Capitale italiana della Cultura 2024: ecco perché Mesagne può farcela

La notizia è arrivata nella serata del 24 luglio, quando l’intera città era in festa per l’oro olimpico conquistato dal ventenne Vito Dell’Aquila nel taekwondo per la categoria fino a 58 chilogrammi, ma – forse per non sottrarre attenzione allo straordinario successo del giovane atleta – è stato scelto di divulgarla soltanto il giorno successivo: c’è Mesagne, la città i cui primi insediamenti, con l’arrivo di flussi migratori di origine illirica o egeo-anatolica, risalgono all’età del ferro, nell’elenco delle ventiquattro città che hanno presentato la manifestazione d’interesse per candidarsi a Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2024.
Il sindaco Toni Matarrelli, quasi del tutto afono dopo un pomeriggio di tifo sfrenato per il traguardo raggiunto dal nuovo campione olimpico, lo ha annunciato con orgoglio durante l’evento “Incontri Letterari”, che tradizionalmente si svolge in luglio nella piazza d’armi del castello della città messapica a cura dell’associazione culturale Solidea (1Utopia), che gestisce anche il Premio Letterario Nazionale di Narrativa, Poesia, Saggistica e Teatro “Città di Mesagne”, giunto alla diciottesima edizione e vera e propria vetrina di una intera comunità agli occhi dell’Italia intera.
Anche Conversano è in lizza per il prestigioso riconoscimento, ideato nel 2014 dall’allora ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, attualmente ancora titolare del Dicastero, nel frattempo denominato Ministero della Cultura. Le due pugliesi dovranno vedersela con: Ala (Trento), Aliano (Matera), Ascoli Piceno, Asolo (Treviso), Burgio (Agrigento), Capistrano (Vibo Valentia), Chioggia (Venezia), Cittadella (Padova), Diamante (Cosenza), Gioia dei Marsi (L’Aquila), Grosseto, La Maddalena (Sassari), Pesaro (Pesaro e Urbino), Pordenone, Saluzzo (Cuneo), Sestri Levante (Genova), Siracusa, Unione Comuni Montani Amiata Grossetana (Grosseto), Unione Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca), Vicenza e Vinci (Firenze).
“Sappiamo benissimo che la concorrenza è dura”, ha dichiarato Matarrelli, “ma siamo anche perfettamente consapevoli delle potenzialità della nostra splendida città. Abbiamo tempo sino ad ottobre per presentare ai sette esperti del Ministero della Cultura, che dovranno valutare le città finaliste, un progetto solido e credibile, capace di mettere in luce quanto già stiamo facendo in questi anni e di pianificare il futuro culturale di Mesagne in vista di questo obiettivo. Credo che sia fondamentale fare rete, coinvolgendo tutti i soggetti impegnati nella vita della città, ma anche chiunque, dai comuni vicini, riconosca in Mesagne un punto di riferimento per la vita culturale del nostro territorio. Mi impegno sin da ora a scrivere a tutti i sindaci della Provincia e a tutte le associazioni cittadine che si impegnano quotidianamente a promuovere cultura, in senso lato, per chiedere il loro sostegno affinché al Ministero arrivi un programma ben strutturato. Se non centreremo l’obiettivo di Capitale Italiana della Cultura per il 2024, non ce ne faremo un cruccio: resterà comunque un’idea di città da sviluppare in seguito, sulla quale non smetteremo di lavorare con il contributo dei nostri cittadini”, ha proseguito il sindaco.
In effetti, indipendentemente da quale sarà l’esito della competizione, c’è un risveglio inesorabile che interessa quello che per troppo tempo è stato identificato soltanto come il centro che ha dato i natali al fondatore della Sacra Corona Unita, Pino Rogoli. Un risveglio che assume via via i connotati del riscatto sociale e civile e che comincia da lontano, dal lavoro di certi sindaci di centro-sinistra che, in anni in cui a Mesagne si sparava per strada, nelle sale giochi e persino negli ospedali, appoggiati da una rigorosa magistratura e dalle migliori risorse delle forze dell’ordine, coraggiosamente scelsero di fronteggiare a viso aperto il lato oscuro e marcio del paese.
Di passi in avanti, da allora, ne sono stati compiuti moltissimi, sino al pomeriggio del 24 luglio, in cui l’attenzione del mondo intero si è concentrata sulla palestra di arti marziali di questo comune di nemmeno 26mila abitanti, la “New Marzial”, e sull’eccezionale lavoro svolto da Roberto Baglivo, il maestro emigrante, che ha conosciuto questa disciplina mentre lavorava a Stoccarda e, rientrato in Italia, ha prontamente voluto importarla fondando il centro sportivo che è attualmente la prima società in Italia per punteggio agonistico da più di 4 quadrienni olimpici. Baglivo, che ha allenato Dell’Aquila sin da quando aveva sette anni (i genitori glielo affidarono perché vincesse l’estrema timidezza), è stato anche il primo maestro di Carlo Molfetta, adesso team manager della Federazione italiana di taekwondo, oro olimpico nel 2012 a Londra nella categoria più 80 chilogrammi.
“L’incredibile ascesa da un garage di Mesagne al podio di Tokyo” e “Vito dopo Molfetta – Che oasi Mesagne culla dei campioni”, hanno titolato i grandi quotidiani sportivi nazionali, lusingando oltremodo i mesagnesi, anche quelli che nemmeno sapevano che un loro concittadino fosse in Giappone per le Olimpiadi, eppure, a vittoria avvenuta, non hanno potuto che esultare per questo ragazzo volenteroso e beneducato che ha polverizzato tutti i record della disciplina nata in Corea, ma la cui capitale mondiale ormai si trova stabilmente nel tacco d’Italia.
Ora lo stesso entusiasmo amministrazione comunale, istituzioni e associazioni culturali si attendono in prospettiva della candidatura a Capitale Italiana della Cultura, che arriva a pochi mesi dal prestigioso riconoscimento “Città che legge 2020/2021”, attribuito dal Centro per il libro e la lettura – l’istituto autonomo del ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, direzione generale “Biblioteche e Diritto d’autore” – d’intesa con l’Anci.
A sottoscrivere il “Patto per la Lettura”, strumento aggregativo in grado di creare una sinergia tra istituzioni pubbliche, biblioteche, librerie, autori, lettori, scuole, associazioni culturali e di volontariato, il cui progetto è stato curato dalla dottoressa Alessia Galiano, direttrice scientifica del Museo e della Biblioteca comunale “Ugo Granafei”, sono state ben 47 realtà operanti in città e che, già in occasione del consolidato programma dell’estate mesagnese, si sono impegnate a sponsorizzare eventi culturali che hanno fissato il loro focus sui libri e la promozione della cultura.
È il caso, ad esempio, della rassegna Parole Oblique, a cura dell’associazione RiCreAzione, in cui sono stati ospitati gli autori Francesca Vecchioni e Antonio Caprarica; del festival del Libro Emergente, ideato da Regina Cesta e Cosimo Saracino, direttore della testata giornalistica online Qui Mesagne, svoltosi, nella prima parte, interamente in streaming eppure seguitissimo nonostante fosse alla sua prima edizione; nonché del già citato Premio Letterario Nazionale “Città di Mesagne” che si fa vanto di far conoscere storia, tradizioni, cultura e bellezze architettoniche e paesaggistiche del territorio comunale a vincitori, giurati e collaboratori provenienti da ogni parte d’Italia.
Menzione a parte merita l’associazione Giuseppe Di Vittorio (presieduta dal dottor Giovanni Galeone), da anni impegnata nella presentazione di libri, nell’approfondimento di delicate questioni geopolitiche e in convegni di carattere letterario, la cui piccolissima sede, nella centralissima via Castello, ospita anche mostre di pittura e fotografia, oltre a vere e proprie pièce teatrali. E ancora vanno ricordati il Centro Studi Antonucci, guidato da Vito Briamonte, l’associazione Cabiria e l’Accademia di Cinema e Scrittura Creativa Cine Script, presiedute da Anna Rita Pinto, la locale sezione dei Presìdi del Libro, il Salento Fun Park, la giovane sezione dell’ANPI, intitolata all’antifascista Eugenio Santacesaria, ritenuto uno dei primissimi attivisti comunisti di Mesagne, il presidio mesagnese dell’associazione antimafia Libera e la cooperativa Terre di Puglia – Libera Terra, che riutilizza a scopo sociale e produttivo le terre confiscate alla mafia pugliese, impegnandosi anche nella promozione di eventi culturali: tutte realtà sul cui contributo l’amministrazione conta per scrivere il progetto da sottoporre al vaglio del Ministero della Cultura per il buon fine della candidatura a Capitale Italiana della Cultura.
Tra le attività collaterali al progetto “Città che legge” vi sono, inoltre, due importanti iniziative: l’installazione delle “little free library”, mini librerie in legno collocate in snodi nevralgici della città, nella quali sarà possibile donare e prendere in prestito libri, con lo scopo di incentivare la lettura, ma anche di favorire la cultura del dono e della cura dei beni in comune, e l’implementazione del patrimonio librario attraverso l’acquisto di testi sul tema della legalità e di volumi con caratteri speciali destinati a persone diversamente abili.
A queste iniziative di carattere laico si unisce anche l’impegno nella promozione culturale portato avanti dalla parrocchia del Carmine, in seno al cui consiglio pastorale è nata una Commissione Cultura che si incarica di organizzare serate di cultura e spettacolo al termine delle messe che si celebrano nei giorni della Novena in preparazione alla festa patronale della Madonna del Carmine. Il 24 aprile 2021 è poi stato presentato alla cittadinanza il comitato scientifico nominato per celebrare, con un anno di convegni, manifestazioni e incontri, il V Centenario della presenza dei padri carmelitani nella città: ad analizzare il lungo legame tra l’Ordine religioso e la città, nei suoi risvolti sociali, storici, devozionali e artistici, sono gli studiosi Luciana Petracca, Liliana Giardino, Oda Calvaruso, Domenico Urgesi, Katiuscia Di Rocco, Brunella Bruno, Marisa Tinelli, Mario Cazzato, Manuela De Giorgi, Raffele Casciaro, Massimo Guastella, con la collaborazione di Giuseppe Radaelli, Francesco Scalera e Nancy Motta.
Mesagne è, inoltre, storicamente protagonista di una intensa attività teatrale: si ricordano, tra le associazioni più impegnate, Misciagni Nuestru, Li Satiri, Bottega del Teatro, I resti di Amleto, Compagnia Atto Terzo, così come le numerose attività di teatro amatoriale nate e cresciute in seno alle parrocchie (su tutti il gruppo teatrale Santissima Annunziata, diretto dal professor Luca Esperti).
Degno di nota è certamente anche il MEFF (acronimo di Messapica Film Festival), giunto quest’anno alla sua terza edizione, nato da un’idea di Floriana Pinto, mesagnese da anni trapiantata a Roma, in occasione del quale a Mesagne si può assistere a una intensa cinque giorni di cinema d’autore, con anteprime di opere internazionali, documentari, presentazioni di libri e vari eventi culturali che si tengono in diverse località della città. Il festival è finanziato e sponsorizzato anche dalla Apulia Film Commission, presieduta dall’architetto mesagnese Simonetta Dellomonaco, ente per il quale passa gran parte del successo della promozione del territorio pugliese a livello nazionale e internazionale e che certamente potrebbe avere un ruolo importante nel progetto da presentare entro ottobre a sostegno della candidatura più prestigiosa che potesse arrivare.
Per concludere, non si può tacere dello straordinario sviluppo del Parco Archeologico di Muro Tenente, gestito in sinergia dai comuni di Mesagne e Latiano sotto la supervisione scientifica del professor Gert-Jan Burgers della Libera Università di Amsterdam, con il coordinamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, nel quale la cooperativa Impact, diretta dall’archeologo latianese Christian Napolitano, ha proprio negli scorsi giorni rinvenuto due tombe di età ellenistica, già depredate negli anni scorsi dai tombaroli, e una sepoltura di età classica intatta (probabilmente di una giovane vista la presenza, accanto ai resti ossei, di una trozzella messapica, tradizionalmente seppellita proprio accanto alle donne). L’importanza strategica di Muro Tenente, ormai diventato parco polifunzionale (sede di visite turistiche, scavi condivisi con la cittadinanza, spettacoli teatrali e musicali e persino orto sociale) è testimoniata dal fatto che nello scorso ottobre alcuni funzionari del Mibact lo hanno visitato per effettuare una ricognizione preliminare finalizzata all’eventuale inserimento del Parco dei Messapi nella lista del Patrimonio mondiale Unesco lungo il tracciato della via Appia Antica, sul presupposto che il tratto di strada pavimentata rinvenuto in corrispondenza della Porta di Ponente del Parco costituisca un tratto della storica via che congiungeva Roma a Brindisi. Proprio sul tragitto dell’Appia si è poi sviluppato il progetto di approfondimento scientifico sul tracciato della Via Appia nel territorio della provincia di Brindisi denominato Appia Project, conclusosi a giugno con promessa della sottoscrizione di un protocollo d’intesa che costituisca un impegno ad avviare azioni di tutela e valorizzazione del tratto storico della Regina Viarum.
Non soltanto a Muro Tenente, però, si trovano resti delle antiche civiltà che hanno abitato Mesagne: nel cuore del centro storico è presente una necropoli risalente all’età del ferro, quindi ai primi insediamenti messapici, e tracce di ulteriori insediamenti vengono di volta in volta portate alla luce durante i periodici lavori di scavo che interessano la città, in zone centrali, ma non soltanto.
Una storia antica, ricca e varia che fa da cornice ad un parallelo sviluppo delle attività di ristorazione proprio nel cuore di quel centro storico a forma di cuore, arricchito dalle preziose chiese barocche e vissuto dall’alba alla notte da migliaia di persone provenienti da tutti i comuni vicini (con buona pace dei detrattori della attuale amministrazione, che hanno definito Mesagne “mangiatoia” a cielo aperto, provocando il fastidio di chi, con quelle mangiatoie, si guadagna da vivere onestamente).
In questo eccezionale rinascimento messapico, nel quale rientrano il fermento culturale, la valorizzazione del patrimonio architettonico, l’impegno civile, le molteplici attività del volontariato, la ricerca storica e archeologica, la vivacità della vita notturna e i successi sportivi, piano a piano viene meno l’etichetta di “citta di mafia” che soltanto qualche anno fa appariva come uno stigma ineliminabile e che adesso, senza voler affatto affermare che il paese sia libero da infiltrazioni mafiose, non ne definisce più la caratteristica principale.
“Quando qualche mese fa ho fatto rimuovere dall’incrocio tra via San Vito e via Tancredi Normanno il cartello con la scritta Mesagne crivellato da colpi di arma da fuoco, intendevo rendere palese la rinascita della nostra città: non potevo immaginare che la rinascita si sarebbe spinta al punto da darci l’opportunità di presentare un progetto di candidatura a Capitale Italiana della Cultura. Adesso le nostre forze più vitali convergeranno per concretizzare questa grande opportunità: meritiamo questa candidatura, siamo fiduciosi e pronti a metterci al lavoro”, ha concluso il sindaco Matarrelli.