
Fior di quattrini pubblici spesi per finanziarlo (67 mila, oltre al servizio straordinario di vigili urbani e multiservizi e al lungomare paralizzato) per una manifestazione che fino a oggi si è rivelata un autentico flop, sia in termini di visitatori che di reali occasioni per gli espositori. Lo certifica Marcello D’Errico, responsabile commerciale dei cantieri Mingolla che ha preso in fitto uno degli stand più grandi dello Snim con una decina di barche di lusso esposte e tre operatori al lavoro sul lungomare: “Finora abbiamo avuto solo due incontri commerciali”, ha dichiarato in un’intervista a “Nuovo Quotidiano” “e stiamo qui da mattina a sera. La gente viene qui a farsi le fotografie con le nostre barche, i compratori pugliesi non vengono qui perché non lo ritengono fruttuoso”.
Ancora più duro è Gennaro Amato, del cantiere Italmarine di Napoli che è giunto a Brindisi con tre barche e cinque dipendenti: “Non c’è da migliorare ma da ripensare interamente la fiera che sarà pure un evento per la città ma non un salone nautico. Con queste premesse non tornerei. I saloni nautici devono essere chiusi e a pagamento, con appuntamenti organizzati tra produttori, venditori e acquirenti. La nautica è un settore di lusso, dovremmo esporre per chi è realmente interessato”.
Insomma lo Snim sembra destinato a un declino inesorabile, trasformato da appuntamento di rilevanza nazionale a fiera commerciale cui vengono destinati, non si sa bene per te, fior di quattrini pubblici che potrebbero essere destinati a iniziative più utili alla città.