
I carabinieri forestali di Brindisi hanno inviato una dettagliata informativa in procura per incendio boschivo colposo riguardo l’incendio che lo scorso 25 luglio scorso ha distrutto oltre 30 ettari di vegetazione alle porte di Brindisi, nei pressi dell’invaso idrico del Cillarese. Secondo quanto emerso dalle indagini, la responsabilità, per colpa discendente da negligenza, andrebbe attribuita – spiegano gli investigatori – alla società Rete Ferroviaria italiana per non aver ottemperato all’obbligo cui sono sottoposti enti, società e gestori di infrastrutture viarie e ferroviarie, di ripulire banchine, cunette e scarpate di propria competenza, da vegetazione erbacea, residui vegetali e ogni materiale infiammabile.
Dopo alcuni giorni in cui sono state effettuate perizie sui luoghi, raccolte informazioni, delimitate le aree bruciate, individuati i punti di innesco, i carabinieri forestali hanno concluso che erano due i punti principali da cui si era propagato l’incendio, entrambi lungo la linea ferroviaria, nei pressi della fermata «Ospedale Perrino». Il vento ha fatto la sua parte, sospingendo le fiamme in più direzioni a seconda della sua evoluzione nell’ arco della giornata, facendo inizialmente supporre che i punti di insorgenza dei focolai fossero in numero maggiore.
L’incendio si era sviluppato alle 10, ha tenuto impegnate le squadre di spegnimento dei vigili del fuoco per oltre 9 ore. È stato fatto ricorso anche agli aerei «Fire Boss» levatisi in volo dalla base di Grottaglie (Taranto). Inoltre, è stato necessario, a salvaguardia della loro incolumità, far evacuare 10 ospiti di una masseria bed and breakfast che si trova nei paraggi.