Sveva e i suoi “fratelli”: i rapporti con la Chiesa iniziati in piazza Duomo

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Monsignor Talucci nel 2006 concelebrò una messa nella cappella delle suore Vincenziane e poi benedisse Paolo Catanzaro”: la nuova testimonianza della vicinanza dell’arcivescovo di Brindisi all’ex mistico arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di aver capeggiato un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa arriva da Lorenzo B., cugino di una delle presunte vittime di Catanzaro e inserito nell’elenco dei testi che compariranno in aula nel primo processo contro il finto veggente, davanti al Tribunale di Bari.
Tale testimonianza consente di spostare di almeno sei anni indietro la lancetta dei rapporti tra Talucci e Catanzaro, finora documentati a partire dal 2012, quando l’allora arcivescovo aveva presenziato a una serie di concerti che il mistico, divenuto nel frattempo leader del gruppo musicale “Signum”, aveva tenuto presso parrocchie e diversi teatri pugliesi. In realtà la legittimazione del ruolo di Catanzaro all’interno della chiesa brindisina è molto precedente.
La vicenda assume contorni ancora più inquietanti perché la “consacrazione” del mistico da parte di Talucci (una cerimonia di fatto non ufficiale e che non attiribuì ruoli ecclesiastici reali) avvenne in piazza Duomo, all’interno del piccolo convento delle suore Vincenziane, noto per l’accoglienza agli orfani e ai bambini abbandonati sin dagli inizi del Novecento e al quale prestò la sua opera persino la regina Elena, nel 1943, nel periodo in cui Brindisi era Capitale d’Italia. Comunque una circostanza singolare che l’arcivescovo andasse a celebrare nella cappella privata delle suore.

IL TODISCO CANCELLATO
La premessa, non va dimenticata, è che il 30 agosto 1994 l’arcivescovo Settimio Todisco, predecessore di Talucci, inviò ai parroci e ai sacerdoti della diocesi un comunicato con cui ordinava a tutti di prendere le distanze da Catanzaro: “Il fenomeno fa leva sulla credulità popolare ed è fuori di un sano cammino di fede che ha il suo riferimento alla parola di Dio, ai sacramenti, alla guida dei legittimi pastori della Chiesa. Pertanto torno a sconsigliare e ora diffido i fedeli a non parteciparvi. Quanti dovessero frequentare “Uggio” non potranno tranquillamente accostarsi ai sacramenti e partecipare alla vita delle comunità ecclesiali”.
Questo era il chiaro invito di Todisco cui il suo successore non solo non decise di dare seguito ma che ribaltò completamente ufficializzando il supporto della chiesa a Paolo Catanzaro in quella stessa piazza Duomo in cui hanno sede la cattedrale, il palazzo arcivescovile, gli uffici della Curia e l’ex seminario. In altre parole il cuore della Chiesa brindisina.
“Era la fine del 2006”, ricorda Lorenzo B. “Paolo ci invitò a partecipare a una messa che si sarebbe tenuta nella chiesetta interna al convento delle suore vincenziane, a Brindisi. Eravamo una quarantina di persone, tra quelli che seguivano ovunque Catanzaro e noi del gruppo di preghiera che arrivavamo dalla provincia di Bari. L’arcivescovo concelebrò la messa e poi impartì una specie di benedizione sull’altare a Paolo. Catanzaro ci spiegò che era una particolare consacrazione alla Madonna anche se Talucci apparve molto sorpreso dalla presenza di tutti e quasi in imbarazzo per quanto stava accadendo. Subito dopo ci fu un piccolo rinfresco durante il quale festeggiammo l’avvenuta consacrazione di Paolo”.

LE SUORE SMENTISCONO
Ma lo scopo del mistico non era solo quello di accreditarsi con i suoi accoliti con la “consacrazione” addirittura impartita dal vescovo. L’istituto delle Vincenziane era stato utilizzato – secondo il racconto delle vittime – come specchietto delle allodole per invitare i componenti del gruppo di preghiera a versare denaro per opere destinate a sostenere i bambini assistiti dalle suore. Il denaro consegnato a Catanzaro in realtà non arrivò mai alle Vincenziane: «In riferimento alla vostra richiesta di fornire informazioni se abbiamo ricevuto somme di denaro da Paolo Catanzaro», scrive suor Giovanna Fanuli, responsabile dell’istituto di San Vincenzo rispondendo alla procura di Bari, «posso dire che mai abbiamo riceveuto in beneficenza donazioni in denaro da questa persona».
“Dopo la messa, Paolo ci presentò una delle suore cui si rivolgeva con grande affetto”, ricorda Lorenzo. Nessuna mossa del mistico era casuale, ma ognuna aveva uno scopo preciso.
In realtà Talucci aveva già pubblicamente espresso la sua intenzione di avvicinare Catanzaro: “La madre del mistico, agli inizi del 2006, ci aveva mostrato alcuni ritagli di articoli della Gazzetta del Mezzogiorno in cui monsignor Talucci manifestava la volontà di recuperare Paolo, considerandolo persona degna di attenzione in quanto in grado di convertire le persone”, ricorda ancora Lorenzo B.
Ma la “consacrazione” avvenuta nella chiesetta delle vincenziane non fu un fatto isolato perché, al contrario di quello che si era appurato finora nella faticosa ricomposizione del mosaico sui 25 anni di attività mistica di Paolo Catanzaro, egli non passò direttamente dalle oceaniche cerimonie nella chiesetta di Uggio a quella di San Giustino de Jacobis, al rione Bozzano. A metà degli anni Duemila, infatti, su preciso volere di Talucci, a Catanzaro furono spalancate le porte della parrocchia di San Lorenzo, in via Caravaggio, quella a pochi metri dall’abitazione di famiglia.
Sino al 2003 il parroco don Giuseppe Dello Tore aveva proibito a Catanzaro e ai suoi familiari di svolgere qualsiasi attività all’interno della parrocchia, nel rispetto delle indicazioni fornite dal monsignor Todisco ma anche, probabilmente, avendo subodorato che dietro quelle visioni potesse esserci un progetto tutt’altro che benefico. Ma nel 2003 Talucci decide di sollevare Dello Tore dall’incarico e di sostituirlo con don Giovanni Apollinare. Quest’ultimo aveva ricoperto il ruolo di parroco a San Pancrazio Salentino doveil suo vice era stato don Francesco Caramia che ritroveremo poi a Bozzano.

RESPONSABILE DEL CORO
Per volere di Talucci, Catanzaro viene nominato responsabile del coro della parrocchia di Sant’Elia sotto la gestione di don Giovanni. “In breve tempo, come era nel suo carattere, la presenza di Paolo diventò sempre più ingombrante nella parrocchia di Sant’Elia”, ricorda Lorenzo B. “Nonostante questo, il mistico preferiva tenerci lontani dalla parrocchia organizzando gli incontri con noi privatamente e con i gruppi di preghiera che periodicamente si svolgevano a Uggio”.
Catanzaro ormai, forte dei collegamenti creati, aveva ridotto al minimo le sue presenze a Uggio dove i fedeli arrivavano a piedi dal rione Sant’Elia, pregavano e poi ascoltavano il messaggio della Madonna che Paolo consegnava a casa a una delle sorelle e che poi veniva letto durante le preghiere. Senza più neanche scomodarsi per raggiungere la chiesetta.
In una sorta di “bilocazione” tutt’altro che spirituale, contemporaneamente – con il benestare del vescovo di Monopoli, monsignor Domenico Padovano – Catanzaro aveva preso a partecipare all’adorazione eucaristica nella cattedrale di Conversano, altro centro focale delle attività del mistico, supportato da una delle sue collaboratrici principali, quella Lucia Borrelli che oggi pare sia diventata una delle sue principali accusatrici dopo essere stata – secondo le accuse – colei cui materialmente le vittime consegnavano il denaro.

VERSO BOZZANO
Nel 2010 don Giovanni Apollinare, ben prima dello scadere dei nove anni canonici di gestione della parrocchia, lascia San Lorenzo per la Santissima Annunziata di Ostuni. Gli succede don Piero Calamo. Anche Paolo Catanzaro, più o meno nello stesso periodo, lascia la chiesa di via Caravaggio per spostarsi nella parrocchia di San Giustino de Jacobis dove dal 2008 è divenuto parroco don Francesco Caramia, che nei tre anni precedenti era stato segretario particolare di Talucci. Anche a Bozzano il mistico viene nominato responsabile del coro parrocchiale, ma contemporaneamente fonda il gruppo dei “Signum”, specializzato nell’esecuzione di musica sacra. La sede del gruppo, ovviamente, è la stessa parrocchia.

I SIGNUM
L’anno 2012 è fondamentale per la ricostruzione della vicenda perché è quello in cui Isabella D., ginecologa originaria di Conversano, presenta alla procura di Bari una denuncia per truffa nei confronti di Paolo Catanzaro. L’arcivescovo ne è perfettamente a conoscenza ma autorizza comunque l’esibizione dei Signum nella parrocchia di San Giustino de Jacobis per il concerto di Natale. E’ il 23 dicembre 2012. Il giorno successivo, Talucci scrive ai carabinieri una lettera – rispondendo a precise richieste di chiarimento della procura di Bari – garantendo che “a Brindisi non esiste alcuna comunità religiosa denominata ‘Il mistico di Brindisi’ e che quindi non si pone il discorso della legittimazione ecclesiastica”. Ma l’arcivescovo si spinge oltre e aggiunge sul conto della professionista che ha denunciato Catanzaro: “Conosco la posizione di quella famiglia e il risentimento, e insieme l’accusa, di uno di loro, al quale ho chiarito personalmente tutto da tempo. E’ anche ora che il signor Paolo Catanzaro venga lasciato tranquillo perché la sua posizione è definita da anni. Opera nella sua parrocchia con il beneplacito del parroco per la direzione del coro”. Queste le dichiarazioni firmate da Talucci che per altro risultano imprecise anche sul piano religioso: Catanzaro abita al rione Casale e dunque la sua parrocchia di riferimento non può essere quella del Bozzano.
Nel 2012 i Signum incidono il loro secondo cd, suonano in occasione dell’arrivo dell’icona della Vergine di Pompei e si esibiscono persino al Teatroteam di Bari, insieme a Mietta. In altre occasioni con Ivana Spagna. Ovviamente gli incassi – spiegano – vanno tutti in beneficenza. I proventi del loro primo cd «Oltre», del resto, sostengono aver contribuito alla realizzazione di case-alloggio e cisterne per migliorare la vita quotidiana della popolazione di Marsabit, in Kenya. Mica chiacchiere.
Non abbiamo ancora detto i nomi dei componenti del gruppo: il leader è Paolo Catanzaro e con lui il futuro marito Francesco Rizzo (arrestato con lei), la cantante Stefania Casciaro (attualmente indagata nella presunta associazione per delinquere) e due nipoti di Catanzaro, estranee all’inchiesta ma figlie di due sorelle di Catanzaro a loro volta indagate per gli stessi reati.
Il gruppo resta a San Giustino de Jacobis anche quando Talucci viene sostituito da monsignor Domenico Caliandro. Forte è infatti l’amicizia nata tra Paolo Catanzaro e il parroco don Francesco Caramia, documentata da numerose fotografie di viaggi fatti insieme.

I VIAGGI CON CARAMIA
E’ in questo periodo che Paolo diventa Paola e dalla musica sacra dei Signum spera di compiere il salto di qualità come show-girl, attrice, stilista. Ma il destino di Paola e don Francesco tornerà a incrociarsi. Il parroco viene arrestato il 15 giugno 2016 per atti sessuali compiuti nei confronti di un chierichetto e poi condannato in primo grado a otto anni di carcere. Il 29 gennaio 2017 le manette toccano a Paola Catanzaro, accusata di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e rinchiusa nel carcere femminile di Lecce.
Rocco Talucci nel dicembre 2011 aveva rilasciato un’intervista al giornale cattolico ultraconservatore Pontifex, affermando che «l’omosessualità è un disordine grave e che da questo disturbo è sempre pensabile la conversione o la guarigione». Nel 2015, nell’ambito delle indagini che portarono all’arresto di don Giampiero Peschiulli, parroco di Santa Lucia, risultò aver coperto il sacerdote invitando i genitori dei chierichetti violentati a non sporgere denuncia. Dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età vive nella sua città natale, Venosa.
(Nella foto Paolo Catanzaro con don Francesco Caramia durante una gita parrocchiale)