Acque Chiare, Corte d’Appello a sorpresa: confiscati l’albergo e le 50 ville non vendute

Con una decisione a sorpresa, in quanto si ipotizzava che l’istanza venisse rimessa alla Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Lecce ha disposto la confisca dell’albergo in costruzione e delle ville per le quali era stato sottoscritto solo un compromesso all’interno del Villaggio di Acque Chiare. Il presidente Vincenzo Scardia ha dichiarato che i fabbricati non rientranti tra quelli acquistati da privati “in buona fede con rogito notarile”, siano oggetto di confisca definitiva ordinandone l’esecuzione al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza.
Con la sentenza del 5 luglio 2019 nel processo penale in Corte di Cassazione era stata annullata la confisca dei fabbricati ricadenti nel comparto C, ordinandone la restituzione ai proprietari. Erano stati così dissequestrati e restituiti: 152 villette già oggetto di rogito notarile ai rispettivi proprietari; l’albergo in costruzione , due locali tecnici, un minimarket bar, 50 villette ancora non accatastate e non oggetto di rogito notarile, alcune cedute a promittenti acquirenti, di proprietà della Acque Chiare Srl,e una villetta regolarmente accatestata, anch’essa di proprietà della stessa società.
Il 13 maggio scorso, quando sono state depositate le motivazioni della sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, la guardia di finanza ha segnalato che la revoca della confisca e la restituzione agli aventi diritto, era da ritenersi limitata alle sole villette di proprietà di “terzi in buonafede”. Sulla scorta di questo rapporto, il procuratore generale ha chiesto alla Corte d’Appello la revoca parziale del provvedimento di dissequestro, limitando la restituzione alle sole 152 villette già oggetto di rogito. E in subordine che l’istanza venisse esaminata dalla Corte di Cassazione.
I giudici di Secondo grado (presidente Vincenzo Scardia, consiglieri Eva Toscani e Giuseppe Biondi) hanno rilevato che le motivazioni della sentenza degli Ermellini “porti a ritenere inequivocabilmente e precisamente circoscritta alle sole unità abitative acquistate la revoca della confisca e la restituzione ai proprietari”.
Di conseguenza la Corte ha disposto l’esecuzione immediata della confisca degli immobili “erroneamente” restituiti alla curatela del fallimento Acque Chiare.