
Sono trascorsi 50 anni da quando la marchesa Luisa Romanazzi Carducci, pioniera del WWF, si interessò per la prima volta di Torre Guaceto, all’epoca zona nota solo ai pescatori e ai cacciatori. E ne sono passati 40 da quando il governo pensava di costruirvi una centrale termonucleare, sollevando i primi sussulti di un ambientalismo ancora acerbo. Sono quasi 30 anni da quando invece Guaceto è stata dichiarata “Riserva marina protetta”. E sono giusto 18 (compiuti il 4 febbraio) che è diventata «Riserva Naturale dello Stato» ed è stata affidata in gestione a un consorzio misto costituito dal Comune di Carovigno, da quello di Brindisi e dal WWF. Sono trascorsi infine dieci anni (1 aprile 2009) da quando è iniziata con l’assunzione con la qualifica di impiegato direttivo, la scalata del brindisino Alessandro Ciccolella al ruolo di plenipotenziario di Guaceto: entrato come volontario per la gestione dei campi estivi del WWF, è oggi direttore del Consorzio, direttore della Riserva Marina e direttore del Parco Naturale.
In questo mezzo secolo scandito da eventi decennali, Torre Guaceto sembra essersi sempre più allontanata dall’immagine di oasi naturale per diventare un business di portata regionale: basti pensare alla costruzione di un impianto di irrigazione da sei milioni e mezzo di euro finanziato con fondi pubblici e la cui gestione è stata affidata a un soggetto privato qual è il Consorzio di Torre Guaceto, o il recente finanziamento (23 ottobre 2018) di un milione 280 mila euro da parte della Regione Puglia per “un progetto per la valorizzazione e migliore fruizione della riserva e del sito di interesse comunitario”. Per non parlare degli insediamenti turistici realizzati negli ultimi anni (è dello scorso mese di dicembre il sequestro di una struttura alberghiera privata realizzata a ridosso della riserva naturale) e della questione dei parcheggi che fatturano centinaia di migliaia di euro intorno alla spiaggia di Penna Grossa.
Il tutto gestito in maniera autonoma dal Consorzio, quasi sempre con affidamenti privati e uno scarso ricorso agli avvisi pubblici. Ma questa volta il banco (o il bando) rischia di saltare. Qualche giorno fa il Consorzio ha annunciato una selezione per l’assunzione a tempo indeterminato di otto figure professionali con diverse mansioni. Ma, pur essendo composto da due soggetti pubblici (i Comuni di Carovigno e Brindisi) la pubblicità del bando non è passata né attraverso i canali istituzionali degli enti consorziati, né attraverso gli organi di stampa. Né soprattutto sulla Gazzetta Ufficiale, visto che le assunzioni, riguardano pur sempre una Riserva dello Stato.
Il primo ad accorgersene è stato Elio Lanzillotti, già presidente del Consorzio e poi vicepresidente nazionale di Federparchi: “Ho saputo di questo bando pubblicato “solo” sul sito del Consorzio di Torre Guaceto da un post su una interessante pagina FB che si chiama “Carovigno in Divenire”.
Le otto unità da assumere, anche sulla base delle prescrizioni del bando che prevede un’esperienza di almeno due anni a Torre Guaceto, sarebbero quelle che da anni operano nella Riserva attraverso le società interinali che di volta in volta si aggiudicano la gara. Si tratta di due impiegati, a livello amministrativo, progettuale e contabile, un addetto stampa, e cinque operai per le attività di conservazione habitat, manutenzione edilizia ordinaria, sentieristica e cartellonistica; monitoraggio terrestre, sorveglianza antincendio e primo intervento di spegnimento. Termini scaduti già scaduti per la presentazione delle domande.
“Il costo di questo personale lo paga il ministero che però pone come pre-condizione assoluta che il personale non sia dipendente del Consorzio ma dei soggetti consorziati, oppure che sia preso con convenzioni a tempo determinato per la riserva terrestre. Mentre per la riserva marina si riconoscono solo le spese del direttore”, chiarisce Lanzillotti. “Anziché chiedere alla società interinale l’assunzione del personale a “tempo indeterminato” si intraprende la strada del “bando pubblico”, un percorso in questo caso contorto che porta ad una totale penalizzazione dei Comuni che saranno le vittime finali di queste assunzioni”.
Il bando era stato preceduto il 26 ottobre scorso da una lettera inviata dall’attuale presidente del Consorzio, l’ex prefetto di Brindisi Mario Tafaro, ai sindaci dei Comuni di Carovigno e Brindisi con la quale li informava che l’ente aveva necessità di personale da assumere in forma diretta e a tempo indeterminato. “Il ministero – scrisse Tafaro – per molteplici cause potrebbe non rinnovare la convenzione e affidare la gestione dell’Area Marina Protetta e della Riserva naturale ad altri enti. Per tali motivi si chiede di verificare la possibilità che codeste amministrazioni, in caso di scioglimento del Consorzio, possano assorbire tale personale anche attraverso proprie aziende municipalizzate, facendo esprimere in merito i propri consigli”.
Il Consorzio ha quindi avviato il bando pubblico al quale hanno aderito pochissime persone, visto che non era stato pubblicizzato, e che secondo Lanzillotti consentirà l’assunzione delle otto unità che attualmente lavoravano attraverso un’agenzia interinale. Qual è la differenza? Che finora il loro stipendio veniva erogato dal ministero che ora trovandosi davanti ad assunzioni dirette (non essendo queste previste nelle convenzioni) non consentirà che con i suoi soldi (circa 240 mila euro ) si paghino i neo assunti. A questo punto pena la revoca della gestione i Comuni dovranno far fronte al pagamento. E in caso di scioglimento il personale assunto dovrà passare nei ruoli dei Comuni.
“Le convenzioni tra Consorzio e ministero escludono per la Riserva Terrestre l’utilizzo di personale dipendente del Consorzio mentre per la Riserva Marina si riconoscono solo gli oneri della Direzione Riserva, da 18 anni occupata dalla stessa persona, senza che si sia mai svolto il previsto concorso pubblico”, aggiunge Lanzillotti. “Le otto qualifiche di personale che prima lavoravano nella Riserva alle dipendenze di una società interinale ed erano retribuite con soldi ministeriali adesso potranno essere pagate solo con fondi derivanti dalle attività commerciali del Consorzio o con un forte incremento dei fondi dei Comuni. I Comuni lo sanno? Hanno deliberato questo impegno? Il Comune di Carovigno mette a disposizione del Consorzio di Torre Guaceto i locali di Serranova e quelli del Castello di Carovigno, paga servizi e credo alcuni canoni, da due anni versa la cifra di 130.000 euro l’anno quale quota consortile. Cosa riceve in cambio? Perché mai dovrebbe farsi carico di altre pesanti spese che erano tranquillamente pagate dal Ministero dell’Ambiente. Credo che sia necessario su questa cosa così importante che il sindaco e l’intero Consiglio Comunale abbiano un momento di approfondimento e di confronto”.
Proprio la politica in questa situazione sembra essere totalmente assente, lontana e apparentemente disinteressata di quanto avviene nel Consorzio, nonostante sia il Comune di Brindisi che quello di Carovigno contribuiscano già ora con oltre 260 mila euro all’anno. Le opposizioni, dopo la denuncia di Lanzillotti, sono passate alla carica: a Carovigno hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale urgente. Jacopo Russo, primo dei non eletti in una lista della maggioranza del sindaco Lanzillotti, su Facebook ha pubblicato un post in cui chiedeva al primo cittadino di confermare o smentire le voci della candidatura di sua moglie a ricoprire uno dei posti previsti dall’avviso pubblico del Consorzio.
Analoghe richieste sono giunte al sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, al quale Forza Italia ha chiesto un intervento immediato per la sospensione del bando, con una interrogazione nella quale si chiede tra l’altro di sapere se abbia già convocato i due rappresentanti del Comune che siedono al Cda del Consorzio “per verificare il contesto all’interno del quale la procedura concorsuale è maturata con così poca trasparenza”.
Voci di dissenso anche nella maggioranza: “Non si comprende come mai sull’albo pretorio del Comune di Brindisi, il Consorzio di Torre Guaceto faccia pubblicare una serie di atti, tra cui semplici richieste di autorizzazioni pesca – scrive Valentina Fanigliulo (Pd) – e ometta invece di far pubblicare un importante avviso di selezione di personale anche solo per informazione. Auspico che il Consorzio di Torre Guaceto, il cui consiglio di amministrazione, proprio in queste settimane, rinnoverà le figure delegate al Comune di Brindisi, sospenda tale procedura per riproporre il tutto secondo procedure più chiare”.
Intanto la stessa governance di Torre Guaceto sta proseguendo anche con la scelta della commissione giudicatrice, che come si legge nell’avviso di selezione pubblica «sarà nominata con decisione del direttore del consorzio e composta da tre esperti di comprovata esperienza nelle materie di concorso. In luogo della commissione esaminatrice, tutte o parte delle attività potranno essere affidate a società esterna specializzata nella selezione del personale appositamente nominata dal direttore del consorzio». Sarà dunque ancora il plenipotenziario Ciccolella a gestire di fatto il concorso, individuando a suo insindacabile giudizio i tre commissari che dovranno valutare a loro volta i candidati.
Proprio il ruolo di Ciccolella è oltremodo centrale nella storia di Torre Guaceto degli ultimi quattro lustri. Entrato nel 1992 come volontario per la gestione dei campi estivi del WWF, è stato poi assunto volte a tempo indeterminato come unico dipendente alla fine degli anni Duemila quale sesto livello del Consorzio con una semplice lettera dell’allora presidente, Vincenzo Epifani. Dal 2003 espleta le funzioni di direttore della Riserva Naturale e poi anche come direttore del Parco Marino, alle dipendenze del ministero. Il tutto – ed è stato oggetto di varie polemiche – senza che mai si sia svolto il previsto concorso nazionale a cui hanno diritto di partecipare tutti gli iscritti all’albo nazionale dei Direttori di Parco. Lo stesso Epifani nominò Ciccolella direttore facente funzioni del Consorzio, attribuendogli anche con atto notarile, una delega alla firma che di fatto lo ha reso l’entità dominante di Torre Guaceto. Direttore del Consorzio, con poteri di firma del presidente, e direttore delle due riserve che il consorzio dovrebbe controllare.
Nel giugno dello scorso anno, il presidente Tafaro ha fatto un ulteriore passo: ha inviato una lettera ai sindaci di Brindisi e Carovigno, informandoli che avrebbe nominato un Direttore del Consorzio con procedura interna interpellando quindi i dipendenti dei due Comuni consorziati qualora avessero voluto concorrere a ricoprire tale ruolo con la condizione che gli stessi fossero iscritti all’albo nazionale dei direttori di Parco. Non risulta sia stata inviata la stessa lettera al WWF che realmente annovera tra i suoi dipendenti alcuni iscritti all’albo nazionale.
Così Cicccolella non è più “facente funzioni” ed è stato confermato per altri due o tre anni quale unica alternativa nelle more di un concorso che chissà se si farà mai.
Un ruolo consolidato quello di Ciccolella che non è stato neanche scalfito dalla condanna a tre anni di reclusione rimediata per omicidio colposo dal Tribunale di Brindisi per la morte del ricercatore Paolo Rinaldi, travolto dal crollo della falesia mentre era impegnato in rilievi tecnici all’interno della Riserva. Viceversa l’esperto che accompagnava lo sfortunato ricercatore, il guardaparco Franco Marinò, condannato a due anni, non è stato più riconfermato dalla società interinale attraverso la quale era stato assunto. E non ha mai più lavorato a Torre Guaceto.