di Lucia Pezzuto per il7 Magazine
Ex Caserma Ederle di Brindisi, tagliati alberi e piante incolte per realizzare un parco giochi nel cuore della città. Potrebbe sembrare un controsenso ma di fatto è proprio così: il verde che per decine di anni ha dominato l’area esterna dell’ex Caserma è stato eliminato per far posto ai cordoli di cemento e vialetti di brecciolino. Il Comune di Brindisi è a lavoro per realizzare un asilo e una scuola per l’infanzia con tanto di parco giochi. In pratica un “Polo dell’Infanzia” che rappresenta uno degli otto progetti che candidati dalla città di Brindisi ai quattro avvisi del Piano Nazionale di Restistenza e Resilenza per un valore complessivo che supera i nove milioni di euro. Dimenticate, quindi, il monumentale edificio che un tempo ospitava l’Accademia Marinara dell’Opera Nazionale Balilla, realizzata tra il 1934 ed il 1937. La vecchia struttura abbandonata per decenni e pericolante è stata messa in sicurezza, gli operatori della Brindisi Multiservizi ne hanno murato gli ingressi e in queste settimane si stanno dedicando all’area esterna dove, per l’appunto, sorgerà il parco.
Peccato che al momento di verde ve ne sia davvero poco. Poco meno di due settimane fa l’amministrazione comunale, aderendo alla campagna “M’illumino di meno” di Caterpillar e Rai Radio 2 ha piantato un albero di carrubo, ben poca cosa rispetto a quello che ci sia aspetta da un parco. Ma il progetto, assicurano dal Comune, è ben più articolato. Per l’intervento di riqualificazione della Caserma Ederle con la funzione di nuovo asilo il Comune di Brindisi ha richiesto un importo omnicomprensivo di 2.830.000 euro. A fronte di questo il 17 febbraio scorso con una determina ha affidato la redazione studio di fattibilità tecnico economica dell’intervento di riqualificazione dell’ex Caserma dell’Architetto ad un tecnico esterno, l’architetto Gabriella Verardi, avendo la professionista presentato un preventivo, rispetto ad altri due pervenuti al Comune, ritenuto congruo in relazione alla quantità e tipologia delle prestazioni richieste.
Considerate le condizioni in cui versa la struttura vecchia di un secolo sarà difficile immaginare che si possa recuperare. La caserma, sorta nel 1919, in origine occupava per intero tutto l´isolato, perfettamente rettangolare, delimitata da quattro strade: via Castello, via Cittadella nuova, viale dei Mille e viale della Libertà, anche se quest’ultima all’epoca non esisteva ancora ed era una strada interna alla Marina Militare, cosí come lo era anche l’´attuale Viale dei Mille. La caserma un tempo conteneva anche il palazzo del Presidio Militare. L’intera area, stabile compreso, in origine apparteneva al Demanio dello Stato, ma a febbraio del 2018 la stessa caserma, assieme ad altri 27 beni immobili, è stata definitivamente ceduta al Comune di Brindisi affinchè la potesse valorizzare e le potesse dare una nuova destinazione d’uso.
L’area è molto vasta e comprende, oltre ad un ampio spazio verde, attualmente più simile ad una giungla che il resto, anche diversi caseggiati ormai pericolanti. Proprio a ridosso dell’ingresso, appena superato il cancello, sulla sinistra, c’è una sorta di portineria, anticamente costituiva l’entrata principale. Poi vi sono due piazzali distinti sui quali si affacciano quelli che un tempo erano i depositi delle armi, gli uffici e le stanze dei soldati. Gli ambienti sono fatiscenti, le travi rosicchiate dal tempo sembrano essere sul punto di cedere, i muri sono stati imbrattati dalle scritte dei vandali, per terra cocci di vetro e masserizie di ogni tipo. E’ evidente che in questi anni più di qualcuno sia riuscito ad introdursi all’interno della struttura e a demolirla ancora di più di quanto non abbia fatto il tempo e l’incuria.
Questa per lo meno la fotografia di qualche mese fa, quando l’amministrazione comunale fece i primi sopralluoghi. Oggi di quel piazzale d’armi è rimasto ben poco e la stessa struttura che un tempo ospitava la Caserma è irriconoscibile. Varcato il vecchio cancello ci si ritrova in un ampio spazio dove le piante e piccoli alberelli sono spariti. Il piazzale è stato ripulito e cosparso di brecciolino quel tanto che basta per segnare i percorsi del futuro parco. Inoltre sono stati realizzati dei cordoli in cemento che delimitano le aiuole che al momento ospitano tre alberi. Quello che un tempo era un capannone adibito a giardino d’inverno è stato smantellato, restano in piedi quattro pilastri e le travi nude che fanno da tetto. La vecchia struttura che fungeva da Caserma, al momento, è stata resa inaccessibile. Gli ingressi sono stati murati con dei pannelli. Resta ancora aperta e visibile l’antica portineria che si trova proprio a ridosso dell’ingresso, appena superato il cancello, sulla sinistra. Sulla parte esterna c’è ancora una lastra di marmo che conserva i frammenti di un testo, forse un monito o una dedica. Non è leggibile , perché gran parte delle lettere sono cadute, si sono perse.
Si legge la parola “tenente”, “forza” e “ferito”. Forse si racconta la storia di quella caserma nata nel 1919 e intitolata a Carlo Ederle, maggiore di artiglieria nato a Verona nel 1892 e morto sul Piave nel 1917, medaglia d´oro al valor militare nella prima guerra mondiale. Era la caserma della Sezione di Br. del Deposito Territoriale di Trani, sotto il Comando Militare di Zona di Bari, tutti dipendenti del Comando Territoriale Sud di Napoli. Qui vi erano magazzini di armi, materiali e vestiario per i richiamati in caso di necessità. Ora non sappiamo se questa importante traccia storica sarà preservata. Nel progetto non se ne parla. Nel frattempo sono sparite le vecchie targhe che erano apposte sugli uffici per la rimessa delle armi, targhe che sino a qualche tempo fa riportavano: “Mag. Casermaggio”, “Manutenzione armi”.
Oggi non ci sono più. E man mano che il passato scompare da queste mura per far posto ai nuovi progetti , resta indelebile nella memoria, come pagine di un libro, la storia che più diede lustro a questa Caserma.
I più ricorderanno che la Ederle rappresentò una base strategica di appoggio per una struttura militare ancora più grande e imponente, il cosiddetto “Ammiragliato” datato 1929. Qui nella palazzina alloggiò il Re Vittorio Emanuele III° durante il periodo del suo soggiorno a Brindisi dopo l´8 settembre 1943 durante i mesi in cui Brindisi fu la capitale d´Italia.