Mercoledì sera, presso la Scalinata Virgiliana, ci sarebbe dovuta essere la presentazione ufficiale della squadra di calcio del Brindisi, in un clima sicuramente festoso ed improntato finalmente all’ottimismo, ma un fastidioso acquazzone estivo, con tuoni, fulmini e grandine, abbattutosi in città nel pomeriggio, ha giustamente consigliato agli organizzatori di rinviare in extremis la manifestazione a data da destinarsi, dandone in tutti i modi possibile avviso per evitare agli appassionati di calcio e, in generale agli sportivi brindisini, il disagio di un viaggio a vuoto.
Stranamente, visto quel che siamo stati abituati a vedere e sentire negli ultimi anni, nessuno ha sbraitato per la vicenda, nessuno se l’è presa né con gli organizzatori (in altri tempi sarebbe successo anche questo) né con il buon Dio per aver mandato quest’acqua dal cielo e nemmeno con il Governo o con l’Amministrazione Comunale e l’ottimismo ed il buon umore dei tifosi brindisini è rimasto intatto, in attesa di conoscere la nuova data della manifestazione.
Per quanto possa sembrare una vicenda casuale ed insignificante, io voglio vedere in questo episodio il segnale di una innegabile crescita degli sportivi brindisini, fra cui mi ci metto anche io, i quali, sentendosi protagonisti e non più solamente spettatori di quello che accade in città, si immedesimano maggiormente in chi sta lavorando per riportare in alto lo sport della pedata e prima di criticare si chiedono – non una ma dieci volte – cosa avrebbero fatto loro al posto di chi prende le decisioni. La stagione dei veleni, del “tutti contro tutti”, durata troppo a lungo, sembra essere definitivamente tramontata con il sorgere della consapevolezza che, dopo aver sfiorato il baratro, occorre rimboccarsi tutti quanti le maniche per svolgere, senza invasioni ..di campo, ognuno la propria parte, con compiti e ruoli diversi, ma con unità di intenti.
Anche l’antipatico dualismo fra calcio e basket, allorchè negli anni passati si è cercato di mettere l’un contro l’altro questi diffusi e seguitissimi sport cittadini, e che non sarebbe dovuto mai sorgere in una città dalle tradizioni sportive come Brindisi, sembra essere definitivamente tramontato e domenica scorsa, in occasione della gara di Coppa Italia fra Brindisi e Monopoli, erano molti i tifosi che da anni avevano optato per il Pala-Pentassuglia e disertato il Fanuzzi, ad essere presenti in curva ed in tribuna a tifare per la squadra della propria città, come molti sono i tifosi di fede più prettamente calcistica che si sono riproposti, ora che sembra anche più semplice l’accesso al palasport per il tramonto dell’era delle prelazioni, di seguire qualche partita di basket dal vivo.
Così, per quanto riguarda lo sport in rosa, tutti quanti hanno gioito per la promozione della Futura Basket in A2 e per il ritorno dell’Assi Pallavolo in serie B, oltre che per i successi e le imprese di tutte le squadre e tutti gli atleti brindisini in qualsiasi disciplina sportiva impegnati, all’insegna di un ritrovato orgoglio brindisino ed un rinnovato spirito di appartenenza al territorio che, almeno nello sport, spazia a 360° e che non sarebbe male esportare anche in contesti diversi da quelli più prettamente sportivi. Insomma tutti segnali di crescita e di maturità su cui ho avuto il piacere di riflettere a causa di un rinvio per pioggia!