Il nuovo rettore Pollice: «Costruire un’identità salentina con Brindisi Lecce e Taranto»

Lucia Portolano per il7 Magazine

Ha sconfitto il suo avversario al ballottaggio. Fabio Pollice, professore di Geografia e direttore del Dipartimento di Storia, società e studi sull’uomo, è il nuovo rettore dell’Università del Salento. Dopo 12 anni torna a guidare l’università salentina un docente dei corsi di laurea in studi umanistici. Era l’unico tra i quattro candidati del primo turno, gli altri tre erano tutti espressioni del mondo scientifico. Pollice ha vinto contro Michele Campiti, professore ordinario presso la facoltà di Ingegneria, ritenuto vicino all’area dell’ex rettore Domenico Laforgia. Sarà in carica per sei anni, il suo mandato inizierà il primo novembre prossimo. La sua proposta di un’università intesa come un gateway ( un portale d’ingresso) tecnologico per scongiurare l’isolamento e la marginalità in Italia e all’estero, ha prevalso su tutte. “L’Università deve essere l’elemento di raccordo tra il livello locale e quello globale – c’era scritto nel suo programma elettorale – deve promuovere la reciprocità del trasferimento della conoscenza altrove e, contestualmente, deve sostenere il flusso opposto, divenendo così driver del processo di internazionalizzazione del Salento. Gateway non solo per il territorio locale, bensì per la più ampia regione adriatico-ionica di cui esso è parte”.
Come intende concretizzare questa idea nuova di Università?
“Per ora non ho ancora l’incarico ufficiale, il mio mandato partirà a novembre. Ma c’è tutto il tempo per tessere rapporti e incontrare gli interlocutori con i quali potrò creare le basi per portare avanti il mio progetto. Sto avendo in questi giorni incontri interlocutori con istituzioni e privati per costruire un insieme di relazioni per gettare la base di una progettualità che diventerà operativa a novembre”.
Quale è il suo progetto per l’Università del Salento?
“Si muove su tre le direzioni. La prima riguarda la costruzione di un rapporto con il territorio, con gli interlocutori pubblici e privati che possono definire una rete territoriale di collaborazione, imprescindibile per lo sviluppo dell’università. Quando parlo di territorio intendo Brindisi, Lecce e Taranto. Contestualmente è necessario creare rapporti con gli altri atenei pugliesi e la regione. La seconda direzione è quella di instaurare una proficua interazione con gli atenei del Mezzogiorno. Serve un consolidamento dei rapporti già esistenti, per rafforzare la posizione delle università del sud per una migliore interlocuzione con il governo. Terzo: cercherò di lavorare per una proiezione della nostra università a livello internazionale. Serve proiettare la nostra conoscenza all’estero”.
Quale ritiene essere la priorità nella sua azione?
Ritengo che sia prioritaria un’operazione da svolgere all’interno della nostra università. È necessario trovare una convergenza sul programma e sul futuro dell’Ateneo anche con il mio avversario, sotto molto aspetti mi riconosco in Campiti. Non penso ad accordi, ma a convergenze sui progetti. Deve prevalere l’interesse dell’università. A questo punto è necessaria una ricucitura con le relazioni interne. Nulla mai ci potrà separare se non le idee. Voglio che gli studenti sin da subito abbiamo l’idea che il nuovo rettore vuole unire e non dividere. Dobbiamo essere uniti nell’obiettivo: combattere tutti insieme la scarsa considerazione che si ha dell’accademia nello sviluppo del territorio nazionale”. Altra questione riguarda i colleghi del personale tecnico e amministrativo che meritano tutta la nostra stima, è che al momento sono sottodimensionati. Farò di tutto affinchè lavorino in situazioni più gratificanti”.
L’Università del Salento ha a Brindisi la sede del corso di laurea in Ingegneria Industriale e una laurea magistrale in inglese in Aerospace Engineering (corso interateneo con Bari). Nella sua proposta che spazio ha Brindisi?
“La cittadella della ricerca deve diventare il luogo per il quale era nato, posto di conoscenza e ricerca. E vorrei portare al centro della città, nell’area urbana una significativa attività di ricerca didattica, guardare a Brindisi come una città incentrata sulla cultura. Ritengo che abbia una popolazione molto intelligente e dinamica, capace nel credere all’Università del Salento e non all’università leccese. Per creare così un’identità salentina. Il mio sguardo va anche su Taranto, dove bisogna investire sulla logistica e sulla cultura. Taranto ha una cultura storica tra le più importanti della regione”.
È possibile la istituzioni di nuovi corsi di laurea?
“L’Università del Salento vive un momento di ristrettezze economiche, come tutte le università del sud. La prima cosa da fare è ragionare su una razionalizzazione dell’esistente con l’obiettivo di consolidare quello che abbiamo e rafforzare la nostra presenza sul territorio. Dobbiamo capire quante risorse abbiamo libere per fare altro. Mi hanno dato una grande opportunità, abbiamo la possibilità di cambiare questa università e questo territorio. Sento addosso una grande responsabilità”.
.