L’organizzazione della truffa era perfetta: le auto non solo venivano mostrate sui siti specializzati, ma si dava la possibilità agli aspiranti acquirenti di provarle di persona e di farle visionare dal loro meccanico di fiducia. C’era solo particolare: erano state tutte prese a noleggio dalla banda, per il tempo necessario chiudere la trattativa con la vittima. Una volta incassata la caparra, o addirittura la somma intera attraverso un bonifico, l’auto veniva restituita all’agenzia di noleggio, l’annuncio cancellato e il denaro ricevuto trasferito su un altro conto corrente. Sono state necessarie settimane di indagini ai carabinieri della compagnia di san Vito dei Normanni per individuare il gruppo di truffatori che aveva ideato il sistema ingegnoso. Il presunto capo della banda e i suoi due complici, tutti mesagnesi, sono stati tratti in arresto e posti ai domiciliari su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Brindisi.
Al vertice dell’organizzazione c’era Cosimo Facecchia, di 32 anni, titolare della rivendita “Auto e moto”. Lo affiancavano nelle truffe Ivan Carriero, 39 anni, e Antonio Cleti, di 37, anch’egli mesagnese ma residente da tempo a Nembro, in provincia di Bergamo dove è stato arrestato.
L’indagine dei carabinieri è partita dalla denuncia di un modenese che aveva versato complessivamente 14 mila euro per una Mercedes classe Cla nel luglio 2020. Alla sua denuncia si erano aggiunte quella di un bresciano e di un romano, che erano convinti di aver acquistato una Jeep Renegade, poi la querela di un uomo di Treviglio che aveva pagato 20 mila euro per una Jaguar F-Pace e ancora quella di un bresciano per un’altra Mercedes Cla.
La truffa funzionava sempre allo stesso modo. Gli annunci di vendita venivano pubblicati tramite la società di Facecchia sui siti Autoscout.it, Subito.it o anche su Facebook. Le vetture proposte, erano state in realtà prese a noleggio e dunque erano tutte in ottime condizioni, pronte ad affrontare qualsiasi prova. Anche quella di meccanici, tutti ignari della truffa, cui gli aspiranti clienti si rivolgevano per verificare che non nascondessero difetti. Per rassicurare i clienti spesso Carriero e Cleti portavano le vetture sino alla città in cui risiedevano per farla loro provare di persona e convincerli a pagare. Cosa che facevano puntualmente, convinti dell’ottimo affare.
Una volta che i bonifici erano stati effettuati sui conti correnti indicati, intestati a prestanome, Facecchia girava il denaro su un altro conto corrente e lo incassava, l’annuncio veniva rimosso e l’auto, invece di essere consegnata all’acquirente, veniva restituita all’agenzia di noleggio.
I carabinieri, coordinati dal capitano Antonio Corvino, comandante della compagnia di San Vito dei Normanni, hanno ricostruito tutti i passaggi della truffa partendo dai siti internet utilizzati e seguendo il flusso dei bonifici. Altre quattro persone, tra cui due donne, tutte mesagnesi e conoscenti di Facecchia, sono indagate a piede libero. Le accuse per tutti sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita.