Palazzo sulla Fontana Tancredi: quell’antico vincolo con il clero che non sarebbe stato rispettato

Il costruttore del palazzo sulla fontana Tancredi aveva davvero il diritto di realizzare l’edificio? Sul terreno infatti permarrebbe l’originaria “enfiteusi”, ossia un vincolo che l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, originario proprietario, aveva imposto cedendolo, con facoltà di godimento pieno sul fondo stesso, ma con l’impegno di migliorarlo. Lo hanno appurato le associazioni brindisine, guidare da Italia Nostra, che stanno combattendo una battaglia per tutelare la fontana.
“Una semplice visura presso l’Agenzia delle entrate dimostra che tra gli atti pubblici depositati presso la locale conservatoria non sarebbe disponibile alcun atto di affrancamento (riscatto) degli stessi terreni”, scrivono le associazioni. “Esaminando gli atti di proprietà depositati presso il Comune di Brindisi per ottenere il rilascio del titolo a costruire, si evince che il primo atto notarile del 2004 non cita alcuna enfiteusi, ma riporta unicamente una dichiarazione del venditore che sotto la propria responsabilità afferma di essere il proprietario del terreno e che questo sarebbe libero da pesi e vincoli, mentre il secondo atto notarile del 2015 fa riferimento al primo e da questo fa discendere la titolarità del diritto reale. In nessuno dei due atti, dunque, verrebbe indicata l’enfiteusi come originaria nella discendenza del diritto di proprietà, mancando
qualsiasi riferimento all’affrancazione di questa per atto pubblico.
“E’ chiaro che se permanesse il titolo di enfiteusi sul bene a favore dell’Istituto diocesano, poiché non accertata l’affrancazione per atto pubblico, il permesso a costruire del 2010 sarebbe affetto da illegittimità insanabile e, dunque, anche il vincolo posto a tutela del bene dalla Soprintendenza sarebbe efficace”, sottolineano le associazioni.
C’è un altro aspetto che viene sottolineato a margine dell’esposto che Italia Nostra: “Incredibilmente il dirigente del Settore urbanistico ed assetto del territorio del Comune rispondeva ad una nota della Soprintendenza Belle arti e Paesaggio di Lecce con cui si chiedeva di verificare eventuali interferenze tra il costruendo edificio e l’integrità/funzionalità della Fontana Tancredi attraverso un’indagine idrogeologica da effettuarsi a cura dell’amministrazione comunale, con l’invio di una “relazione tecnica di parte” realizzata a cura e spese della ditta costruttrice”, aggiungono le associazioni. “A questo punto la magistratura accerterà eventuali responsabilità e reati, ma l’opinione pubblica oggi sa già a chi addebitare la “legittimità” della costruzione di un palazzo multipiano a ridosso della Fontana Tancredi, monumento di grande ed
inestimabile valore”.