
Il “lockdown” imposto alle associazioni sportive di base a tutela della salute dei tesserati ha indubbiamente creato qualche disagio alle stesse, confondendo anche un po’ le idee agli stessi operatori sportivi. Basta navigare un po’ sui social per scoprire la variegata diversità di opinioni: c’è chi vorrebbe fare riaprire le palestre, c’è chi si accontenterebbe di lavorare all’aperto e c’è chi invece preferisce fermarsi per il bene dei ragazzi. Non manca persino qualche eccesso da parte di qualcuno che definisce assassini coloro che, pur rispettando le regole imposte dalle normative, fa attività all’esterno.
Abbiamo voluto sentire l’opinione di alcuni qualificati “addetti ai lavori” di Brindisi e provincia in merito ai problemi scaturiti dallo stop ed alle aspettative per il futuro in vista di una auspicabile ripresa.
Vincenzo Guadalupi (V. Presidente Assi Basket Brindisi): “I problemi maggiori derivanti dalla maledetta pandemia sono dovuti soprattutto a ricercare soluzioni di agibilità tecnica compatibile con le disposizioni sanitarie. Il lockdown della scorsa primavera ed ora quello attuale ci hanno fortemente penalizzato dal punto di vista tecnico ed organizzativo: la mancata autorizzazione ad utilizzare lo storico PalaMelfi (per via della mancanza dei requisiti di dimensioni richieste dalle attuali disposizioni federali) ci ha costretto a dirottare sul PalaZumbo, struttura a nostro avviso meno idonea per la presenza e promiscuità con altre discipline sportive. Per non parlare poi dell’attività giovanile che, spero di sbagliarmi, subirà un colpo mortale sia per la mancanza di spazi sia per l’insufficienza di materiale umano competitivo come mai accaduto negli anni passati. A queste difficoltà, che sono abbastanza comuni con altre società del territorio, la F.I.P. – alla quale ci onoriamo di appartenere sin dal 1964 – in questa fase può fare ben poco, oltre ovviamente alla già attuata sospensione delle tasse in scadenza nei mesi di assoluta inattività sportiva relativa ai campionati regionali senior e giovanili; per il basket amministrato dalle leghe preferisco non esprimere giudizi avendo riscontrato atti e comportamenti non in linea con il mio e nostro impegno sportivo nel mondo del basket”.
Fabio Minieri (Presidente Aurora Brindisi): “la pandemia ha ovviamente imposto una serie di restrizioni per tutelare la salute dei tesserati e della popolazione in genere. A pagarne le conseguenze sono purtroppo i ragazzi fermi da quasi un anno (se si esclude il breve periodo di ripresa prima del secondo stop) che rischiano di veder pregiudicata anche questa seconda stagione sportiva. L’Aurora è stata tra le prime Società a riorganizzare la partenza a maggio con strutture all’aperto, poi a settembre con la riapertura delle palestre ci siamo adeguati in maniera puntuale ai protocolli sanitari e federali con non pochi sforzi economici, organizzativi e soprattutto progettando come ogni anno la stagione sportiva in corso. Purtroppo questo ennesimo stop ha frenato gli entusiasmi per l’avvio di questa stagione 2020/2021. Siamo comunque un gruppo molto affiatato e soprattutto flessibile, pertanto siamo certi che, quando sarà nuovamente consentito riprendere, la Società sarà pronta a ripartire. L’auspicio è quello che, come già accaduto a settembre, le amministrazioni comunali e provinciali siano altrettanto pronte a concedere le palestre di pertinenza, questo perché non avendo una struttura privata dobbiamo fare affidamento su quelle pubbliche. Abbiamo oltre 200 tesserati che non aspettano che ripartire, così come le famiglie dei nostri giovani atleti che ci hanno sempre sostenuto apprezzando quanto la Società stesse facendo per ritornare a far allenare i propri figli. La Fip rimane un punto di riferimento per tutte le Società affiliate e spesso ci siamo confrontati con i dirigenti regionali per avere dei chiarimenti su quanto disposto dai regolamenti federali e decreti governativi. Purtroppo questa situazione d’emergenza ha travolto anche la Federazione e quanto disposto dai vari DPCM ha messo fuori gioco l’Intera attività federale”.
Bartolo Ermito (Presidente Intrepida Brindisi): “parlare di basket in questo particolare periodo storico, potrebbe sembrare irrispettoso o addirittura offensivo nei confronti di tante persone, ma dopo esigenze primarie come salute pubblica, lavoro e istruzione, a parer mio sport e cultura dovrebbero essere collocate subito dopo. Con i protocolli messi in atto dalle varie Federazioni, mi ero illuso che la stagione potesse avere inizio, ma il secondo stop ha fermato gli allenamenti e tutto ciò che ruota intorno alla squadra, preparatore, allenatore, dirigenti, che non possono più incontrarsi sul campo. Perché per me, oltre alla sana attività sportiva, lo sport ci permetteva fino a febbraio scorso, di incontrarci in un ambiente sano, dove far crescere i valori morali dei nostri atleti e condividere tutti insieme tante belle esperienze. Mi augurerei che, oltre agli aiuti economici che stanno arrivando alle società dallo stato, la nostra federazione possa in questa stagione, o se non sarà possibile nella prossima, andare incontro alle esigenze delle piccole società che rischiano di terminare definitivamente la loro attività. Come? azzerando i costi dei campionati di fascia bassa facendo pagare solo le tasse gara per gli arbitri e diminuire proporzionalmente man mano che si sale di categoria e importanza. Ma l’aiuto deve provenire anche dagli Enti Locali con un dimezzamento (o addirittura azzeramento) del ticket per l’utilizzo delle strutture per il primo anno post chiusura: potrebbe essere ben più di una boccata di ossigeno! “.
Antimo Sgura (Responsabile comunicazione Basket Francavilla): “Per società come la nostra, cooperative che non hanno finalità di lucro, il problema principale non è la mancanza di quote associative. Però, anche se non abbiamo come obiettivo portare la “pagnotta” a casa, abbiamo fatto degli investimenti: abbiamo adeguato la nostra macchina, rendendola nuova, caricandola di benzina. Il disagio economico quindi colpisce, chi più chi meno, tutti. Ciò che riteniamo essere il problema principale in assoluto, che tutto questo rischia di portare, è la disaffezione dei ragazzi allo sport ed ai suoi valori fondamentali. Tra le aspettative future per le società che militano o ambiscono ad un campionato senior,c’è sicuramente una scontistisca forte da parte della FIP sui parametri NAS, cosa che aiuterebbe e non poco; per chi effettua solo campionati giovanili e minibasket credo che la FIP sia già intervenuta bene togliendo il costo dei tesseramenti e limando le tasse gara. Sarebbe epocale una riforma sugli stranieri nei campionati regionali, ma capisco che lì entra in gioco l’ambizione della singola società”.
Gianluca Monopoli (Basket Fasano): “Problemi economici: la crisi ha acuito per una piccola società i problemi che c’erano, ci sono e ci saranno. Come sempre, però, si troverà il modo per risolverli. Problemi sociali e sono quelli che ci preoccupano realmente: essendo una società che ha come focus i giovani, sono loro, i nostri atleti, le vere vittime di questa pandemia. Stiamo togliendo ai ragazzi un diritto, un gioco, non li stiamo aiutando. D’altro canto ci scontriamo con la paura giustificata delle famiglie, terrorizzate dal Covid. Problemi di reclutamento: in un primo periodo ci saranno attività sportive che per loro caratteristiche o per scelte delle loro Federazioni, avranno un vantaggio. E noi perderemo praticanti. Problemi logistici: ci sono incertezze per l’utilizzo delle strutture scolastiche per la paura dei dirigenti nel concedere l’utilizzo delle palestre dei loro plessi scolastici. Problemi di programmazione: quanti ragazzi avremo al rientro, quando sarà il rientro, quanti campionati riusciremo a disputare? Forse è il problema minore poiché impareremo a programmare in maniera diversa, molto più rapidamente e nel breve periodo. Tra le aspettative sicuramente la FIP dovrebbe dare subito protocolli chiari in caso di rientro, fare in modo che l’anno possa terminare nel miglior modo possibile, a prescindere dal ritorno sui campi, aiutare le società per il rispetto dei vari protocolli, velocizzare le visite mediche agonistiche, abbassare o annullare in via straordinaria le tasse gara (ci sarà un aumento delle spese per le trasferte e per l’applicazione dei protocolli) e, soprattutto, dare la sicurezza di poter utilizzare le palestre scolastiche.
A medio e lungo periodo bisognerebbe che la Fip vari un “Piano Marshall” scolastico: dare la possibilità alle società di entrare nelle scuole con progetti duraturi, magari creando circuiti con campionati minibasket interscolastici anche favorendo l’apertura di centri minibasket scolastici. Questo amplierebbe la base e darebbe la possibilità di ritornare in una decina di anni ad avere qualità e quantità nei nostri settori giovanili. Il sogno è creare un sistema scolastico sportivo all’americana o slavo. La FIP dovrebbe gestire e sostenere le società per questo progetto”.
Problematiche di varia natura, come si vede; ma su tutte spicca il problema dei rapporti con le istituzioni. In più occasioni, anche in questa rubrica, abbiamo espresso l’opinione che occorra creare delle rappresentanze delle associazioni (magari con il coordinamento del referente locale della Federazione) per interfacciarsi con gli Enti – Provincia, Comuni, Istituzioni Scolastiche – in merito alla concessione delle palestre scolastiche e per la risoluzione di altre problematiche comuni; opinione condivisa anche da autorevoli rappresentanti della federazione regionale, da sempre intenzionati a trovare un punto di incontro tra tutte le società del territorio, capire cosa si vuole e come si vuole ottenere. Questo periodo di “ferie forzate” potrebbe anzi essere utilizzato per incontrarsi, sia pure telematicamente, per iniziare a porre le basi perché si possa, almeno in un momento come questo, essere concordi e uniti sulle idee e su come portarle avanti nell’esclusivo interesse delle società e dei ragazzi. Anche su questa proposta abbiamo voluto interrogare i nostri cortesi ospiti.
Minieri: “l’idea di creare una rappresentanza delle associazioni potrebbe essere condivisa nella misura in cui la stessa sia effettivamente rappresentativa di tutte le associazioni allo stesso modo. Il dubbio è quello però di allungare la catena del contatto tra le stesse e le amministrazioni. Potrebbe forse servire un riferimento locale che funga da sportello per le problematiche comuni che però dovranno essere affrontate e risolte dalle amministrazioni di competenza che hanno già nel loro organico figure deputate allo svolgimento di tali mansioni”.
Guadalupi: “creare un referente locale per la concertazione con Enti Locali non ha ragione di essere. Personalmente, anche nel mio impegno amministrativo, ho sempre sostenuto la necessità di mettere in campo la consulta comunale dello sport con la presenza qualificata di federazioni sportive, Enti di promozione, rappresentanti delle associazioni sportive del nostro territorio. Ovviamente non si dovrebbe ripartire solo dall’assegnazione degli orari, annoso problema, ma soprattutto dal tipo di gestione degli stessi impianti con ritorno alla gestione diretta da parte delle associazioni sportive ed il conseguente risparmio annuale per le ingenti spese di gestione assegnate al concessionario privato; spero inoltre che il tempo ci possa dare ragione, almeno in questa ottica di risparmio, anche dei maledetti tickets orari per l’utilizzo degli impianti, che risultano essere chiaramente non omogenei tra le palestre pubbliche comunali e quelle scolastiche di proprietà comunale e provinciale”.
Sgura: “d’accordissimo. Il confronto, le associazioni, unire le forze, è come aggiungere megafono su megafono. Le esigenze, soprattutto quelle comuni, saranno certamente considerate di più. Per fare un esempio, nella nostra città di Francavilla Fontana, il dialogo tra le varie associazioni cestistiche di cui mi sono fatto portavoce, era totalmente assente per vari motivi negli anni passati, ma ha permesso di ottenere maggiore rispetto ed ascolto dalle istituzioni locali, il che ha consentito a tutti di proseguire la propria attività, in sicurezza. Cosa che in molti paesi non è stata scontata”.
Monopoli: “Personalmente sono ancora più drastico. Come già avvenuto in Campania, dovrebbero essere il presidente regionale FIP con il presidente regionale CONI, le due più influenti figure per quanto riguarda il nostro movimento, a dover interagire con i Dirigenti scolastici più restii nel concedere le palestre presenti nei propri plessi. La FIP e il Coni dovrebbero fare in modo che si torni alla situazione pre covid”.
Ermito: “data la complessità di interfacciarsi personalmente con i vari enti che gestiscono le strutture, probabilmente sarebbe più utile e semplice avere dei referenti in sede locale (ad esempio chi gestisce le varie federazioni a livello provinciale) che, sentite proposte ed esigenze delle varie società, le trasferissero agli enti adottando aiuti e soluzioni”.
Le aspettative delle società e la situazione da “anno zero per lo sport” forse dovrebbero consigliare che non è più il tempo di limitarsi a guardare il dito, ma è necessario guardare la luna; né è questo il momento delle critiche strumentali o degli atavici rancori. Gli stessi decreti di riforma dello sport muteranno la vita delle associazioni sportive sia da un punto giuridico normativo, sia da un punto di vista gestionale: basterebbe già questo per indurre tutte le società a incontrarsi, discutere ed iniziare a valutare insieme quali potrebbero essere, anche alla luce di questo tragico momento, le novità che si potrebbero suggerire per supportare l’intero sistema. Ma si riuscirà ad abbandonare l’orticello per “fare squadra”?