Al Centro Faunistico, tra soccorsi e rilasci

Fu fra le vittime illustri della famigerata Legge Delrio sul riordino delle Province che, scippando competenze e fondi statali anche alla Provincia di Brindisi chiuse quella che per 16 anni era stata una struttura di eccellenza nel campo della tutela della fauna selvatica, fiore all’occhiello e punto di riferimento non solo del territorio brindisino, ma anche della vicina Taranto.
Stiamo parlando del “Centro di prima accoglienza fauna selvatica in difficoltà”, attivato dalla Provincia di Brindisi nel 2001, gestito dal 2007 attraverso la partecipata Santa Teresa S.p.A. e finanziato interamente con il bilancio dell’Ente provinciale fino ad aprile 2017.
Ricordiamo che la finalità di questo centro faunistico è sempre stata quella di fornire un servizio di ricovero della fauna selvatica omeoterma (uccelli e mammiferi) ferita, fratturata o intossicata, prestando le cure alimentari, igieniche e di assistenza veterinaria, con relativa degenza, riabilitazione e rilascio in natura ed il servizio è rivolto tanto ai privati cittadini, quanto alle Forze dell’Ordine, ai Corpi di Polizia, agli Enti ed alle Istituzioni
Dopo quasi due anni dalla sua chiusura, grazie anche alla caparbietà bipartisan di molti rappresentanti politici brindisini, una convenzione con la Regione Puglia, sottoscritta ad inizio anno, ne ha consentito la riattivazione che, attraverso l’opera indefessa della responsabile dott.ssa Paola Pino d’Astore e dei suoi fidi collaboratori, è stata pressocchè immediata. Il telefono, con le richieste di soccorso, ha cominciato subito a trillare e l’immediato e professionale intervento del personale del Centro Faunistico ha consentito, già nelle prime settimane di ripresa del servizio, molteplici interventi e tanti animali selvatici non solo sono stati salvati e curati, ma anche già liberati in aree protette.
L’attività viene svolta in locali dotati di materiali e di attrezzature specifiche, distribuiti in due sedi: a Brindisi presso la Santa Teresa spa e ad Ostuni in contrada San Lorenzo nei pressi dell’Istituto Tecnico Agrario Pantanelli-Monnet.
Ed è proprio presso la sede di Ostuni, anche per festeggiare la recente riapertura, che si è tenuto sabato scorso l’Open day riservato sia agli studenti del vicino Istituto Agrario, che ai cittadini ed alle famiglie che hanno voluto conoscere da vicino questa bella realtà.
Avendo personalmente ed in tutti i modi perorato la causa della riapertura del centro faunistico, consapevole della importanza che tale centro riveste per la tutela degli animali selvatici del nostro territorio, così ricco di biodiversità, non potevo certamente mancare ad un tale evento.
Il primo appuntamento della giornata è stato presso l’auditorium dell’Istituto Pantanelli – Monnet dove, nel primo turno i ragazzi delle prime classi hanno dapprima assistito ad una dettagliata presentazione dell’attività del centro attraverso la proiezione di immagini raffiguranti alcuni dei tantissimi animali salvati nel corso degli anni, così come veniva man mano spiegato dalla dott.ssa Pino d’Astore e, poi, si sono recati presso la sede del centro dove hanno potuto assistere in prima persona alle cure che venivano prestate a quattro piccoli ricci, di circa 20 giorni di vita, che venivano nutriti con un preparato studiato e composto appositamente per loro. Prima di tornare in classe per dar spazio al gruppo dei ragazzi più grandi, gli studenti hanno avuto modo di visitare anche le voliere del centro dove attualmente sono ricoverati alcuni uccelli rapaci.
Quando è toccato agli studenti delle seconde classi è sopraggiunto il “padrone di casa”. Sia l’Istituto Agrario che il Centro Faunistico sono, infatti, proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi ed in questa occasione è stata molto gradita la visita del Presidente della Provincia ing. Riccardo Rossi, accompagnato dalla gentile consorte, nonché del vice Presidente dr. Giuseppe Pace e del Capo di Gabinetto, la dott.ssa Giovanna Annese.
Nel mentre era in corso la visita al centro e fra studenti ed altri ospiti erano oltre un centinaio le persone presenti, è sopraggiunta in auto una coppia che aveva rinvenuto a bordo di una strada, sui colli di Ostuni, una grossa testuggine ferita e, avendo saputo dai “media” che il Centro Faunistico era aperto, non ci ha pensato due volte ed ha portato il povero animale a chi potesse prendersene cura. Poiché in quel momento stavano prendendo la parola davanti agli studenti sia il Presidente Rossi che la dirigente scolastica prof.ssa Anna Luisa Saladino, mi sono incaricato personalmente di intrattenere i due inaspettati ospiti facendogli visitare il centro faunistico mentre loro mi spiegavano di aver notato la testuggine a bordo della strada, vicino ad un muretto a secco franato e che avevano fermato l’auto ed erano scesi con l’intenzione di rimetterla nel boschetto oltre il muretto a secco ma, prendendola, avevano notato un arto amputato e la ferita ancora sanguinante, per cui avevano ben pensato che l’animale aveva bisogno anche di cure veterinarie.
Finite le visite degli studenti, nel pomeriggio sono state tante le famiglie, con bambini, provenienti da varie cittadine della provincia e dal capoluogo, che sono venute a curiosare.
In uno dei momenti di partecipazione condivisa, si è provveduto anche al rilascio in natura, precisamente nei pressi del Santuario rupestre di San Biagio, di un grosso esemplare di Riccio femmina, il tutto alla presenza di famiglie con bambini che hanno potuto assaporare l’emozione della riacquisita libertà di un animale selvatico.
Nel frattempo al centro faunistico veniva portato un Assiolo, un rapace notturno assai simile ad un piccolo gufo, che era stato ferito al volto dall’attacco di alcune Gazze e che abbisognava delle necessarie cure e di un congruo periodo di ricovero prima di poter, anche lui, riacquistare la libertà.
Nulla a che fare, come grandezza, con il piccolo, di età, ma molto grande di dimensioni, Gufo comune che faceva bella mostra in una delle voliere e pur essendo ancora col piumaggio da “pulcino” le sue dimensioni erano davvero notevoli.
Nell’altra voliera un Gheppio in cura già da un po’ di tempo, faceva le prime prove di volo mentre, all’interno dell’edificio, in un luogo riservato, un altro Gheppio, operato da almeno una settimana per una frattura all’ala, era tenuto al calduccio per poter recuperare forze ed energie al più presto.
Intanto era arrivata nuovamente l’ora della poppata per i piccoli ricci e, per la gioia e la curiosità dei bambini e dei ragazzini presenti, ma anche degli adulti che li accompagnavano, la dott.sa Pino d’Astore, con pazienza, gioia e dedizione, prepara la pappa e li nutre consentendo che gli ospiti facciano qualche fotografia e rivolgano le più svariate domande.
Quando è giunta l’ora di chiusura viene portato anche un Tarabusino, visibilmente stremato dal viaggio migratorio ed anche per lui c’è la massima disponibilità perché chi soccorre gli animali, come anche chi soccorre gli uomini, non dovrebbe mai dire: “scusate siamo chiusi tornate in un altro momento”.
Insomma, davvero una bella esperienza, magari da ripetere anche con altri istituti scolastici, che rafforza sempre di più il legame già esistente fra il territorio brindisino ed il Centro Faunistico Provinciale.