Al Map la bodyperformance dell’artista Angelo Antelmi

Questa sera, venerdì 12 dicembre alle ore 19,30, tra gli allestimenti della raccolta permanente di opere plastiche contemporanee del Museo Mediterraneo dell’Arte Presente, si terrà la bodyperformance Transizione/Trasfigurazione di Angelo Raffaele Antelmi, artista dalla raffinata e poliedrica creatività.
Di origine brindisina, ma torinese di formazione e adozione Angelo Raffaele Antelmi, ARA per il mondo dell’arte, ritorna nelle programmazioni perfomative ed espositive degli spazi del MAP Brindisi, dopo la performance residenziale Ricamando Socializzando e alla petite ex position (2013), dove si è inteso avviare un breve percorso antologico sulla sua variegata articolata creatività e la più recente performance San Gennaro, del maggio scorso.
La performance Transizione/Trasfigurazione – nella sintesi dei suoi diversi media espressivi di body artista e creatore di costumi di fantasia – è una riflessione sul passaggio da una situazione di vita goliardica, di viveur, di mero consumatore materiale della vita, ad una meditazione sull’essere umano più mistica e intimista.
Angelo Raffaele Antelmi, nella ritualità performativa, con le modalità espressive e gestuali che gli sono proprie, conduce a un passaggio, a una transizione dettata in tre tempi: attraverso la distruzione e la ricostruzione del proprio io, giunge alla metà della maturità di ispirazione francescana. 
Da uomo gaudente, elegantemente vestito (nella simbolicità del frac e delle rose), attraverso il pathos, che comporta il disfacimento fisico per l’elevazione spirituale, rinuncia alla mondanità e si converte al cristianesimo (nella metafora della croce il riconoscimento della messianicità e divinità di Cristo). Riscopre una nuova bellezza, colta nell’aspetto della comunione, della vittoria sull’isolamento, la realtà svincolata dall’autoaffermazione, dove il principio ecclesiale, cioè della comunione, vince sul principio soggettivo. 
Non si tratta di distruggere l’individuo in quanto tale, ma di farlo percepire incamminato in un itinerario che conduce alla comunione con la natura, con l’entità suprema. L’accettazione del nuovo io, spoglio dai beni materiali, solamente vestito con il saio e il cordone (interpretabile come accettazione dei voti di povertà, castità e obbedienza?), rappresenta la trasfigurazione che lo avvicina all’umile di Assisi, l’uomo che ha scelto nella vita terrena la Sua immagine e somiglianza. 
Alludendo al topos cristiano della rinuncia ai beni terreni come mezzo di liberazione spirituale, la performance totale di Angelo Antelmi, nello sconfinamento tra arte visiva e teatralità, assume un preciso significato simbolico, un viaggio interiore, di contemplazione e trasfigurazione, una body performance, che, con una citazione alla storia dell’arte, parrebbe richiamare alla mente, rilanciandola nella contemporaneità, la quinta delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle giottesche Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi, , la Rinuncia ai beni terreni. 

Biografia: ANGELO ANTELMI
Angelo Antelmi (Brindisi 1944), sin dal 1966, suggestionato da una mostra dello scultore Mario Molinari, con il suo trasferimento a Torino avvia, con l’acronimo ARA, la sua ricerca artistica inizialmente nel campo della pittura.
A partire dagli anni settanta volge verso le arti plastiche e in particolare delle costruzioni scultoree astratte eseguite in ferro (del 1972 la sua prima personale al Centro Quaglino), dal forte impatto visivo, che oggi si conservano in alcuni musei del territorio nazionale. 
Il suo spirito irrefrenabile, poco dopo, oltrepassa la scultura dedicandosi alla body-art per la quale propone provocatoriamente il suo corpo nudo, in numerose performance, che gli consentono un coming out ante litteram . 
Successivamente la sua arte approda alla realizzazione di maschere non solo come rappresentazione di figurazioni carnevalesche ma come dimostrazione di stati d’animo attraverso il filtro della gestualità teatrale. E alle maschere negli anni abbina una produzione interessante di costumi che lo porteranno a divenire un punto di riferimento dell’Associazione degli Amici del Carnevale di Venezia. 
Da gli anni settanta in avanti partecipa a numerose mostre collettive nazionali (al Lingotto di Torino, Hotel Danieli di Venezia) ed estere (al Centre de Langue et de Culture Italienne d Parigi, alla Bibliotheque Jean Monnet a Bois Colombes, a Mentone) e dal 2001 al 2004, su invito dell’Associazione degli Amici del Carnevale di Venezia, ha sfilato con i suoi costumi a Pechino, Shangai, Wuan, Ychang e Xian per il Festival Dei Cinque Mari.