Falsi “badanti” per permesso di soggiorno: 37 indagati a Brindisi

Il pm di Brindisi, Francesco Carluccio, ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 37 persone, 16 italiani e 21 stranieri, coinvolti in un presunto giro di falsificazioni di permessi di soggiorno per lavoratori irregolari nel Brindisino. Si sarebbe trattato, secondo quanto emerso da indagini condotte dalla polizia, di un modo per aggirare una sanatoria concessa del 2012.
La regolarizzazione poteva essere richiesta da datori di lavoro che avevano alle proprie dipendenze persone straniere «in nero» dal dicembre 2011. Secondo quanto ipotizzato dietro il pagamento di un corrispettivo che poteva oscillare dai 400 ai 2.000 euro venivano fornite «false certificazioni» attestanti un rapporto di lavoro fittizio, per lo più lavoro di «badanti». Il meccanismo è stato scoperto analizzando le numerose richieste giunte allo sportello unico per l’Immigrazione. Dalle verifiche svolte dai poliziotti dell’ufficio Immigrazione è emerso che molte richieste giungevano dal medesimo computer, in ristretti lassi di tempo.
A insospettire la polizia è stata l’alta incidenza di uomini, per lo più cinesi, ad effettuare prestazioni di collaboratori domestici o badanti. Nell’inchiesta sono coinvolti anche professionisti, tra cui un avvocato e un medico del Brindisino e operatori del sociale. Tre le distinte cellule su cui si è concentrata l’attività investigativa, operanti a Brindisi, San Donaci e San Pietro Vernotico.
Gli stranieri sono di varie nazionalità: Cina, Ucraina, Russia, Pakistan, Tunisia, Senegal.