di GIANMARCO DI NAPOLI per IL7 Magazine
La polizia municipale di Brindisi ha un nuovo comandante, il dott. Antonio Orefice da Squinzano. Alla guida della stessa polizia locale c’era sino a qualche giorno fa (e da oltre dieci anni) un altro funzionario, il dott. Teodoro Nigro da Brindisi. Per prassi consolidata, quando avviene un cambio al vertice, che si tratti di un’istituzione, di un ufficio, di una società sportiva o del circolo delle bocce, all’atto della presentazione del nuovo arrivato si spendono due parole di congedo nei confronti del suo predecessore, a prescindere dalla valutazione del suo operato, e generalmente lo si invita alla cerimonia del passaggio di consegne. Si tratta di un modo civile per tributare gli onori a chi comunque ha ricoperto un incarico di responsabilità e per segnare una traccia di continuità storica con chi lo va a sostituire.
Nel corso della presentazione del nuovo comandante, il commissario prefettizio Santi Giuffrè non ha invece fatto alcun riferimento – neanche formale e asettico – al funzionario che fino al giorno prima ricopriva quell’incarico. E il nuovo comandante, in un paio di passaggi del suo discorso, e nelle successive interviste concesse ai giornalisti, ha immediatamente «degradato» Nigro, facendo chiaramente intendere che non lo sceglierà come come suo vice.
Non siamo nelle condizioni di valutare professionalmente l’operato del comandante Nigro in questi anni. Esistono alcuni dati oggettivi: non aveva superato un concorso, la sua era una sorta di nomina fiduciaria che però era stata confermata da quattro sindaci (Antonino, Mennitti due volte, Consales e Carluccio) e da tutti i commissari prefettizi che avevano occupato Palazzo di Città tra sindaco decaduto e un altro.
Questo suo incarico precario, legato alla volontà del primo cittadino, o di chi ne faceva le veci, lo ha trasformato in una sorta di camaleonte, pronto ad adeguarsi da un giorno all’altro al nuovo padrone di casa, qualsiasi bandiera o storia personale avesse. E questo suo eccessivo essere scudiero dei capi non gli ha attirato mai eccessive simpatie. Così come grandi simpatie, da quello che è emerso, non le ha collezionate neanche all’interno del suo comando, tra i suoi uomini.
D’altro canto bisogna pure sottolineare che in ogni situazione di emergenza è stato sempre presente in prima persona, nel bene e nel male, con decisioni giuste o sbagliate. E anche in questo caso non spetta a noi entrare nel merito dei giudizi.
Di certo, e sino a prova contraria, in questi anni Nigro è parso persona integerrima. Ha attraversato senza macchie due lustri di amministrazioni comunali, alcune sfigatissime e concluse dall’intervento dei magistrati. E solo lo scorso anno è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria della quale si sono perse le tracce e non si sono mai conosciuti i contorni reali. Una vicenda che comunque è ancora in fase di indagini preliminari.
Non esistono dunque motivi plausibili (e se esistono siamo pronti ad ascoltarli) per cui all’uomo che ha guidato i vigili urbani di Brindisi per dieci anni non sia stato concesso l’onore delle armi. Il commissario prefettizio ha operato una scelta legittima e anche giusta: quella di porre fine al precariato e nominare finalmente un comandante vincitore di concorso. Giuffrè ha tutti i diritti di cambiare il presente e di impostare il futuro, ma non si può arrogare quello di cancellare il passato. Sarebbe stato sufficiente un “grazie per il lavoro che ha fatto e in bocca al lupo”. Frase di circostanza che viene usata anche al termine dei rapporti conclusi nella maniera più burrascosa. Ma non l’ha fatto.
Anche il nuovo comandante non ha brillato per particolare buon gusto. Le pubbliche critiche rivolte platealmente all’operato del suo precedessore, alcune populisticamente tese a ottenere l’approvazione dei suoi nuovi subordinati, plaudenti in prima fila, non rappresentano un biglietto da visita troppo incoraggiante. Speriamo che tutto ciò sia stato dettato dall’entusiasmo del momento.
Visto che non l’ha fatto nessuno, e che vari farabutti continuerano a salire e scendere le scale del Palazzo (per altro pagati con i soldi dei cittadini e ossequiati dalle medesime autorità) voglia l’ex comandante Nigro accontentarsi del nostro in bocca al lupo e di un ringraziamento per ciò che ha fatto per Brindisi. Nel bene e nel male. Perché solo chi non lavora non sbaglia mai.