di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine
I furti di farmaci nell’ospedale “Perrino” di Brindisi non sono una novità. Già nel recente passato erano stati individuati, e arrestati, dipendenti infedeli che approfittavano del facile accesso ai medicinali e al materiale sanitario per rubare. Mai però, finora, era stato documentato a chi venissero rivenduti i farmaci sottratti ai pazienti dell’ospedale. E stavolta quello che era solo un sospetto, si trasforma in un’inchiesta penale. Sono cinque i medici indagati a piede libero dalla procura di Brindisi perché sospettati di essere complici di Salvatore Sorge, 45 anni, dipendente della “Sanitaservice”, società partecipata della Asl, ausiliario e addetto alle pulizie in ospedale. Parte dei medicinali li riacquistavano illecitamente loro, a buon prezzo, e li utilizzavano nei loro ambulatori privati.
Sorge è stato arrestato qualche giorno fa dai carabinieri del Nas di Taranto, al termine di un’indagine condotta per mesi con l’ausilio di videoriprese, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e perquisizioni. E’ accusato di peculato continuato, con la complicità di un altro dipendente dell’impresa, Carlo Di Stradis, del fratello Ivan Sorge e della moglie Antonietta Altavilla. Dall’ottobre 2017 al gennaio 2018 avrebbero sottratto medicinali prelevandoli dal “roller” proveniente dalla farmacia ospedaliera. Salvatore Sorge lavora come ausiliario nell’Unità di Anestesia e Rianimazione del “Perrino”, una collocazione strategica per la tipologia di medicinali. E poi vedremo perché.
L’indagine è partita con una segnalazione anonima con cui qualcuno denunciava il frequente furto di farmaci e indicava anche il nome del presunto responsabile. I carabinieri del Nas di Taranto hanno così installato apparati di videosorveglianza presso l’Unità di Rianimazione, al quinto piano dell’ospedale Perrino.
Le immagini registrate dalle telecamere hanno confermato quando contenuto nella denuncia: Sorge e i suoi momentanei complici si appropriavano dei presidi sanitari provenienti dalla farmacia ospedaliera e li nascondevano generalmente al settimo piano, lasciandoli prima nell’androne e poi nella stanza in cui vengono sanificati i letti dei degenti. Da qui, poi, venivano portati fuori dall’ospedale con zainetti o in buste di plastica.
Se le immagini hanno lasciato pochi dubbi sugli autori dei furti, grande sorpresa hanno riservato le intercettazioni telefoniche: i carabinieri hanno infatti scoperto che Sorge raccoglieva le varie richieste di approvvigionamento di farmaci, che poi provvedeva a sottrarre dal reparto di Rianimazione, direttamente da medici di base, odontotecnici e, soprattutto, veterinari.
E torniamo al discorso dei farmaci rubati: gran parte di quelli specialistici utilizzati nel reparto di Anestesia e Rianimazione sono appunto legati alle funzioni di narcosi e di risveglio dei pazienti. Così si tratta di medicinali particolarmente utili ai veterinari per gli interventi sugli animali effettuati in cliniche e ambulatori. In alcuni casi erano rivenduti farmaci di contrasto per effettuare le radiografie, in altri bende all’ossido di zinco per fasciare gli altri lesionati.
Tre sono i veterinari indagati per ricettazione. Si tratta di Sebastiano Tiralosi, titolare della clinica privata “Trinacria” di Brindisi: secondo l’accusa, avrebbe acquistato, o comunque ricevuto, da Sorge numerose confezioni di medicinali: Bupivacaina, Lidocaina, Rifadin, Solumedrol, Talentum Midazolam, Viscopaste. E anche presidi sanitari vari: bisturi monouso, cateteri e kit di medicazione.
Il 2 novembre 2017 Sorge telefona a Tiralosi in una conversazione dalla quale, secondo gli inquirenti, “appare evidente l’uso di un linguaggio criptico”.
S: Ah , e senti…. quelli.. … quei due cuccioli li posso portare a vaccinare ..?
U: Eh, se sono sempre quelli …, e presto per il richiamo …;
S: Eh quelli stanno si…. non fare ii…;
U: Eh lo so… eh….;
S:Eh ?
U: Non ti fare arrivare il vaccino per quello …. quando arriva il vaccino … Salvatore te l’ho detto …; S: Va bene ciao …;
U: Ciao.ciao
I carabinieri registrano tutti gli appuntamenti tra il dipendente della Sanitaservice e il veterinario e alla fine effettuano una perquisizione nella clinica del medico. Qui vengono rinvenute numerose confezioni di farmaci ad uso ospedaliero, tutti riconducibili con certezza a lotti d’acquisto di prodotti effettuati dalla ASL di Brindisi e destinati all’ospedale “Perrino” di Brindisi. Eloquente, nel corso dell’attività di ispezione, il comportamento tenuto dal medico il quale avrebbe tentato inutilmente di asportare la “fustella” recante l’indicazione “Uso ospedaliero“ da una delle confezioni di farmaci rinvenute.
Un altro “cliente” di Sorge risulta essere la clinica veterinaria “Messapica” di Mesagne il cui titolare è il dottor Giuseppe Russo. Anche qui i carabinieri dei Nas hanno effettuato una perquisizione mirata, dopo aver registrato una serie di telefonate che non lascerebbero dubbi. E in effetti sono state rinvenute le confezioni di farmaci a uso esclusivamente ospedaliero trafugate da Sorge al Perrino: Keritrina, Revivan, Midazolam, Visipaque) per le quali il dott. Russo non è stato in grado di giustificare la provenienza.
Il terzo veterinario accusato di ricettazione è il dott. Giuseppe Gallo, titolare della clinica veterinaria privata “Lecce Città”. Dopo alcuni colloqui telefonici intercettati con Sorge, i Nas hanno effettuato una perquisizione individuando di alcuni armadietti e frigoriferi diverse confezioni di farmaci a uso ospedaliero: Lasix, Albit Al, Iopamiro, Lidocaina Ecocain, Naloxone, Iomeron, Glipressina, Dopamina, Bupiv Acaina, Diazepan, Cefazolina) e varie confezioni di presidi sanitari destinate al medesimo uso: bisturi e kit di medicazione. Il direttore della struttura non è stato in grado neanche in questo caso di fornire alcuna giustificazione sulla provenienza dei farmaci: gli ulteriori controlli hanno confermato che il materiale proveniva, appunto, da lotti di merce acquistata dalla ASL di Brindisi e destinata all’ospedale “Perrino” di Brindisi.
Ma il ruolo (e le eventuali responsabilità penali) dei tre veterinari indagati per ricettazione non esaurisce la rete di complicità con il mondo medico che l’addetto alle pulizie dell’ospedale era riuscito a costruire. Sono infatti indagati anche altri due medici, la dottoressa Francesca Valzano, specialista di Medicina Generale convenzionato con la ASL di Brindisi nonché́ medico di base di Sorge, e il marito Michele Marchese, medico in pensione, titolare di ambulatorio in via Appia.
Cosa hanno scoperto i carabinieri indagando sui furti in ospedale e intercettando le telefonate di Sorge? Che i due medici sarebbero stati disponibili a rilasciare false certificazioni, e addirittura consulenze all’ausiliario per perpetrare truffe alla Asl. E’ stato appurato che la dottoressa Valzano avrebbe redatto tre certificati medici falsi attestando che Sorge soffriva di una forma di lombosciatalgia che gli impediva per alcuni giorni di andare al lavoro. In realtà l’uomo, in quegli stessi giorni, svolgeva le mansioni di muratore proprio presso l’abitazione e l’ambulatorio della Valzano e del marito.
Per questo motivo il pm Francesco Carluccio ha chiesto per la donna la misura interdittiva della sospensione dal servizio pubblico. Sia lei che il marito sono indagati per falso ideologico in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dell’Inps.
Anche Marchese avrebbe tentato di favorire l’attività illecita di Sorge che, per due vicende personali e fuori dal servizio, aveva perso alcuni denti. Secondo quanto ricostruito dai Nas, il medico in pensione praticò a Sorge un’incisione al labbro inferiore con la quale il dipendente della Sanitaservice si recò al pronto soccorso sostenendo di essere stato vittima di un incidente sul lavoro e dichiarando che aveva riportato un trauma facciale contro una porta taglia fuoco che era stata aperta all’improvviso dal lato opposto. Aveva così richiesto 6.700 euro per farsi rimettere a posto i denti in maniera del tutto truffaldina.
Anche in questo caso sia Sorge che Marchese sono indagati per falsità̀ ideologica per induzione in atto pubblico e tentativo di truffa aggravata in danno di ente pubblico.
Per la prima volta, dunque, viene documentato un rapporto diretto tra chi ruba i farmaci dall’ospedale e chi li ricompra, evidentemente, a prezzi più convenienti e totalmente
“in nero”.
I furti compiuti da Sorge sono pressoché giornalieri: “I contatti che l’indagato ha intessuto e mantiene con diversi medici e persino con i referenti di organizzate strutture sanitarie private – si legge nell’ordinanza d’arresto – dimostrano in maniera evidente l’abitualità̀ del suo agire, la professionalità̀ criminale ed il facile sbocco finalistico delle sue condotte orientate evidentemente a lucrare un profitto dalla successiva messa in commercio illecita di quei beni. Senza alcuno scrupolo per il dovere di fedeltà̀ verso il proprio datore di lavoro e verso l’amministrazione sanitaria, ha compiuto in modo reiterato una serie innumerevole di atti predatori di impossessamento di farmaci e vari presidi sanitari. E lo ha fatto approfittando della qualifica lavorativa e della disponibilità̀ di quei beni cha ha in forza della sua collocazione lavorativa in ospedale e specificamente all’interno del U.o.C. di Rianimazione e facendo di questa attività̀ quasi un “secondo lavoro”.