Due ex bambine creano un’agenzia per semplificare la vita agli stranieri che investono qui

di Marina Poci

Ci sono due bambine, al rione Bozzano di Brindisi, che hanno frequentato insieme tutti i cicli scolastici: Ilaria Vernai e Lucia Capeto sono amiche sin dalla scuola materna, sono arrivate al liceo linguistico condividendo la passione per le lingue (inglese, francese e spagnolo su tutte) e le culture straniere e sognando di portare le competenze acquisite nei loro studi nel mondo del lavoro che avrebbero svolto da grandi.
Dopo le scuole superiori le loro strade si sono temporaneamente divise: Ilaria ha iniziato a lavorare presso la mensa della Base di Pronto Intervento Umanitario Onu di Brindisi, Lucia è volata in Australia per un’esperienza lavorativa all’estero. Si sono ritrovate al rientro in Italia di Lucia, che nel frattempo si è laureata in Traduzione e Interpretariato all’UniSalento. Ilaria era ancora all’Onu e a titolo di favore cominciava a semplificare la vita dei dipendenti della Base, all’inizio soltanto per la ricerca dell’abitazione, poi affrontando questioni burocratiche via via più complesse. Dopodiché è passata a lavorare in aeroporto, presso una società di autonoleggio, mentre andava avanti negli studi di Lingue e mercati internazionali. Due vite che sembravano prendere la rassicurante piega del posto fisso, sino a quando, da una chiacchierata tra amiche durante il periodo del primo lockdown, è nata la “Problem Solving For Expats”, un’agenzia di servizi per stranieri che si occupa di aiutare chi sceglie di investire in Puglia a districarsi nelle nostre complesse reti burocratiche e a superare le barriere linguistiche: “L’idea è maturata durante la pandemia, anche se il passo di costituirci come una vera e propria agenzia, con l’apertura della partita Iva, l’abbiamo fatto nel 2022. Abbiamo capito che c’è un mercato e ci siamo buttate. All’inizio è stato un secondo lavoro per entrambe, poi abbiamo deciso di lasciare le nostre occupazioni principali per dedicarci a tempo pieno al problem solving. Abbiamo capito che quello che facevamo per amicizia o per arrotondare poteva diventare un sogno lavorativo che si avvera”, racconta Ilaria Vernai, spiegando che il loro incarico inizia quasi sempre con una videochiamata esplorativa e che prevalentemente lavorano da remoto, limitandosi a utilizzare postazioni cittadine di coworking soltanto quando è strettamente necessario.
L’idea è sempre stata quella di semplificare la vita agli stranieri, mettendo a disposizione non soltanto la conoscenza della lingua, ma anche quella delle questioni burocratico-amministrative che, se scoraggiano gli italiani, possono diventare un vero e proprio deterrente per chi non possiede la nostra forma mentis. Gli stranieri, soprattutto gli anglosassoni (che di fatto costituiscono la comunità più folta con cui Ilaria e Lucia si rapportano quotidianamente), non sono abituati alla nostra farraginosa macchina burocratica e questa mancata conoscenza è aggravata dagli oggettivi impedimenti linguistici.
“Si tratta soprattutto di persone molto benestanti che acquistano proprietà nel brindisino, o comunque in Puglia, per venire a vivere qui dopo avere terminato la loro vita lavorativa. Alcuni si stabiliscono definitivamente, altri scelgono di passare da noi qualche mese all’anno. Altri ancora investono in attività economiche, soprattutto in ambito turistico o nella produzione di prodotti tipici delle nostre zone. Soprattutto questi ultimi hanno il grande merito di far girare la nostra economia e di far conoscere le nostre eccellenze enogastronomiche al di fuori dell’Italia, attirando a loro volta altri imprenditori e, quindi, generando un ottimo ritorno economico. Sono persone attratte dalla semplicità e dalla lentezza del nostro mondo, vogliono liberarsi della vita frenetica che hanno condotto per decenni. Una volta arrivate in Italia, però, sono molto spaesate e non sanno da dove cominciare. Noi ci occupiamo del disbrigo delle pratiche di qualunque tipo, soprattutto dei visti e dei permessi di soggiorno (perché in prevalenza queste persone non appartengono alla comunità europea), facciamo la fila negli uffici pubblici in loro compagnia, traduciamo nella loro lingua i contratti di acquisto degli immobili o quelli di locazione, in modo che siano consapevoli degli impegni che sottoscrivono. Spesso capita che chi sceglie di vivere in Italia in modo permanente abbia bisogno di ottenere la cittadinanza italiana e allora li seguiamo anche in quel percorso: magari scopriamo che sono discendenti di persone emigrate nel secolo scorso e in quel caso le cose si semplificano. Ma ci occupiamo anche di sbrogliare questioni più strettamente private: la ricerca del medico più adatto per una visita specialistica, o di una valida collaboratrice domestica, o di un artigiano necessario a risolvere un problema elettrico o idraulico nelle abitazioni”, continua Vernai.
Ma soprattutto, Ilaria e Francesca, cercano di attrarre turismo sul territorio brindisino, sforzandosi di far innamorare della città chi ne ha soltanto sentito parlare e lavorando per farne conoscere le potenzialità e combattere gli stereotipi e i pregiudizi che la avvolgono: “Spesso ci chiedono di cercare delle proprietà in piccoli centri, soprattutto perché, risiedendovi, hanno diritto a degli sgravi fiscali maggiori, dovuti ad un provvedimento che cerca di incentivare il ripopolamento dei piccoli comuni garantendo ai residenti una tassazione più “leggera”. Poi vi sono altri due motivi che li spingono ad allontanarsi dai grossi centri, da non sottovalutare: innanzi tutto, pensano che Brindisi sia una città violenta e non sicura dal punto di vista criminale; inoltre, sono convinti che il costo della vita sia più alto rispetto ai comuni limitrofi. Il nostro compito è smentire questi falsi miti”, afferma Ilaria Vernai. Deve il suo amore per le lingue, Ilaria, alla lungimiranza dei suoi genitori che, sin da quando era adolescente, l’hanno avvicinata a esperienze di conoscenza di culture straniere, consentendole di stare per lunghi periodi fuori dall’Italia (aveva appena sedici anni quando è rimasta per un mese presso una famiglia di Londra ed era più grande soltanto di poco quando, con diverse borse di studio scolastiche, ha vissuto a Siviglia, Salamanca e Valencia).
Le collaborazioni sul territorio sono molteplici (fondazioni, professionisti, agenzie assicurative, turistiche e immobiliari) e di questo vanno orgogliose, come racconta ancora Ilaria Vernai: “Il nostro è un lavoro che crea lavoro. Cerchiamo di coinvolgere il più possibile altre realtà del territorio per lavorare in sinergia e dare a Brindisi un’occasione di riscatto. Sappiamo che la ripresa non può essere una responsabilità dei singoli, siamo consapevoli che serva un programma politico in grado di creare lavoro, ma noi abbiamo deciso di fare la nostra parte. E speriamo che la nostra scelta possa essere di stimolo a tanti nostri coetanei che pensano che, restando a Brindisi, siano costretti a vivacchiare e a rimanere privi di soddisfazioni. Noi potevamo andare via, ne avevamo la possibilità, ma abbiamo optato per restare e dare il nostro contributo alla crescita della città”.
C’erano due bambine, al rione Bozzano di Brindisi, che sognavano di studiare le lingue e girare per il mondo. Adesso ci sono due donne che hanno provato a immaginare una vita oltre il posto fisso, oltre la sede di lavoro fisica e oltre lo stipendio certo, per entrare nel fluttuante e precario mondo delle partite Iva e coltivare la loro passione per le culture estere valorizzando la propria: “Volevamo creare qualcosa che fosse nostro, ci sembrava che le nostre potenzialità non fossero messe bene in risalto nelle attività che svolgevamo. Ogni tanto ci sentiamo delle incoscienti e non possiamo nascondere che il nostro è un lavoro che comporta delle incognite, ma tutti i timori sono superati dall’orgoglio di avere creato, partendo dalla nostra passione di bambine, un servizio che prima di noi nella nostra città non esisteva, o comunque non era ritenuto una vera e propria attività lavorativa. Vorrei che arrivasse ai giovani brindisini un messaggio di speranza e di ottimismo: non abbandonate mai i vostri sogni, noi i nostri li abbiamo trasformati in lavoro”, conclude Vernai.