Uno si è avvalso della facoltà di non rispondere, un altro ha rilasciato dichiarazioni spontanee, il terzo ha risposto alle domande del gip per due ore e mezzo: hanno scelto strategie difensive del tutto diverse tra loro i tre detenuti eccellenti nel carcere di Melfi dopo gli arresti compiuti dalla guardia di finanza di Brindisi per presunti episodi di tangenti e corruzione nel palazzo di giustizia. Nel pomeriggio di lunedì si sono svolti, in videoconferenza gli interrogatori di garanzia degli arrestati in carcere.
Ad avvalersi della facoltà di non rispondere l’indagato principale, il giudice civile Gianmarco Galiano il cui legale ha fatto sapere che prima di rendere dichiarazioni la difesa intende avere un quadro completo delle contestazioni, preannunciando di fatto un ricorso al tribunale della libertà. A rendere invece dichiarazioni spontanee è stato il commercialista Oreste Pepe Milizia il quale in con questa scelta ha evitato di sottoporsi alle domande del giudice limitandosi a offrire la sua versione dei fatti.
L’unico ad accettare il confronto con l’accusa è stato l’imprenditore francavillese Massimo Bianco, titolare della Soavegel, che per due ore e mezzo ha fornito al gip le risposte ai singoli capi d’imputazione, contestando le accuse di aver versato denaro a Galiano attraverso sponsorizzazioni gonfiate alla sua barca a vela e alle società sportive che sarebbero state create strumentalmente dal magistrato.
Gli altri tre arrestati e posti ai domiciliari, l’avvocata Federica Spina (ex moglie di Galiano) e la presidente dell’ordine degli Ingegneri di Brindisi, Annalisa Formosi (ex moglie di Pepe Milizia), e l’avvocato Francesco Bianco, saranno ascoltati a partire da martedì presso il palazzo di giustizia di Potenza.