Sei anni dopo le prime “apparizioni”, la Curia brindisina scioglie la riserva e bolla come false le esperienze mistiche di Mario D’Ignazio, il giovane che sostiene di parlare con la Vergine ogni sei del mese e che continua ad attirare nel giardino della sua villa, in contrada Santa Teresa, nei pressi dell’aeroporto di Brindisi, centinaia di fedeli.
Durissima la nota firmata dall’arcivescovo Domenico Caliandro che non solo vieta a D’Ignazio di diffondere, con qualunque mezzo, contenuti riguardanti le presunte apparizioni, nonché “messaggi” o “segreti”, pena l’interdizione e il conseguente divieto di ricevere sacramenti. Ma vieta anche ai fedeli il sostegno materiale o morale delle opere facenti capo, al veggente, pena la medesima interdizione dai sacramenti.
Caliandro ha disposto che tutti gli atti di culto direttamente o indirettamente riconducibili alle apparizioni sono da considerarsi vietati. Ed è proibita qualsiasi forma di patrocinio ecclesiastico. L’arcivescovo affida la vigilanza sulla sua decisione ai parroci dell’arcidiocesi.
Nel 2010, un anno dopo le prime apparizioni, l’arcivescovo Rocco Talucci cercò di assumere accurate informazioni sulla natura delle apparizioni. Il risultato di questa prima indagine fu in seguito sottoposto all’attenzione della Congregazione per la Dottrina della fede per le valutazioni del caso. Con una lettera del 12 febbraio il Dicastero ha espresso il proprio parere sul fenomeno, confererendo a monsignor Caliandro piena facoltà sui provvedimenti da adottare.
“Dichiaro non autentiche le esperienze mistiche di Mario D’Ignazio”, ha sentenziato Caliandro.
Sono migliaia i pellegrini che ogni anno giungono nella villetta alle porte di Brindisi, il 5 di ogni mese. Tra questi anche numerosi sacerdoti. Nella villa vengono celebrate funzioni religiose e impartite confessioni. La statua della Madonna che si trova nel giardino ha più volte “lacrimato” sangue. D’Ignazio ha anche una sua pagina Facebook con 5mila seguaci ai quali comunica anche via social le ultime “rivelazioni” di Maria.