“Non mi sento impopolare e sarei pronto a ricandidarmi”: Consales sindaco da tre anni

Il 7 maggio 2012 Mimmo Consales è stato proclamato sindaco della città. A tre anni di distanza Senza Colonne lo ha incontrato per tracciare un bilancio a oltre metà del cammino.

di GIANMARCO DI NAPOLI

Sindaco, lei si è trovato ad affrontare pochi giorni dopo la sua elezione il dramma del Morvillo Falcone, in quella indimenticabile assemblea in cui piazza Vittoria era stracolma di gente. Gestì quella folla oceanica con grande freddezza, una parola fuori posto e poteva esplodere la rabbia. Ebbe un grandissimo consenso. Tre anni dopo, lo dicono anche i dati del Sole 24, il consenso nei suoi confronti si è molto ridimensionato. Potendo indietro. cambierebbe qualcosa nel suo rapporto con la città?

“A costo di passare per un presuntuoso, voglio dire con chiarezza che il calo di consensi era totalmente previsto a metà mandato. E sarà così ancora per qualche mese in quanto sono costretto ad assumere scelte impopolari per il bene della mia città. Avessi badato solo alla mia immagine ed a tornaconti personali oggi sarei tra i primi sindaci d’Italia. E poi, caro direttore, non dimentichi che anche il sindaco Mennitti finì al quart’ultimo posto in Italia (e non certo per scelte “coraggiose” del centro destra brindisino…)”.

C’è stata una falsa partenza nella sua amministrazione, quella relativa alle vicende dell’ufficio stampa e degli spettacoli estivi, poi la disavventura con Equitalia. Tutte vicende culminate in inchieste giudiziarie. Pensa che queste “disavventure” abbiano condizionato in qualche modo la sua autorevolezza?

“Certamente la mia immagine ne è uscita danneggiata. Non ci sono dubbi. Ma i conti si fanno alla fine e sono convinto che al termine delle vicende processuali sarà accertata la mia totale estraneità a vicenda penalmente rilevanti. Vorrei ricordarle, inoltre, che la questione degli spettacoli estivi si è già conclusa con una totale assoluzione in sede di udienza preliminare e con la conferma della Cassazione. Qualcosa dovrà pur significare. Quanto accaduto, in ogni caso, mi ha portato ad essere meno superficiale nelle scelte”.

Ha tentato più volte di svincolarsi dalla politica durante questi tre anni, scegliendo spesso assessori al di fuori delle logiche di partito. Poi è stato più o meno costretto a ritornare sui suoi passi fino a scoprire che anche qualcuno degli assessori che lei aveva scelto come tecnici hanno deciso di darsi alla politica. Quanto la sua amministrazione è stata condizionata dai partiti?

“Il problema non sta nel condizionamento dei partiti. Anzi, se realmente avessero svolto un ruolo ancora più incisivo mi avrebbero fatto un favore. La realtà è che per avere i ‘numeri’ necessari per governare i partiti non bastano e bisogna confrontarsi con i singoli consiglieri. Ed è in quel momento che sorgono i problemi perché a volte ci si scontra con interessi personali che nulla hanno a che fare con quelli dei cittadini. Per quanto riguarda chi ha deciso di candidarsi non mi pronuncio e ribadisco il mio profondo rispetto per le scelte assunte”.

E le scelte che ha fatto per le deleghe, rimpasto dopo rimpasto, secondo lei sono state operate al meglio?

“Le confesso che avrei potuto fare di meglio, ma ho dovuto fare i conti con i ‘desiderata’ di partiti e movimenti. Ciò che mi addolora di più è stato il fatto di aver dovuto rinunciare ad assessori bravi e disponibili. Tornassi indietro punterei i piedi con decisione, a costo di andarcene tutti a casa”.

Parliamo di cose positive. Rispetto a quando si è insediato, ritiene che il Comune e la città abbiano cambiato passo?

“In campagna elettorale avevo detto più volte che il vero problema era quello di una macchina amministrativa inadeguata. In questi tre anni il mio giudizio non è cambiato, anche se ho scoperto tanti dipendenti seri e preparati. Oggi, poi, viviamo il dramma della totale impossibilità di sostitutire i dirigenti andati in pensione. Ciò nonostante, la città ha realmente cambiato passo. Abbiamo ereditato un ente in cui  i sette anni di governo del centro destra sono trascorsi all’insegna dell’immobilismo e durante i quali i problemi si sono aggravati. Se la situazione non è esplosa è solo grazie al carisma di Mennitti ed alla sua credibilità personale. Noi, invece, nei tre anni di governo le opere le abbiamo realizzate e portate a compimento, con coraggio e con determinazione”.

Qual è l’opera per la quale le piacerebbe essere ricordato?

“Direttore consentimi qualche battuta in più. Ieri abbiamo vissuto la festa del primo maggio ed i brindisini hanno scelto di trascorrere questa bella giornata nel parco del Cillarese. Una struttura bellissima pensata e in parte realizzata dalle precenti amministrazioni, ma mai portata a termine perché per anni è stato un pozzo senza fondo per spendere centinaia di migliaia di euro in manutenzioni inutili. Io il parco l’ho completato ed inaugurato e adesso stiamo lavorando per migliorarlo ulteriormente (finalmente abbiamo installato i giochi per i bambini). E sempre in tema di aree verdi, abbiamo realizzato e inaugurato il parco di Sbitri ( su un’area bonificata dall’amianto), il parco di Punta del Serrone (decine di ettari in totale abbandono da decenni), il ‘giardino di Melissa’ ed il parco di viale Gran Bretagna (nel rione Bozzano). E non voglio dimenticare i primi due ‘dog park’ di una città in cui mai nessuno aveva pensato ai nostri amici a quattro zampe. Ma vorrei non fermarmi qui. Nei prossimi mesi vedremo realizzato un altro sogno dei brindisini: quello di usufruire per la prima volta delle banchine del ‘molo carbone’, di fianco a Monumento a Marinaio, dve per decenni sono state accatastate solo boe arrugginite della Marina Militare. In quel posto voglio costruire un bellissimo giardino pubblico affacciato su mare. Sarà un altro pezzo di quel ‘water front’ pensato da tutti, voluto da tutti, ma che nessuno prima di noi aveva realizzato. È stata la nostra amministrazione, infatti, a trasformare radicalmente, in corso di realizzazione, il lungomare Regina Margherita (che il centro destra voleva invaso di auto, esattamente com’era prima) e ad avviare i lavori (ormai in fase di ultimazione) in via del Mare e sul piazzale Lenio Flacco”.

Veniamo agli aspetti dolenti. Lo sforamento del patto di stabilità ridimensiona la capacità operativa dell’ Amministrazione. Lei lo ha attribuito al denaro sborsato per salvare la Multiservizi. Ma non ritiene che con maggiore accortezza, in ogni caso, si poteva restare entro i limiti consentiti?

“Certo, si poteva fare. Ma se si vogliono completare le opere e risanare le società partecipate salvando centinaia di posti di lavoro qualcosa bisogna pur rischiarla. Tornassi indietro rifarei le stesse scelte. Quanto alle conseguenze del ‘patto’, faremo qualche sacrificio in più, ma non è la fine del mondo. certo è che non butteremo più risorse come hanno fatto in passato, a partire dalla scelta azzardata e poco lungimirante di finanziare qualche corso universitario senza sapere dove attingere le risorse”.

Alla conferenza stampa in cui annunciava lo sforamento del patto di stabilità era solo, giovedì in aula per la delibera del conto consuntivo era solo. Non pensa che accada troppo spesso che nei momenti di difficoltà si defilino persino quelli della sua stessa maggioranza per non dire quelli del suo stesso partito?

“Sono abituato ad affrontare i problemi più gravi anche in perfetta solitudine, ma non mi sono mai sentito solo, a cominciare dall’affetto e dalla collaborazione dei consiglieri del mio partito”.

Lei ha detto i conti li faremo alla fine. E’ convinto quindi di chiudere la seconda parte del mandato in modo migliore rispetto alla prima.

“Ne sono certissimo. Sono pronto a scommettere. Già adesso, però, sono pronto a mettere a confronto i nostri risultati ottenuti in tre anni con quelli del centro destra ottenuti in sette anni. La realtà è che questa sfida qualcuno ha paura e non vuole raccoglierla”.

Ma si ricandiderebbe per un secondo mandato?

“Dipende da tanti fattori. Voglio concludere nel migliore dei modi la vicenda giudiziaria e poi deciderò il da farsi. Ma anche se dovessi decidere di candidarmi sono pronto a rinunciare all’ombrello del ‘diritto alla ricandidatura dell’uscente’ per confrontarmi con altri concorrenti attraverso lo strumento delle primarie. So per certo, ad esempio, che l’avv. Fusco ambisce a fare il sindaco per il centro sinistra e sarei felice di confrontarmi con lui attraverso il voto dei cittadini”.

Come vede il futuro di Mimmo Consales?

“Il segreto sta nel fatto che non sono salito neanche per un giorno sul gradino dei potenti, men che men su quello de privilegiati. Chi mi conosce sa che la mia vita non è cambiata di una virgola. Non uso macchine blu (se non in casi rarissimi), rinuncio a cene e serate mondane e frequento gli amici di sempre. Quando terminerà il mio impegno in politica tornerò a svolgere la mia attività di giornalista e di comunicatore. Il tutto, senza drammi e senza rimpianti, sapendo di aver regalato alla mia città (che amo profondamente) qualche anno della mia vita per vivere una esperienza indimenticabile”.

(Foto Giuseppe Fanizza)