di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine
Green non ha neanche un anno. E’ un trovatello a quattro zampe che da qualche giorno non sono sufficienti a reggerlo. E’ nato da madre e padre sconosciuti, una cucciolata abbandonata tra i cespugli, a due passi dal lido Granchio rosso, una ragazzina che ha raccolto quei cagnetti strappandoli a morte ormai imminente e li ha distribuiti tra persone di buon cuore.
Tra queste c’è Anna, casa popolare nella zona vecchia delle Sciabiche, tre figli di 20, 18 e quattro anni, tutti a carico, senza un compagno, senza un lavoro. Ma generosa.
Anna, otto mesi fa, ha deciso di prendersi cura di Green, un bastardino mezzo lupo, mezza volpe, con una striscia bianca che gli separa il muso e gli occhi tristi. Dove mangiano in quattro, si mangia anche in cinque. Anche se la casa è piccola, anche se i soldi sono pochi e non bastano mai.
Poi Anna ha perso il lavoro e siccome il cucciolo è apparso subito cagionevole, ha chiamato il canile per chiedere se potevano prenderlo loro, per garantirgli quelle cure che lei non le poteva assicurare. Ma alla fine, per un motivo o per l’altro, non l’hanno preso.
Da qualche giorno le condizioni di salute del cagnetto sono peggiorate. Mangia poco, rigetta, non riesce a trattenersi. Una lenta agonia, aggravata dal fatto che non riesce più neanche a mettersi in piedi.
Anna non ha soldi per curarlo, a stento riesce a mettere il piatto a tavola per i suoi figli. Ha chiamato il servizio veterinario della Asl ma non ha avuto risposta. Quindi è iniziato un tormentato giro di telefonate per chiedere aiuto ai veterinari: il cane sta male, rischia di morire, ma non posso pagare.
Pensate che qualcuno si sia impietosito? Nessuno. I veterinari, ne hanno diritto, pretendono di essere pagati e non sono disposti a fare eccezioni. Neanche se il paziente non riesce più nemmeno a mettersi in piedi e la padrona vuole salvarlo ma non ha proprio i trenta euro per la visita, figurarsi i soldi per le flebo.
La figlia di Anna, disperata, ha preso Green in braccio e l’ha portato in un paio di studi veterinari. Nel primo è stata messa alla porta, nel secondo il dottore ha preteso almeno un acconto e ha imposto “domani mi porti il resto”.
Ma Green dovrà essere curato con flebo e medicinali chissà per quanto, altrimenti morirà, e Anna proprio non può permetterseli. E non c’è nessuno che l’aiuta. Siamo tutti fieramente animalisti, ché è di moda esserlo. Ma solo sino a quando la generosità non inciampa nel nostro portafogli.