Il 23 settembre ricorreva il decimo anniversario della morte di Pino Indini: poeta, scrittore soprattutto inventore di una delle più argute maschere della brindisini, Coco Lafungia.
Indini è stata una delle menti brindisine più fervide del XX secolo. Ha pubblicato 23 opere fra narrativa, poesia, saggistica, satira e teatro che hanno sempre riscosso il consenso della critica ufficiale e il favore dei lettori. E’ Accademico di Merito e Medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica. Un suo volume di poesie, recensito da Evgenij Evtusenko, è stato tradotto in lingua russa e numerosi suoi scritti sono inseriti in svariate antologie italiane e straniere.
Alcune sue liriche sono state tradotte in lingua slava ed inserite nell’antologiai internazionale bilingue “Orme sull’ Adriatico”, pubblicata in collaborazione dall’Università di Belgrado e dall’Editrice “LA Vallisa” di Bari.
Ma è inventando il personaggio di Coco Lafungia che Indini raggiunge il suo apice. Inventando una lingua a metà strada tra l’italiano e il dialetto brindisino, “Coco” scrive lettere ai giornali. Quei testi, arguti e carichi di satira, verranno poi raccolti in una serie di volumi e commedie teatrali.
Pino Indini era nato a Brindisi il 6 Agosto 1938, primo figlio di Francesco Indini medico chirurgo dalle indimenticate qualità professionali e morali, ed Emilia Cocito, perfetta “donna di casa” di origini piemontesi.
Aveva compiuto studi classici, ha svolto le mansioni di bibliotecario per circa un ventennio collaborando contemporaneamente con svariati quotidiani, periodici e riviste culturali.
Già nei giorni successivi alla sua morte, avvenuta il 23 settembre 2006, in molti chiesero che a Pino Indini venisse intitolata una via. La legge impone che debbano trascorrere dieci anni da quando, come avrebbe detto Lafungia, Pino “aveva defunto senza dire neà nebbà”. I figli Francesco ed Emy ovviamente condividevano questa volontà e speravano che al papà fosse intitolata la piazzetta Guglielmo da Brindisi, dove Pino era nato e a cui per tutta la vita, instancabilmente, il pensiero di Indini riandò col sentimento della più struggente nostalgia, e da cui attinse l’ispirazione sincera per parlarci di personaggi tipici, linguaggi coloriti, abitudini secolari, macchiette esilaranti e quant’altro.
Ora, trascorso il giusto tempo, sarebbe opportuno dare seguito a quel desiderio che sicuramente accomuna tanti brindisini. Che hanno apprezzato l’intelligenza e la cultura di Pino Indini che hanno riso sino alle lacrime leggendo le avventure di Coco Lafungia.