 2011 splendido protagonista della promozione della U.S.San Pietro in Serie D, poi…il passaggio dall’altra parte della barricata. Cosa spinge un buon atleta 20enne a diventare arbitro?
Tutto è iniziato quasi per gioco, coach Claudio Cuomo mi chiedeva di arbitrare delle amichevoli della sua squadra femminile: essermi trovato “dall’altra parte della barricata” è stata una passione travolgente ed immediata, ti fa vedere la pallacanestro da una prospettiva del tutto nuova. Poi le mie doti cestistiche diciamo che non erano eccelse…meglio cambiare sponda!
Ti è mai passato per la testa un….”ma chi me lo ha fatto fare?”
Si , mi è passato per la testa un “chi me lo ha fatto fare….. a non iniziare prima”. Fare l’arbitro è qualcosa di coinvolgente, solo chi lo fa riesce a descrivere le belle emozioni che si vivono e nessuno si pente mai della scelta fatta, anzi la rifarebbe all’infinito.
Ti ricordiamo come giocatore abbastanza “esigente” nei confronti dei direttori di gara: cosa ti ha cambiato?
È vero, da giocatore ero il classico rompiscatole nei confronti degli arbitri, alcuni miei colleghi potrebbero tuttora confermarlo. Proprio entrare in questo mondo e capirne le dinamiche probabilmente mi ha cambiato in meglio, mi ha fatto capire a quante pressioni positive è sottoposto un arbitro durante la gara, e chi mi ha conosciuto anche nelle vesti di atleta magari si sorprende del mio cambiamento.
In pochi anni dalle giovanili alla Lega 2: quali i meriti maggiori?
Probabilmente il fattore “C” ha fatto effetto in questi anni! Scherzo, ovviamente: i meriti sono in parte miei, perché ci ho messo il mio in campo per fare sempre bene, in parte di chi mi ha seguito nel corso di questi anni, tra cui il mio Istruttore Tonino Malerba che mi ha insegnato e continua ad insegnarmi tanto. E poi per fare l’arbitro ci vuole tanta costanza ed impegno, aggiornarsi e rimanere sempre sul pezzo.
Hai un “fischietto” come modello?
Indubbiamente il modello di riferimento per ogni arbitro è Luigi Lamonica, ma ci sono tanti arbitri in gamba da cui prendere spunto, da ognuno di noi c’è sempre qualcosa da “rubare” per imparare e diventare sempre migliori.
Dovessi raccomandare quattro caratteristiche ad un giovane intenzionato a cimentarsi nell’arbitraggio?
Solo quattro? Facciamo sei, okay? A questi giovani e a chiunque volesse cimentarsi direi che serve tanto coraggio all’inizio perché è normale sentirsi timorosi e titubanti nelle prime uscite ma poi tutto viene più facile. Poi non deve mancare una smisurata passione, tanto impegno e dedizione, rispetto per tutte le componenti del gioco perché bisogna essere autorevoli e non autoritari! Ma alla base di tutto deve esserci davvero tanta umiltà.
E concludiamo la nostra chiacchierata…alla Marzullo: fatti una domanda e datti una risposta.
Ci provo: “Antonio, quali sono gli obiettivi che ti poni per il futuro in grigio?” – “Non sappiamo cosa ci riserva il destino, io cerco di fare sempre del mio meglio senza prefissarmi nessun obiettivo, perché le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti.”
Felice Rizzo