Fallimento della Cittadella, aveva ragione il presidente Ferrarese: 12 indagati per bancarotta

Il liquidatore, i componenti dei consigli d’amministrazione e il collegio sindacale: dodici persone sono indagate per bancarotta fraudolenta dopo il fallimento della Cittadella e le indagini condotte dalla guardia di finanza. Un pentolone scoperchiato dall’allora presidente della Provincia, Massimo Ferrarese che denunciò gli affari che avvenivano intorno alla Cittadella e alla sua Foresteria, divenuta un vero e proprio hotel.
Gli indagati sono Vitantonio Gioia, Antonio Andreucci, Luigi Barone, Fulvio Faggiano, Alfredo Anglani, Annunziato Masiello, Giuseppe Santoro, Giuseppe Simone, Alessandro Gianicolo, Marco Botrugno, Fabio Palumbo e Angelo Colucci.
I gestori della struttura, creata per dare alloggio alle aziende e agli utenti della Cittadella Ricerca,trasformarono la Foresteria in un vero e proprio hotel, con tanto di nome: “Hotel residence foresteria dei congressi”; e di tariffario: da 60 euro in su. Prezzi stracciati insomma, tali da sbaragliare la concorrenza, e da provocare le ire dei veri albergatori di Brindisi e Mesagne, che sulla questione ingaggiarono una battaglia sia legale che amministrativa. La faccenda andò avanti per anni, fino a che alla guida della Provincia piombò Massimo Ferrarese, che rimise tutto apposto, scatenando le ire di varie componenti politiche. Il giocattolo si era rotto definitivamente.
Dopo il fallimento della Cittadella (5 dicembre 2013), ai dodici indagati è stato notificato un avviso di chiusura delle indagini firmato dal procuratore Antonio De Donno sulla scorta di indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza.
Il liquidatore e i componenti dei due diversi consigli d’amministrazione avrebbero “cagionato o concorso a cagionare il dissesto della società e poi il fallimento della stessa, effettuando operazioni dolose”, mentre al collegio dei sindaci sindaci viene contestato l’omesso dovuto controllo sull’operato dei componenti del Cda.
Dalle indagini è emerso che sarebbe stata omessa la riscossione dei crediti, i più rilevanti dei quali sono relativi ai canoni di locazione della Foresteria: cinque milioni di euro dal 2006 al 2012. Fu proprio quella della gestione della Foresteria la questione che spinse Ferrarese a denunciare le presunte irregolarità che si erano radicate negli anni precedenti. Ora l’inchiesta della procura, a diversi anni di distanza, sembra dargli ragione.