Arresto del vigilante che rubava gli incassi: tutti i retroscena

“Sembra aver acquisito una particolare professionalità nel crimine, che è ormai divenuto uno stile di vita, tanto da vivere dei proventi dei reati»: la durissima valutazione, espressa dal giudice per le indagini preliminari Tea Verderosa, riguarda non un malavitoso incallito, ma un vigilante brindisino, la cui vita sino a qualche giorno fa era stata irreprensibile. Francesco Vincenti, 51 anni compiuti il mese scorso, guardia giurata dell’Ivri, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato continuato: si sarebbe appropriato di oltre duemila euro ritirati dalle casse continue delle attività commerciali delle province di Brindisi e Lecce. A inchiodarlo una telecamera posta all’interno del blindato dell’istituto di vigilanza.
Ma il sospetto degli investigatori è che ci sia la sua mano dietro ammanchi ben più cospicui lamentati negli ultimi due anni dai titolari di alcuni supermercati che si sono ritrovati versate in banca dall’istituto di vigilanza somme inferiori a quelle che erano state consegnate alle guardie giurate.
Le indagini e il successivo arresto sono stati effettuati dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni perché è qui che lo scorso anno il titolare di un supermercato appartenente alla catena nazionale Penny Market aveva presentato la denuncia per il furto di due buste contenenti il denaro versato, per una somma complessiva di quasi 2.700 euro.
Il primo passo è stato quello della ricostruzione del percorso del denaro: una volta prelevate dalle casse del supermercato, le somme venivano racchiuse in buste di cassa che da loro erano poi inserite nella cassa automatica a doppio sportello. All’interno della cassa automatica, dal lato dell’attività commerciale, vi era un sacco detto “marsupio” che al momento dell’apertura dall’esterno da parte dei vigilantes veniva automaticamente sigillato. La combinazione e le chiavi erano in possesso unicamente dell’Ivri e quindi né i dipendenti né i responsabili del supermercato avevano la possibilità di accedere al denaro una volta versato.
L’ammanco era stato rilevato dall’ufficio controllo vendite del supermercato che aveva verificato la differenza tra la somma inserita nella cassa continua e quella poi effettivamente accreditata da Ivri sui conti bancari della società. Quest’ultima, anche attraverso alcune telecamere, aveva poi appurato che le procedure seguite dai dipendenti erano state quelle corrette e che il denaro non era stato sottratto prima del deposito. Esclusa questa possibilità, dopo la denuncia, l’attenzione dei carabinieri di San Vito dei Normanni si è concentrata sugli equipaggi dell’istituto di vigilanza che operavano nei giorni in cui si erano verificati gli ammanchi.
E’così emersa la presenza costante di Vincenti, una guardia giurata con oltre dieci anni di anziantità nell’Ivri. La stessa presenza, fissa, veniva riscontrata in occasione di ulteriori ammanchi, questa volta denunciati dal responsabile della sicurezza del centro commerciale Auchan di Mesagne e di altri punti vendita.
Successivamente è stato lo stesso rappresentante legale dell’istituto di vigilanza Ivri a riferire che nel periodo compreso tra il 15 settembre 2017 e il 23 marzo 2018 erano stati denunciati ulteriori ammanchi per complessivi 50 mila euro. In tutte le occasioni era sempre costante la presenza di Vincenti: i furti erano stati registrati, oltre che presso Auchan, da Emmezeta e Conforama di Fasano, presso vari sportelli bancomat delle province di Brindisi e Lecce, nel punto vendita Pull & Bear di Brindisi. In alcuni casi si registrata l’assenza di poche banconote, in altri di somme ben più consistenti.
Dalla ricostruzione effettuata dai carabinieri è emerso in maniera chiara che i numerosi furti denunciati dall’istituto di vigilanza e dal punto di vendita Penny Market erano avvenuti dopo il prelievo dei marsupi effettuato dai vigilantes durante il tragitto che li separava dal caveau dell’Ivri, a bordo del furgone blindato. Una volta che il mezzo entrava nella sede dell’istituto, il sistema di videosorveglianza impediva qualsiasi irregolarità e dunque il furto poteva avvenire necessariamente soltanto durante il viaggio.
Gli ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che, a causa di un malfunzionamento della chiusura dei “marsupi” era possibile avere accesso al loro contenuto. Il furto dunque poteva essere compiuto da una delle guardie giurate nel momento in cui restava da sola all’interno del furgone.
A questo punto il magistrato inquirente Pierpaolo Montinaro ha chiesto al gip l’autorizzazione a collocare una telecamera all’interno del furgone dell’Ivri nelle ore di servizio di Vincenti. Non c’è voluto molto per verificare che il vigilante agiva da solo, approfittando dell’assenza dei suoi colleghi nel momento in cui scendevano per effettuare il ritiro del denaro. In più occasioni è stato ripreso nell’atto di forzare i contenitori portavalori riuscendo a estrarre le banconote. Lo faceva soprattutto quando svolgeva le mansioni di autista del mezzo e dunque formalmente non avrebbe dovuto avere alcun contatto con il denaro, tentando in questo modo di allontanare da lui qualsiasi sospetto. In realtà quando i colleghi scendevano, in pochi minuti e con l’aiuto di un coltello, Vincenti metteva mano agli “stacker” sfilando alcune banconote.
Così sono stati registrati furti di denaro proveniente dal supermercato Lidl di San Vito dei Normanni, dal distributore Q8 di Fasano, dal supermercato Eurospin di Ostuni, dalla Tamoil di Fasano, dai centri commerciali Conforama di Fasano e Le Colonne di Brindisi, dalla Tamoil di San Pietro Vernotico. Decine di episodi registrati in maniera precisa, dal momento in cui il contenitore veniva forzato sino a quando non infilava le banconote trafugate nelle tasche dei pantaloni. Più episodi, anche nello stesso giorno.
La tecnica era sempre la stessa: per maggiore sicurezza, Vincenti bloccava per qualche minuto il portellone del furgone per evitare che i colleghi potessero sorprenderlo aprendo all’improvviso. E sfilava poche banconote per volta, qualche centinaio di euro, rimettendo poi i marsupi al loro posto. Una tecnica che potrebbe avergli consentito di mettere da parte una somma consistente nel corso degli anni.
E una condotta aggravata dal fatto che la guardia giurata viene equiparata per tutto a un incaricato di pubblico servizio e dunque il furto diventa “peculato”. Nei confronti di Vincenti sono state formalizzate le accuse. Non è possibile per il momento ritenerlo responsabile anche degli ammanchi che non sono stati documentati dalla telecamera (oltre 50mila euro), ma le indagini non sono affatto chiuse.
Il vigilante brindisino, ignaro delle indagini, era tuttora in servizio. E lo è stato sino a quando i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni non hanno bussato alla sua abitazione nel centro di Brindisi per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. L’istituto di vigilanza dal canto suo avvierà tutte le procedure previste dalla normativa del lavoro nei suoi confronti.