Sarebbe stato ucciso l’imprenditore pugliese Salvatore Cairo, di cui si sono perse le tracce nel 2000, quando aveva 36 anni. È questa l’ipotesi degli investigatori che stanno effettuando un sopralluogo in una zona periferica di Brindisi dove si ritiene possano trovarsi i suoi resti. Dagli esiti delle indagini riaperte di recente, sarebbero emersi elementi che avvalorano l’ipotesi dell’omicidio. Il sopralluogo viene effettuato dagli agenti della squadra mobile di Brindisi con il vicequestore Rita Sverdigliozzi, coordinati dal pm Milto Stefano de Nozza della Dda di Lecce.
Salvatore Cairo, rappresentante brindisino di 36 anni, è scomparso la mattina di sabato 6 maggio 2000. Quel giorno doveva recarsi a Lecce per un appuntamento di lavoro e poi tornare a pranzo dalla moglie. Ma a casa non è più rientrato. Tre giorni dopo, la sua automobile è stata ritrovata sulla superstrada che collega Brindisi a Lecce, presso lo svincolo di Squinzano, in una stradina sterrata a pochi chilometri dalla sua abitazione. Il sedile destro anteriore era bruciacchiato, come qualcuno avesse voluto dargli fuoco, le chiavi erano inserite nel quadro. All’interno c’era la valigetta ventiquattrore con i documenti di lavoro. A guidarla fin lì potrebbe non essere stato lui: il sedile di guida era infatti spostato completamente in avanti, a ridosso del volante, diversamente dalla posizione abituale. L’unico episodio ‘strano’ nella vita dei coniugi Cairo era stato un furto in casa, subìto due settimane prima della scomparsa. L’appartamento era stato messo a soqquadro ed erano state portate via alcune cose: una macchina fotografica professionale, una collezione di orologi Swatch e una collanina d’oro.