Donna picchiata e uccisa con un martello: arrestati padre e figlio

Il coraggio di un ragazzino di 16 anni, che ha perso la madre agonizzante tra le sue braccia, e le indagini mirate dei carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni hanno dato un nome agli autori dell’omicidio di Sonia Nacci, la donna di 43 anni morta il 22 dicembre scorso dopo un terribile pestaggio e (si apprende oggi) dopo essere stata colpita più volte all’addome con una mazzetta da muratore. Con l’accusa di concorso in omicidio volontario sono stati arrestati questa mattina all’alba Giovanni Vacca, di 40 anni, e il figlio Cristian, di 20, entrambi di Ceglie Messapica. Abitano a 200 metri di distanza dalla casa della vittima ed è su questo percorso che la vicenda ha avuto il suo drammatico epilogo.
Secondo quanto accertato dai carabinieri (coordinati dal capitano Antonio Corvino e dal tenente Alberto Bruno), quella sera la donna si era recata a casa dei Vacca per acquistare una dose di sostanza stupefacente. Ma aveva già accumulato un debito pesante con gli spacciatori. L’aggressione sarebbe avvenuta per strada poco prima della mezzanotte. E’ stata picchiata, la testa le è stata più volte sbattuta sull’asfalto e infine colpita all’addome con il martello a punta piatta utilizzato dai muratori.

Sonia Nacci

Nonostante fosse dolorante e sotto choc Sonia Nacci ha avuto la forza di rientrare a casa e di tranquillizzare il figlio sedicenne che avendola vista in quelle condizioni avrebbe voluto chiamare subito i soccorsi. Ma la mamma, glielo ha impedito, gli ha preparato la cena ed è andata a dormire. Verso le due di notte il malore, e questa volta il figlio ha telefonato al 118. Trasportata all’ospedale Camberlingo di Francavilla è stata sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza per l’asportazione della milza, spappolata dai colpi di martello. Poi in mattinata il trasferimento all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove è deceduta poco dopo.
Determinante per ricostruire l’accaduto la testimonianza del figlio cui evidentemente la donna aveva confidato i nomi degli aggressori. I carabinieri hanno così messo sotto controlli i telefoni e l’abitazione dei presunti assassini, raccogliendo elementi ritenuti fortemente accusatori nei loro confronti, compresa l’arma utilizzata per compiere il delitto.
Su richiesta del pubblico ministero Raffaele Casto, il gip presso il Tribunale di Brindisi ha emesso nei confronti di Giovanni e Cristian Vacca un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di concorso in omicidio volontario.