Ladri di bivillette: ad Acque Chiare entrano soltanto loro

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Una sola cifra, un maledetto numero, ma che cambia tutta la storia: 2008 invece di 2018. Perché quel manifestino ancora bianco, miracolosamente intonso, non sembra stare appiccicato lì da 10 anni, ma pare incollato ieri, per annunciare una stagione balneare che non è mai arrivata e rischia di non arrivare mai. “Lo Sporting Beach di Acque Chiare, per la stagione 2008, sta preparando una nuova programmazione, e soprattutto una nuova “idea di spiaggia”.
Era l’annuncio ai condomini del villaggio che la stagione stava per iniziare e che avrebbero avuto il privilegio di scegliere per primi l’ombrellone, la cabina e il posto a bordo piscina ché c’era la fila a conquistare uno dei pacchetti vista mare e la clientela era numerosa e trasversale: professionisti, magistrati, uomini delle forze dell’ordine, politici, imprenditori, ma anche impiegati, commercianti, pensionati.
Il manifestino appiccicato nella bacheca di quella che era la piazzetta dello struscio del villaggio di Acque Chiare è l’ultima comunicazione ufficiale indirizzata ai signori condomini. Il 28 maggio di quell’anno disgraziato, il 2008, la guardia di finanza sequestrò tutto per lottizzazione abusiva, fermando il tempo, cancellando la stagione balneare che era ormai alle porte, trasformando i proprietari in imputati che da dieci anni, pur non essendo ancora giudicati con sentenza definitiva, scontano una condanna preventiva che il codice penale non include ma che è ugualmente crudele: il supplizio di Tantalo. Possono guardare la loro villetta (magari pagata con i risparmi di una vita o con un mutuo ultraventennale) ma non toccarla. Sulle case vige il divieto di utilizzo, è possibile solo tenerle in ordine, ma non abitarle. Vietato trascorrervi una giornata, fare un barbecue, prendere il sole in giardino: sarebbe violazione di sigilli, reato penale, e quello ci manca.
Qualcuno all’inizio ci provava pure, un po’ per sfida, un po’ cedendo alle lusinghe del cuore e alle bellezze del posto: ma stare con l’incubo che piombasse la guardia di finanza e con il rischio di finire in guai peggiori, ha fatto presto passare la voglia a tutti.
Così del Villaggio di Acque Chiare possono usufruire tranquillamente gli unici che non hanno nulla da temere: i ladri. Centinaia di furti, di piccole e grandi proporzioni, in cui quasi sempre i danni provocati sono più gravi del bottino messo insieme dai malfattori. L’ultimo episodio la notte dell’Epifania: almeno cinque villette depredate in poche ore. Entrare in quella più devastata dà un senso di angoscia perché non sono solo ladri, ma barbari devastatori. Hanno portato via qualche elettrodomestico, il piano cottura, due biciclette, l’idropulitrice, ma anche le zanzariere, gli infissi interni e hanno smontato le cornici delle porte e persino le prese della corrente.
Mentre smontavano e trasportavano fuori, organizzati in una specie di catena di montaggio, una pattuglia della vigilanza ha notato il cancello aperto. I ladri sono scappati dai tetti, una guardia ha estratto anche la pistola. Hanno chiamato la polizia, ma quelli sono riusciti a imbarcarsi sui furgoni che avevano lasciato dall’altra parte del muro e sono fuggiti nel fango della campagna.
Pochi minuti dopo era chiaro che quella non era l’unica villetta puntata dai ladri. Altre quattro abitazioni erano state aperte nella stessa notte, ma non avevano avuto il tempo per devastare anche qui.
La vigilanza Sicuritalia fa quello che il contratto prevede. Ventiquattro ore su 24 di sorveglianza all’ingresso e quattro o cinque passaggi in auto nel corso della giornata. Qualcuno ha montato in casa il tele allarme, ma quasi tutti si affidano al destino e temono che i ladri potrebbero rubare anche l’antifurto. O meglio, sembrano rassegnati all’eventualità di ritrovarsi la villa smontata pezzo per pezzo. “Sì, sono rassegnato”, conferma uno dei proprietari delle abitazioni più vicine al confine con il cantiere dell’albergo. E’ da lì che i ladri quasi sempre entrano, parcheggiando i camion tra le pile di mattoni ancora allineati per la costruzione di quell’hotel anch’esso sequestrato. “Sono entrati in casa mia almeno quattro volte. Mi hanno smontato la cucina, portato via il televisore, sventrato le prese elettriche e i citofoni. Ormai non ricordo neanche più le cose che avevo. Ho recuperato alcune nuove prese elettriche ma non le monto perché tanto le ruberebbero di nuovo”.
Le tracce degli pneumatici dei camion usati per trasportare la refurtiva sono ancora stampati nel fango del cantiere. Le case devastate distano cento metri da quel confine diviso da una grata sottile che separa il villaggio da quello che doveva essere il suo fiore all’occhiello: la struttura alberghiera. I ladri hanno fatto la spola forse usando carrelli o carriole.
Emilio Zito, per sua fortuna ha la sua villetta dall’altra parte, quella che si affaccia a nord: “E’ più difficile che vengano a rubare da noi. Certo è che, soprattutto nei periodi in cui si verificano più spesso le rapine nelle case isolate abbiamo maggiori timori”. Si ritrova a trascorrere intere giornate nel villaggio fantasma: “Avevamo comprato qui con un’altra idea. Era un posto pieno di vita, allegro, che ora invece è diventato cupo e solitario. Certo, potendo tornare indietro, forse sarebbe stato meglio farsi una villa abusiva a Sbitri, quelle con piscina e la sorveglianza pagata a nero ai soliti personaggi. Facendo i due conti, sarebbe convenuto”.
Non c’è più rabbia. Quella la raccoglievi a palate negli anni immediatamente successivi al sequestro del villaggio. I logoranti tempi della giustizia hanno fiaccato anche l’impeto dei più incazzati e battaglieri. E’ come se qui dentro si fossero addormentati la principessa e l’intero castello, in attesa di un colpo di magia. La piazzetta era il cuore pulsante del villaggio e ora è silenziosa, con il piccolo bar supermercato sprangato, i vialetti deserti. Due cose ti colpiscono e sono pugni allo stomaco: le strade sono ordinate, le aiuole e gli alberi curati, persino i cestini dei rifiuti sono ai loro posti. E soprattutto le ville: tutte in perfette condizioni. Funzionano la corrente elettrica e l’acqua, ma soprattutto la fognatura: venne realizzata per servire il villaggio e persino la spiaggia. Anche le docce a due metri dalla riva scaricavano non in acqua ma nella rete fognaria che termina in un depuratore, collocato a sud. E le ville sono tutte in perfette condizioni: sia quelle vendute che quelle ancora senza un proprietario, nonostante gli anni trascorsi, l’abbandono e le incursioni vandaliche. Romanazzi, del resto, è sempre stato un costruttore di livello superiore.
Insomma Acque Chiare potrebbe ripartire anche domani, magari riprendendo le ultime righe di quel manifestino del 2008 che in fondo una speranza la lasciava: “Grazie fin d’ora per la collaborazione e la pazienza e siamo certi che questa stagione sarà per tutti indimenticabile”.