
Nel giorno in cui Brindisi festeggiava la vittoria in Fed Cup negli Stati Uniti è morto a 80 anni Stefano Capriati, brindisino, padre della tennista Jennifer, un tempo ai vertici delle classifiche mondiali.
Stefano era malato da tempo di cancro e la figlia aveva recentemente dichiarato di voler tornare alle competizioni ai prossimi Us Open come dedica speciale al papà, sperando che potesse vederla ancora in campo.
Stefano aveva lasciato da giovane l’Italia ma con Brindisi aveva mantenuto un legame fortissimo tanto che sognava di tornare per aprire qui una scuola di tennis. Desiderava che le sue ceneri fossero sparse al vento dal Monumento al Marinaio.
Stefano aveva avuto una relazione molto burrascosa con la figlia e con il mondo del tennis: quando Jennifer aveva tredici anni fece esordire la figlia nel circuito costringendo la WTA a introdurre la cosiddetta “regola Capriati” per consentirle di giocare nel mondo professionistico così giovane.
Un legame molto intenso tra padre e figlia, testimoniato anche dal discorso di Jennifer quando è entrata nella Tennis Hall of Fame nel 2012: “In questo momento voglio davvero ringraziare mio padre per avermi insegnato tutto quello che so e per avermi dato le basi del mio tennis. Sapeva come insegnarmi nella maniera migliore perché io comprendessi e mi fidassi di lui. Mi ha insegnato molto anche della vita fuori dal campo. Mi ha insegnato cos’è l’amore senza condizioni, cosa vuol dire esserci sempre. Ha un cuore d’oro, e ti ringrazio, papà, per essere come sei”. Jennifer avrebbe voluto fargli come ultimo regalo la partecipazione agli Us Open ma non ha fatto in tempo.
Grande costernazione a Brindisi dove ci sono ancora cugini e altri parenti con i quali Stefano Capriati aveva continuato ad avere ottimi rapporti.