Polveri di carbone, Enel spiega come ha ambientalizzato la Centrale

Due plastici che raffigurano il carbonile della centrale Enel di Cerano e una sezione dell’asse attrezzato che conduce il carbone dal porto alla stessa centrale sono stati prodotti oggi dalle difese dei 13 imputati Enel nell’aula del tribunale in cui si è celebrata una delle udienze del processo per danneggiamento e getto pericoloso di cose per la dispersione di polveri di carbone sui campi agricoli vicini. Attraverso i due plastici, uno dei testi delle difese, l’ingegnere Pietro Barlabà, ha descritto le opere di ambientalizzazione che negli ultimi anni Enel ha realizzato per una spesa che supera i 300 milioni di euro.

In fase di realizzazione, tra l’altro, ci sono i due «dome», cupole che saranno pronte entro il prossimo anno, a quanto affermato, e in cui sarà trasferito il parco carbone che attualmente è privo di copertura. Barlabà è stato anche stato controesaminato anche dal pm che sostiene l’accusa, Giuseppe De Nozza, che gli ha chiesto come mai Enel abbia ritenuto necessario provvedere alla copertura del parco carbone solo in tempi recenti, mentre a Civitavecchia, i «dome» siano stati realizzati molto prima. Il testimone, dirigente Enel che si occupa di investimenti e contabilità, ha risposto che nel caso di Civitavecchia le coperture del carbonile sono state previste nel progetto di conversione iniziale della stessa centrale.