Ricerche sui dialetti, se ne parla a palazzo Nervegna

La fotografia scattata dall’Istat e che si riferisce al 2012 informa che oltre la metà, il 53,1% delle persone di 18-74 anni (23 milioni 351mila individui) parla in prevalenza italiano in famiglia segnando un calo considerevole nell’uso del dialetto. Secondo l’Istituto di Statistica, a difendere l’uso della lingua italiana sarebbero soprattutto le donne, che in grande percentuale accantonano l’idioma dialettale. Dal 1995 al 2012 è aumentata costantemente la quota di chi usa l’italiano in modo prevalente o abbinato al dialetto. L’uso prevalente dell’italiano decresce con l’aumentare dell’età a favore dell’uso esclusivo e combinato al dialetto: in famiglia varia dal 60,7% dei giovani di 18-24 anni al 41,6% dei 65-74enni. Le donne mostrano una maggiore propensione a esprimersi soltanto o prevalentemente in italiano in famiglia e con gli amici. 
La ricerca ISTAT giunge circa cinquant’anni dopo la famosa denuncia di Pier Paolo Pasolini, il quale scriveva: «Fra le altre tragedie che abbiamo vissuto (…) in questi ultimi anni, c’è stata anche la tragedia della perdita del dialetto, come uno dei momenti più dolorosi della perdita della realtà». Di recente Laterza ha pubblicato il libro-dialogo La lingua batte dove il dente duole firmato a quattro mani da Andrea Camilleri e Tullio De Mauro.
Sulla base di queste considerazioni la sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, Brigata Amatori Storia e Arte, attiva dal 1935, col patrocinio del Comune di Brindisi, ha promosso per il prossimo martedì 24 marzo, con inizio alle ora  17.30, in Brindisi (Sala convegni Palazzo Granafei – Nervegna g.c.), il XXXVI Colloquio di studi e ricerca storica su Nuove ricerche sui dialetti dell’area brindisina.
Si prevedono gli interventi di Tommaso Urgese su Nuove ricerche sui dialetti dell’area brindisina e di Ennio Masiello, Riflessioni sul vernacolo brindisino. Coordina e introduce i lavori Antonio Mario Caputo. Una selezione di poesie in vernacolo sarà offerta da Giancarlo Cafiero e Teresa Guadalupi. Come rilevato dal prof. Franco Fanciullo, dell’università di Pisa, l’interesse precipuo del lavoro lessicale che Tommaso Urgese ha dedicato ai dialetti salentini settentrionali, risiede nella marginalità delle voci pazientemente vagliate e messe insieme attraverso, fra l’altro, la rassegna di un numero per nulla esiguo di lessici nonché, più in generale, di lavori dialettali.