La scena cult del film, quella che ispira la locandina, è un ballosfrenato sotto la pioggia sulle chianche di una piazza antica: lui è Matteo (Michele Riondino), lei è Francesca (Laura Chiatti). Quella location magica è l’atrio del Circolo cittadino, nel cuore di Francavilla Fontana, il film è quello di cui in questo momento si parla di più: “Un’avventura”, una romantica storia diretta da Marco Danieli (David di Donatello come miglior regista esordiente con “La ragazza del mondo”) e raccontata sulle meravigliose note delle canzoni di Lucio Battisti.
Si tratta di un successo annunciato, sospinto dalle coreografie realizzate dell’art director Luca Tommassini, tra i più apprezzati del panorama italiano. I due attori protagonisti sono stati ospitati nelle ultime settimane nelle principali trasmissioni televisive e il trailer è già un tormentone.
La prima ufficiale è stata a Roma, mercoledì sera. C’era anche il sindaco di Francavilla Fontana, Antonello Denuzzo. E Francavilla avrà una sua proiezione speciale, domenica 17 febbraio alle ore 16 al cinema teatro Italia, alla presenza dell’attore protagonista, Michele Riondino.
La nascita della storia d’amore raccontata nel film avviene proprio a Francavilla Fontana dove, nel mese di settembre dello scorso anno, sono state girate le scene principali. Due i palazzi scelti: quello di via Roma che ospita il Circolo cittadino, all’interno del quale è stato ricreato il classico bar di un paese anni Settanta e palazzo Clavica, in piazza Dante, a pochi metri da piazza Umberto.
Questa la presentazione del film di Mymovies:
Puglia, anni ’70. Matteo è innamorato di Francesca, ma lei vuole abbandonare la vita di provincia e conoscere il mondo. Quando torna al paese natio, dopo quattro anni, Matteo è ben deciso a riconquistarla e a vivere accanto a lei.
Non sarà un’avventura, forse, ma è un’operazione che di coraggio ne richiede davvero tanto. Un musical per celebrare il genio di Lucio Battisti e raccontare una storia d’amore, seguendo le note delle sue canzoni e le “Emozioni” (per citare un capolavoro assente dal canzoniere del film) che nei decenni hanno saputo suscitare.
Il repertorio di Battisti è materiale assai delicato, fragile e prezioso, che richiede una cura e un rispetto speciali.
L’operazione di Danieli si presenta da subito come ardita: da un lato un omaggio all’artista e al suo immaginario, sulla falsariga di quanto fatto con Mamma mia! per gli Abba o con Across the Universe per i Beatles, dall’altro un tentativo di rivitalizzare il filone musical, di fatto quasi abbandonato in Italia, non fosse per gli sforzi della premiata ditta Manetti Bros-Pivio & Aldo De Scalzi. Ed è proprio il duo che ha riarrangiato la tradizione napoletana in Ammore e malavita e Song e’ Napule, con esiti pregevoli, a farsi carico dell’onere di rielaborare i brani di Battisti, sotto la supervisione di Mogol e con il contributo di Diodato.
Pivio e Aldo aggiungono beat elettronici, rallentano le battute, remixano senza stravolgere mai il feeling originario, per adattarsi al timbro vocale dei due interpreti principali: specialmente a quello di Michele Riondino, protagonista di un tour de force notevole nei panni di Matteo. La sua storia d’amore con Francesca – perché Lei non può che chiamarsi così da “Non è Francesca”, almeno quanto l’Altra non può che chiamarsi Linda da “Balla Linda” – ha un inizio spumeggiante, in una Puglia anni Settanta invasa da hippy di tutto il mondo, e un esito più convenzionale, costellato di tradimenti e incomprensioni da manuale del dramma sentimentale italico.