Addio a Mario Corsa, il ristoratore nato in pescheria

di Daniela Napoletano per IL7 Magazine

Se vuoi mangiare pesce buono a Brindisi vai da Mario”: a chi non è capitato almeno una volta nella vita di sentire questa frase, anche a chi non è affatto buongustaio delle specialità di mare. Soprattutto negli anni Settanta, Ottanta, ai tempi d’oro dell’economia brindisina.
Lunedì 30 aprile si è spento Mario Corsa, 83 anni, il proprietario del ristorante “Da Mario” in via de’ Catignano, una traversa di corso Garibaldi; un uomo che godeva di buona salute fino a dieci giorni fa, il 21 aprile scorso è stato colpito da un ictus da cui non si è più ripreso.
Il proprietario di uno dei ristoranti più rinomati in città ha lasciato la moglie Dora Trisolini, i quattro figli, il più grande Mino, impegnato ai fornelli nel locale di famiglia, Lilli invece addetto alla sala, il vigile urbano Carlo e Maria Grazia la più piccola, sei nipoti e un pronipote. Oltre a tanti amici, con i più intimi ogni mattina andava a prendere il caffè al bar Olimpia e poi scambiava due chiacchiere seduto alla panchina poco più giù, tanti dapprima clienti e poi diventati amici di Mario, affabile e gentile padrone di casa nel ristorante di via de’ Catignano.
In tanti hanno salutato Mario Corsa nella parrocchia di San Giustino de Iacobbis al rione Bozzano mercoledì mattina, 2 maggio, intorno alle 9.30, quartiere dove il ristoratore brindisino viveva da oltre quarant’anni dopo essere stato al villaggio Pescatori.
Ma lui è nato e cresciuto alle Sciabiche, dove andava a lavorare e vendere il pesce al fianco del suo papà Cosimo già da bambino, all’età di cinque, sei anni. “E’ un mestiere che ha fatto da sempre”, iniziano ad affiorare ricordi nostalgici nel figlio Carlo. “E per lui era un gran passione. E’ vero che era conosciuto in città e anche fuori, chi non ha mangiato al suo ristorante? I clienti prenotavano tanto tempo prima, per alcuni era proprio routine: andare a mangiare pesce da Mario!”.
Dalla Sciabiche Mario Corsa si trasferì a piazza Mercato, dove ha lavorato per quarant’anni: “Mio padre ci teneva e per comprare il pesce migliore, il più fresco, raggiungeva Taranto anche su tre ruote, con la sua ape. E si caricava di pesci grossissimi, pesci spada da 50/60 chili, li tagliava a metà, e poi era bravissimo nel farli a fette. Stava a piazza Mercato insieme a una sessantina di venditori di pesce, loro dentro e fuori c’erano quelli della frutta. Erano gli anni d’oro dell’economia brindisina, e quando lui aprì il ristorante alcuni giorni c’era la fila fuori. Teneva soprattutto all’esposizione del pesce, come per una donna è un vanto indossare un bell’abito, così per mio padre era il pesce”.
Quando Mario aveva 45 anni circa decise di aprire il ristorante in via de’ Catignano, ormai sapeva bene dove andare a rifornirsi di ottimo pesce, fare qualche chilometro in più non lo ha mai spaventato, ma ci teneva a garantire ai suoi clienti la qualità, in assoluto. “Mio padre era un buono, un generoso, un amico di tutti, al punto anche di rimetterci di tasca sua pur di accontentare gli altri”, tiene a sottolineare la figlia Maria Grazia.
Mamma Dora non ha mai lavorato, si è sempre occupata della famiglia e della casa, e a pranzo e a cena la famiglia Corsa al completo era seduta a uno dei tavoli del locale di via de’ Catignano: “Noi tutti andiamo matti per il pesce, cozze, gamberoni, anche i nipoti, i miei figli hanno quattro e sette anni, entrambi impazziscono per i piatti di mare”, sostiene Carlo.
Il ristorante “Da Mario” ha chiuso i battenti solo due anni fa, quando il proprietario era ormai un po’ stanco, e voleva godersi di più la famiglia: “Papà stava bene, era un uomo in salute, che non ha mai fumato e bevuto, lui viveva di solo lavoro e per tutti noi. Non aveva altri svaghi, solo ai tempi della Bartolini, di big Elio Pentassuglia, ha seguito la squadra di basket della sua amata città. Era un po’ milanista anche, ma non tifoso sfegatato. Stava bene e ci ha lasciati così all’improvviso. Non è facile accettarlo”, conclude Carlo Corsa.