
Un disoccupato brindisino, padre di tre figli, è entrato nel palazzo di Città con una bottiglietta di benzina, se l’è svuotata addosso e ha minacciato di darsi fuoco con un accendino. “Non avevo nulla da far mangiare a mia figlia”, ha confidato ai poliziotti della Digos che tentavano di farlo ragionare.
Sabato scorso, ricorrenza di San Martino, l’Amministrazione comunale di Brindisi ha speso 12mila euro per organizzare una serata in cui presso, una trentina di negozi del Centro venivano fatti degustare, in bicchieri di plastica, vini locali che le cantine avevano fornito gratuitamente con una coda di spettacoli messi in scena da artisti locali.
Ora, sarebbe banale, oltre che tecnicamente sbagliato, affermare che quei soldi potevano essere utilizzati per dare sollievo alla povera gente invece che impiegarli per organizzare una serata di spettacolo e intrattenimento.
E sarebbe ancora più sbagliato non condannare il comportamento, per altro sanzionabile dal codice penale, di chi pensa (ancora, nel 2018) di poter trovare lavoro o avere una casa andando a compiere atti clamorosi al Comune, mettendo a repentaglio non solo la propria incolumità ma anche quella degli altri. Come ha giustamente ribadito il sindaco Riccardo Rossi, non è nei suoi poteri risolvere i problemi del singolo cittadino ma è sua prerogativa tentare di aiutarlo costruendo le condizioni di sviluppo della città.
E’giusto e anzi indispensabile che il Comune si preoccupi di organizzare manifestazioni culturali e spettacoli – anche leggeri – che consentano momenti di svago e di divertimento per i cittadini. Guai se non fosse così. E dunque ben vengano spettacoli, concerti, mercatini, sagre tematiche. E’ meraviglioso che la città sia illuminata a festa e che i cittadini e i turisti possano godere dell’atmosfera natalizia anche con le luci e le musiche che la caratterizzano e la rendono speciale.
E’ bene che i cittadini sappiano una volta per tutte che le somme messe da parte per organizzare gli spettacoli e gli eventi culturali non possono essere dirottate per assolvere ad altre necessità, come il sostegno alle famiglie indigenti. Per le quali sono previsti altri capitoli di spesa.
Questo però, d’altro canto, non può significare che l’Amministrazione comunale sia autorizzata a impiegare quel denaro senza verificare con attenzione se il servizio che viene pagato è di qualità proporzionale alla somma impiegata. Per due motivi. Il primo è banale: l’iniziativa organizzata risulterebbe non all’altezza delle aspettative. Ed è quanto forse accaduto a San
Martino.
Il secondo è più profondo e parte proprio dal fatto di cronaca del disperato che voleva darsi fuoco nel Comune perché non aveva in tasca nemmeno i pochi euro necessari a far mangiare quel giorno i figli. E’ vero che i 12mila euro non potevano essere dirottati per sfamare quei bimbi (e altri figli di tante famiglie che a Brindisi vivono nell’indigenza) ma si deve avere acquisire la consapevolezza di quanto rilevante sia una somma del genere in una città con questi problemi endemici.
E assumersi la responsabilità, soprattutto per rispetto nei confronti di chi non ha nulla, che ogni singolo euro speso sia pesato con oculatezza, che gli interlocutori scelti per gestire gli eventi siano nelle condizioni non solo di garantire la qualità ma anche la massima trasparenza sull’impiego dei nostri soldi.
Facciamo un esempio. Nel report dei costi per la festa di San Martino erano previsti 610 euro per l’acquisto di calici in plexiglas per le degustazioni: come si può notare da tutte le foto e i video della serata, ai sommelier sono stati forniti banali bicchieri di plastica da festa di compleanno che sono stati poi offerti al pubblico. Agli organizzatori saranno costati almeno 400 euro in meno rispetto a quanto verrà stanziato, come previsto, dal Comune.
Ecco, solo quella somma (senza andare ad esaminare tutte le altre voci poco chiare sui costi della serata) equivale al valore di circa 40 pasti per gli indigenti.
Se c’è una cosa che la giunta Rossi davvero non si può permettere, per sua storia, per sua conformazione genetica, per sua cultura, per le battaglie sostenute in passato, è di non rispettare il valore del denaro, soprattutto in funzione di chi non ce l’ha. E di far allargare ulteriormente la forbice esistente tra i cittadini che devono quotidianamente sbarcare il lunario per tirare a campare e chi pensa di poter vivere in un mondo ovattato in cui 400, mille, diecimila euro in più o in meno sono – come si diceva in un popolare show – solo bruscolini.
I calici in plexiglas e i bicchieri di plastica non sono trasparenti allo stesso modo.