Maschere bianche, teaser e cestino per il pane: il racconto della rapina a “Le Colonne”

di GIANMARCO DI NAPOLI

Due maschere bianche di carnevale compaiono all’improvviso dall’ingresso Porta di Mare del centro commerciale: coprono il viso di due uomini che, con il cappuccio calato sino alla fronte, fanno lo slalom tra i carrelli, le donne che li guardano impietrite, i genitori che spingono i figli fuori intuendo quello che sta per accadere. Non hanno armi, almeno quelle convenzionali: due mazze ferrate pesantissime, uno ha un teaser, una di quelle pistole elettriche in uso alla polizia per immobilizzare i delinquenti. Ma in questo caso lo impugnano loro, i rapinatori. Uno dei due si porta dietro un cestino di legno per il pane, ma il suo utilizzo non sarà gastronomico.
Dall’ingresso alla gioielleria Oro Fino, catena di oreficerie presenti in vari centri commerciali italiani, ci sono trenta metri: si passa davanti a un parrucchiere, al bar che è sempre affollato, alcuni negozi d’abbigliamento, tra cui Zara. I due tizi mascherati puntano a passo veloce verso le vetrine più esterne al negozio, dove sono esposti oggetti in oro: picconano con le mazze ferrate sui cristalli, impiegano diversi secondi per sfasciarli, forse pensavano di impiegarci di meno, forse sono presi del panico.
Si limitano a sfondare solo le prime due. La commessa è immobilizzata dietro il bancone. La gente intanto continua a scappare verso l’esterno dove, proprio davanti all’ingresso, c’è una Giulietta scura con il motore acceso. Anche il conducente ha sul viso una maschera bianca, identica a quella dei suoi complici. Altri clienti fuggono verso il corridoio centrale, nella zona della gastronomia e delle toilette, come consigliato attraverso gli altoparlanti da un dipendente del centro commerciale.
Le vetrine intanto sono state sfondate, i due banditi pescano con le mani protette da guanti raccogliendo gli oggetti e riversandoli nella cesta di legno da da pane che si sono portati dietro. Anche qui sembrano non troppo freddi ed esperti: non riescono ad arraffare tutto, perdono alcuni oggetti mentre riempiono il cestino anche con i frammenti di vetro che raccolgono insieme alle manciate di gioielli. Lasceranno una scia di schegge sino all’ingresso.
Mentre fuggono il dipendente di un’azienda che opera nel centro commerciale solleva un tavolino del bar e lo scaglia contro i rapinatori in fuga, senza però colpirli.
Sono trascorsi circa due minuti da quando hanno fatto ingresso alle “Colonne”. Ora scappano, il compare li fa salire in auto e imbocca contromano la strada che porta alla rotonda d’accesso, l’auto sbanda, rischia di finire sulle vetture in sosta, poi infila il sottopasso e pochi secondi dopo è sulla statale 7 in direzione Mesagne. Qualche ora dopo la Giulietta, rubata qualche giorno fa, viene trovata in fiamme nelle campagne di contrada Gallone, tra Latiano e Oria. Avevano un’auto “pulita” per completare la fuga, chissà per dove.
La polizia acquisisce le immagini delle tante telecamere del centro commerciale per cercare di scoprire un qualsiasi dettaglio utile: la statura, l’andatura, i movimenti dei banditi. Potrebbero essere gente del posto, magari gli stessi che giusto un anno fa, il 21 ottobre 2019 assaltarono la medesima gioielleria. O quelli che nel gennaio 2019 ripulirono Stroili, stesso centro commerciale, un corridoio più in là.
Davanti a Oro Fino, con le vetrine in frantumi e la polizia scientifica a effettuare i rilievi, si raduna tanta gente con i carrelli pieni di spesa e le mascherine. C’è aria di rassegnazione: “Ah, vabbe’ hanno rapinato la solita gioielleria”. Girano il carrello e tornano a fare la spesa.