La politica di «Ora tocca a noi» ai ritrovati tempi di Marziliano

Era bello il nome che si erano scelti: «Ora tocca a noi». In esso c’era tutta il fiero entusiasmo e quel briciolo di positiva arroganza di chi, in quell’età meravigliosa che è la giovinezza, pensa di poter cambiare il mondo, o almeno ci vuol provare. I ragazzi del movimento nato, quasi per gioco, tra i tavolini di un pub in cui si erano incontrati centinaia di studenti accomunati dall’idea di offrire a questa città una possibilità di riscatto, erano divenuti poi un solido tassello nel percorso che ha portato Riccardo Rossi all’elezione a sindaco.
Nell’anestetizzato quadro di un’amministrazione comunale la cui sigla BR sembra stare non per “Brindisi” ma per “Bradipo”, la fresca sfacciataggine dei due giovanissimi consiglieri eletti con il movimento dei ragazzi rappresentava un appiglio quasi disperato per un approccio diverso con la politica, un elemento che potesse sparigliare la lenta ed edulcorata routine del placido governo cittadino.
E invece quell’ «Ora tocca a noi» che lasciava intendere chissà quali progetti di cambiamento da proporre ai vecchi bacucchi della politica, nel giro di qualche mese si è trasformato in un triste «Ora tocca a noi», possiamo fare finalmente quello che un tempo facevate solo voi. Sono bastati pochi mesi a contatto con il lato oscuro della politica per far piombare i due ragazzini nel più totale conformismo. Livia Dell’Anna, che forse non aveva mai digerito il fatto di non essere entrata in giunta e che un tempo guidava i flashmob dei ragazzi al grido di “non vogliamo partire, non vogliamo lasciare questa città”, ha deciso in realtà di lasciare il movimento con il quale era giunta in Municipio. Ma non si è dimessa dal Consiglio, nossignore. Resta al suo scranno, come “indipendente”.
Dell’Anna ha giustificato la sua decisione con la mancata dichiarazione da parte del movimento di essere “di sinistra e antifascista”. L’altro consigliere eletto, Giulio Gazzaneo le ha risposto che quella dichiarazione sarebbe stata inutile per i “chiari caratteri antifascisti del movimento” che del resto ha supportato la corsa dichiaratamente di sinistra di Rossi. La verità probabilmente sta nel mezzo, nel senso che Dell’Anna si sentiva ormai stretta in quel movimento e i ragazzi di “Ora tocca a noi” volevano evitare qualsiasi slogan che potesse chiudere loro la possibilità di pescare anche tra i giovani del centrodestra. Insomma, politica vecchio stampo, altro che novità.
Il destino ha voluto che proprio nello stesso Consiglio comunale in cui i due ragazzini mettevano in scena la rottura del breve sodalizio, arrampicandosi sui tortuosi sentieri della politica più tradizionale e fronteggiandosi sui temi del fascismo e dell’antifascismo, i rappresentanti del partito che più si avvicina alle logiche della destra, ossia la Lega, consumavano nella medesima aula un analogo divorzio, con il capogruppo Massimo Ciullo (quello del saluto romano alla festa di compleanno) disconosciuto dal consigliere Ercole Saponaro. La politica dei ragazzi sulle orme di quella dei “vecchi” e viceversa. Ora tocca a tutti.
E mentre avveniva tutto ciò, in un’improvvisa botta di vita, il Consiglio comunale ha introdotto nientemeno che il “plastic free”, ossia le bottiglie d’acqua con il vuoto a rendere al posto di quelle di plastica che, vivaddio, sono inquinanti e non in linea con l’anima ambientalista di questa amministrazione. Esclusi momenti di improbabile tensione in aula (perché in altri tempi i vuoti a rendere avrebbero potuto trasformarsi in armi improprie o oggetti volanti contundenti) sembra essere davvero tornati ai tempi felici. Quelli di Marziliano Bibite.