Nobel per la pace: Brindisi prima base al mondo, inviate in un anno 428 tonnellate di aiuti

È stata la prima della rete «Unhrd» ad essere istituita e ha appena compiuto vent’anni: l’unica base italiana di Pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite gestita dal World Food Programme, oggi insignito del Nobel per la pace, si trova a Brindisi. In tutto il mondo ce ne sono sei, solo due sono europee. È un network, una rete efficientissima, che comprende oltre a Brindisi, Las Palmas (Spagna), Accra (Ghana), Dubai (Emirati Arabi Uniti), Panama City (Panama) e Kuala Lumpur (Malesia). Brindisi, finanziata dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo, è il fiore all’occhiello, il «modello» per la preparazione e risposta alle emergenze umanitarie. Partono continuamente voli umanitari, in 48 ore è stato allestito un aereo carico di aiuti per Beirut, dopo l’esplosione del 4 agosto. Ma sono stati destinati aiuti anche in Iran, Mozambico, Siria, Indonesia, Nigeria. Ovunque ce ne sia stato bisogno. Erano previsti festeggiamenti e celebrazioni per i 20 anni di duro lavoro al servizio dell’umanità, ma la pandemia ha impedito qualsiasi evento: resta il fatto che la posizione strategica della base italiana non è mai stata messa in discussione, è una certezza per il World Food Programme e per la comunità umanitaria. L’intera rete di pronto intervento umanitario ha le sue radici in un’iniziativa del governo italiano a metà anni 80: consentire all’Onu e alle organizzazioni umanitarie di preposizionare beni di primo soccorso all’aeroporto militare di Pisa, in modo da poter poi essere inviati nelle aree d’emergenza e portare velocemente aiuto alle popolazioni colpite. Alla fine degli anni 90 il deposito fu trasferito a Brindisi, località scelta per le sue infrastrutture logistiche e la sua posizione chiave nel cuore del Mediterraneo. La primissima operazione ci fu il 20 giugno 2000. Un Iliyushin 76 fu caricato con 36 tonnellate di aiuti e un ospedale mobile diretto da Asmara. La popolazione eritrea era stata colpita dalla guerra di confine con l’Etiopia. Nonostante siano parte del World food programme le basi di pronto intervento umanitario non spediscono cibo ma beni di prima necessità e attrezzature logistiche: coperte, tende, set da cucina, zanzariere. Nelle celle frigorifere ci sono i medicinali e i kit sanitari d’emergenza. Nel 2019 da Brindisi, Unhrd ha inviato, per conto del Wfp e dei suoi partner, 428 tonnellate di aiuti umanitari in 34 paesi, organizzando e gestendo 75 operazioni. Da gennaio a settembre 2020, le sei basi mondiali hanno supportato 36 organizzazioni partner spedendo 17,900 tonnellate di aiuti e attrezzature logistiche in 126 per la risposta al Covid-19 ed altre emergenze umanitarie.



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