Poveri santi patroni, il Comune paga la festa con il «Fondo di riserva»

Lo avevamo preannunciato qualche settimana fa e si è puntualmente verificato: la giunta comunale di Riccardo Rossi ha prosciugato nel corso dell’estate tutti i capitoli di bilancio relativi ad iniziative culturali e di spettacolo a disposizione, organizzando quella che verrà ricordata come la stagione più costosa nella storia delle amministrazioni comunali brindisine: poco meno di mezzo milione di euro.
La prova giunge dal fatto che, terminati spettacoli e sagre, ci si è resi conto che non c’erano i quattrini necessari per pagare la festa patronale, in particolare le luminarie e i fuochi d’artificio, una spesa che lo scorso anno si assestò intorno ai 55 mila euro.
Ovviamente Brindisi non poteva rinunciare alla sua festa patronale, come invece avrebbe probabilmente potuto risparmiarsi una serie di iniziative “culturali” che hanno prosciugato le già sofferenti casse comunali. Così Rossi ha convocato la giunta (assente l’assessore al Bilancio Cristiano D’Errico, oltre a quello all’Ecologia Roberta Lopalco) e ha deliberato di prelevare i 60 mila euro necessari dal “Fondo di riserva” del Comune.
Il Testo unico degli enti locali, al secondo comma dell’art. 166, chiarisce che “Il fondo è utilizzato, con deliberazioni dell’organo esecutivo da comunicare all’organo consiliare nei tempi stabiliti dal regolamento di contabilità, nei casi in cui si verifichino esigenze straordinarie di bilancio o le dotazioni degli interventi di spesa corrente si rivelino insufficienti”.
In effetti, per “giustificare” il ricorso a questa soluzione di emergenza, il sindaco Rossi – con apposita nota – ha evidenziato agli astanti “la necessità di accedere al fondo di riserva al fine di fronteggiare le iniziative concordate per lo svolgimento della festa patronale e organizzate operativamente dall’Arcidiocesi di Brindisi”.
Il sindaco ha ben sottolineato “le ricadute che generano i festeggiamenti in termini di economia locale indotta” (in altre parole Rossi ci ha spiegato che San Teodoro e San Lorenzo portano bene all’economia).
Ma ha valutato anche che i tempi ristretti per gli atti propedeutici allo svolgimento dei festeggiamenti non sono compatibili con quelli previsti per l’approvazione da parte del Consiglio comunale della proposta di Salvaguardia degli equilibri di Bilanci.
Così ha risolto tutto con una riunione di giunta che ha consentito di mettere mano al salvadanaio del Comune, quello riservate alle emergenze.
Certo, sembra stridere alquanto la volontà di assumere la spesa in questione, peraltro con tali modalità, con quanto dichiarato dal dirigente dei Servizi Finanziari, Simone Simeone, all’interno della stessa delibera. Il dirigente non manca infatti di ricordare che aveva rivolto a sindaco e giunta ben due note di allarme sui conti comunali: con la prima, del 14 luglio, proponeva una linea di rigore per ristabilire l’equilibrio di bilancio, indicando la necessità di tagliare le spese non obbligatorie e non essenziali; con la seconda nota, del 2 agosto, ripeteva l’appello a tagliare le spese, respingeva le richieste di nuovi stanziamenti avanzate nel frattempo e rammentava l’accertamento di uno squilibrio di 1.133.794 euro tra entrate e uscite rispetto alle previsioni del 2019. A fronte di una tale certificazione e conseguente richiamo al rigore del dirigente, sorge spontanea la domanda su quale coerenza vi sia tra le due parti della delibera, relazione e dispositivo, e come, in presenza di tale contraddizione, possano esserci i pareri tecnico e contabile favorevoli dello stesso dirigente.
Sappiamo bene che ci sono due appuntamenti sicuri nell’anno solare che devono essere affrontati dal Comune in maniera adeguata: uno è Natale, l’altro la Festa patronale. Come mai si è arrivati alla fine di agosto senza il denaro necessario per assicurare la copertura di spese che vengono affrontate ogni anno?
Ricorrere al Fondo di riserva per celebrare la Festa più importante e sentita della città non è solo la dimostrazione algebrica di una gestione evidentemente tutt’altro che oculata delle risorse finanziarie, ma rappresenta un’offesa per tutta la comunità brindisina, profondamente legata ai suoi santi protettori. E anche per l’Arcidiocesi che la organizza con impegno.
San Teodoro e San Lorenzo sono stati messi in coda a tutti gli eventi mondani pagati dalla giunta comunale in questa pazza estate 2019. Ci sarà da ridere quando i due patroni saranno chiamati a intercedere per salvare la nostra città dal disastro che si intravede all’orizzonte.