Nobel della Pace: direttrice Base Onu di Brindisi: “Lo dedico ai morti in missione”

“Al Wfp siamo estremamente onorati per questo premio che è un riconoscimento a tutto lo staff che ogni giorno lavora per portare cibo ed assistenza a più di 100 milioni di persone del mondo. Tra questi, ci sono 119 uomini e donne che lavorano, dietro le quinte, per dare risposte alle emergenze umanitarie, nella base Unhrd di Brindisi e nelle altre cinque del Network che ho l’onore di guidare”. Lo afferma Marta Laurienzo, che dirige dal 2015 la Base di Brindisi e fu coinvolta nella sua creazione, ed è diventata coordinatrice dell’intero network di basi di pronto intervento umanitario, prima donna a ricoprire questo ruolo. Il World food programme ha ricevuto ieri il premio Nobel per la pace.

“È un premio che dedichiamo alle colleghe e colleghi morti in missione – aggiunge – pagando il sacrificio più grande per aiutare altre persone a sopravvivere. Questo premio lo condividiamo con le organizzazioni umanitarie nostre partner, i nostri Paesi ospitanti e i nostri donatori, tra cui l’Italia e la Cooperazione italiana, con i quali lavoriamo per portare pace attraverso l’assistenza umanitaria”.

Sul “modello Brindisi”, fiore all’occhiello della Cooperazione italiana e del settore umanitario, il Wfp ha creato altri cinque hub logistici umanitari dando vita a “Unhrd Network” con basi in Ghana, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Panama e Spagna.
E’ italiano gran parte dello staff della base brindisina: da Piemonte, Toscana, Campania, Abruzzo e Lazio, ma soprattutto dalla Puglia. Da Brindisi, Lecce e dai comuni del territorio (Ostuni, San Vito dei Normanni, San Donaci, San Pancrazio Salentino), alcuni e alcune di loro lavorano a Unhrd sin dall’apertura e in venti anni hanno viaggiato in tutto il mondo, dallo tsunami del 2004 alla risposta Covid-19 in Ghana ed Etiopia.