La supercazzola dell’ospedale colorato

di Gianmarco Di Napoli

Il sondaggio lanciato dalla Asl di Brindisi per chiedere ai cittadini di scegliere il colore con cui ridipingere la facciata del Perrino è una supercazzola di tale portata che ci sarebbe da farsi un po’ di sane risate, se non stessimo parlando della salute o, peggio ancora, della vita o della morte dei pazienti che a quell’ospedale si affidano.
Una iniziativa così surreale che quando la mail è giunta in redazione abbiamo guardato istintivamente il calendario per vedere quanto lontano fosse il primo aprile, e poi controllato con cura il mittente perché sembrava lo scherzo provocatorio di un buontempone.
Invece nello stesso giorno in cui la Regione annunciava il dimezzamento dei nosocomi in provincia di Brindisi, portandoli da sei a tre, dall’Azienda sanitaria locale lanciavano per davvero il concorso “Colora il tuo ospedale”, proponendo per altro un lotto di possibilità cromatiche che sembra venuto fuori da un delirio onirico, trasformando un luogo che per sua definizione dovrebbe essere sobrio in una sorta di villaggio vacanze. Ma questa è questione di gusti e di senso della misura, e dunque le valutazioni sono soggettive.
Di oggettivo c’è ben altro. L’ospedale di Brindisi negli ultimi anni è stato teatro di drammatiche vicende, probabilmente acuite da condizioni logistiche, tecniche e organizzative che hanno vanificato le indubbie qualità dei medici e del personale infermieristico. La procura di Brindisi ha tuttora in corso una delicatissima inchiesta su morti che sarebbero provocate dalla klebsiella, il batterio che si sviluppa in determinate condizioni igieniche negli ospedali e che può uccidere i pazienti più vulnerabili. I reparti sono spesso talmente affollati che le visite mediche e strumentali vengono effettuate nei corridoi. I medici e gli infermieri sono in numero così ristretto rispetto alle necessità che spesso, inevitabilmente, si trovano nelle condizioni di dover trascurare alcuni pazienti. Alcuni macchinari in dotazione ai reparti e agli ambulatori sono vecchi e ormai tecnologicamente superati, altri ancora sono fuori uso o non sono mai entrati in funzione.
Alla Asl le cose non vanno meglio. Liste d’attesa lunghissime che costringono i pazienti a rivolgersi nei casi più urgenti, a pagamento, a cliniche private per effettuare analisi cliniche che il servizio pubblico prenota a distanze temporali incompatibili con le patologie. Anche qui la procura si è affacciata più volte e sono in corso processi sugli appalti truccati per lavori svolti all’interno degli ospedali, oltre ai casi dei medici assenteisti che hanno fatto il giro dell’Italia.
Insomma, piuttosto che abbellire il contenitore, sarebbe opportuno per il momento cercare di migliorare il contenuto e magari fare sì un sondaggio tra i cittadini, ma per chiedere cosa vorrebbero fosse sistemato, quali sono i servizi che non rispecchiano le esigenze dei pazienti, quali sono i reparti che meritano un potenziamento del personale. E se invece di comprare la vernice verde “Brazil” si può pensare di assumere anche un solo medico in più, o un macchinario, che quei soldi vengano impiegati con maggiore oculatezza.
Se proprio l’ospedale deve essere ridipinto, si passi una bella mano di pittura bianca. E magari si affidi l’incarico di verniciare a medici e infermieri già condannati per assenteismo. Il doppio lavoro a loro non pesa proprio.