Maresciallo ucciso, il Riesame dispone una clamorosa scarcerazione

Michele Aportone è stato scarcerato: il Tribunale del Riesame di Lecce ha clamorosamente annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 70enne di San Donaci arrestato con l’accusa dell’omicidio premeditato del maresciallo dei carabinieri in congedo Silvano Nestola, ucciso a fucilate la sera del 3 maggio scorso.
I giudici hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato difensore Francesca Conte che aveva chiesto l’annullamento del provvedimento sia per la mancanza dell’autonoma valutazione del gip sia per l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza. La difesa aveva evidenziato che l’ordinanza di custodia cautelare non fosse altro che la riproposizione precisa della richiesta d’arresto avanzata dalla procura, senza alcuna rielaborazione critica.
Entrando nel merito delle accuse gravissime mosse nei confronti di Aportone, aveva tentato di smontare l’intero teorema accusatorio, intanto sul presunto movente, ossia la relazione tra la figlia di Aportone e la vittima che sarebbe stata ostacolata dalla famiglia. L’iniziativa di collocare il gps sull’auto della donna per controllare i suoi spostamenti – ha rilevato la difesa del 70enne — non era dettata dalla necessità di verificare che non si incontrasse con l’ex carabiniere ma per tutelare la sua incolumità visto che alcuni anni prima aveva tentato un gesto estremo e che rifiutava di assumere medicinali che le erano stati prescritti per le sue condizioni psichiche.
Nel ricorso al Riesame, la difesa ha evidenziato poi che non esisterebbe alcuna prova che Aportone si fosse recato a compiere il delitto con un ciclomotore visto che nessuno ha visto o sentito un motorino allontanarsi, né che fosse il furgone dell’imprenditore quello ripreso in vari punti lungo il percorso tra la sua area di parcheggio per camper, nella marina di Nardò, e le campagne di Copertino. E supportata dalla consulenza di parte del generale Vincenzo Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, ha sostenuto l’inutilizzabilità di una serie di perizie effettuate sul furgone per individuare le tracce del ciclomotore e su alcuni indumenti su cui sarebbero state trovate tracce di polvere da sparo, perché questi accertamenti irripetibili sono stati effettuati senza avvisare l’indagato che avrebbe avuto il diritto di nominare propri tecnici.
Si saprà solo al momento del deposito delle motivazioni da parte del Riesame, se l’annullamento dell’ordinanza sia dovuto a tutte o a parte delle contestazioni sollevate dalla difesa. Certo è che Aportone ha potuto lasciare il carcere di Lecce in cui era recluso dal 29 ottobre scorso. La procura potrà fare ricorso contro il provvedimento davanti alla Corte di Cassazione.