di Gianmarco Di Napoli
E’ stata un’edizione “maledetta” quella del Cavallo Parato 2018, segnata dalla caduta dell’arcivescovo Domenico Caliandro che si procurò la frattura di alcune costole e un lungo ricovero in ospedale. Ma non solo.
Come “Senza Colonne News” ha appurato, a tenere le briglie del cavallo e a condurre l’arcivescovo nelle poche decine di metri prima della rovinosa caduta all’uscita da piazza Duomo, c’era Giovanni Ciccarone, il pregiudicato ostunese che poi un mese e mezzo dopo è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia mentre, insieme ad alcuni complici, tentava di far esplodere i due bancomat della filiale del rione Commenda della Banca Popolare di Bari.
Era la prima volta che la Curia di Brindisi, da decenni a questa parte, non si rivolgeva ad agricoltori locali per il noleggio del cavallo e di chi l’avrebbe condotto. Una decisione che aveva provocato grande delusione tra gli allevatori locali che con tanto orgoglio avevano messo a disposizione negli anni i loro cavalli per la tradizionale processione nel cuore della città.
Quest’anno invece la Curia ha deciso di rivolgersi a un’azienda agricola con sede a Ostuni, della quale risulta essere amministratore unico una stretta congiunta di Ciccarone, per la fornitura del cavallo e dell’assistenza.
Assolutamente nulla di illegale, sia chiaro e va sottolineato. L’azienda in questione fornisce frequentemente cavalli per cerimonie pubbliche e processioni, il tutto nella massima regolarità. E sicuramente l’arcivescovo non poteva sapere che a condurre il cavallo fosse un personaggio con una lunga sfilza di precedenti penali, dal contrabbando di sigarette (si riteneva fosse legato al boss internazionale Francesco Prudentino), al possesso di armi da guerra e ai reati contro il patrimonio. Probabilmente avrebbe dovuto saperlo chi, in Curia, ha gestito i rapporti con l’azienda che legittimamente mette a disposizioni i propri cavalli.
Rivedere oggi quelle immagini con il Santissimo Sacramento nelle mani dell’arcivescovo e il cavallo condotto da un personaggio dai lunghi trascorsi nella malavita fa una certa impressione e rende ancora più incomprensibile il motivo per cui la Curia ha scelto di togliere agli agricoltori brindisini il piacere di offrire il loro cavallo per l’antichissima processione che si celebra nel giorno del Corpus Domini. Una scena inquietante soprattutto alla luce di quello che è accaduto dopo.
Era il 6 giugno scorso. Il 23 luglio il cadavere di Giovanni Ciccarone era disteso, privo di vita, sul marciapiedi attiguo all’istituto di credito brindisino, ucciso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto durante un conflitto a fuoco. I suoi complici sono tuttora ricercati dalla polizia.
Nel frattempo, ma per altri motivi, l’arcivescovo Caliandro sembra determinato a cancellare per sempre la Processione del Cavallo Parato.