
A 25 anni dai fatti e a 18 anni dall’inizio del processo di primo grado, si chiude con una condanna, 14 assoluzioni, tre proscioglimenti e 32 non doversi procedere per prescrizione dei reati – anche di quello di associazione mafiosa – la vicenda relativa al presunto
contrabbando di sigarette dal Montenegro in Puglia.
Nel processo, in cui la Dda di Bari contestava i reati di associazione mafiosa, contrabbando, armi, droga, riciclaggio e rapine, erano imputate 50 persone tra le quali l’imprenditore di Massa Carrara Giancarlo Corbelli, produttore di motoscafi offshore, e numerosi esponenti dei clan mafiosi della Sacra Corona Unita salentina e della Camorra campana.
Il processo e’ uno degli stralci scaturiti dalle indagini a carico del premier montenegrino Milo Djukanovic (la cui posizione fu archiviata perche’ godeva dell’immunita’ diplomatica).
Nei confronti di Corbelli, difeso dall’avvocato Nicola Lerario, i giudici del Tribunale di Bari hanno dichiarato “non doversi procedere per ne bis in idem”, in quanto gia’ giudicato e
assolto per gli stessi reati. I fatti contestati dalla Dda di Bari risalgono agli anni 1994-1998.
Oltre ad alcune assoluzioni nel merito per reati di armi, droga e riciclaggio, i giudici hanno dichiarato prescritti i
reati di mafia e contrabbando per molti esponenti di clan mafiosi, tra i quali il camorrista Ciro Armento e i brindisini
Salvatore Buccarella, Erminio Cavaliere e Giuseppe Rogoli.
Unica condanna, a 4 anni e sei mesi di reclusione per armi, e’ stata inflitta nei confronti del pregiudicato Domenico Velluto.
Il Tribunale ha ordinato anche la restituzione agli imputati dei
beni sequestrati anni fa, auto e somme di denaro, tranne una Ferrari appartenente ad uno degli imputati per mafia.