Essere riconosciuto come eccellenza del territorio riempie il cuore di gioia ma anche di grandi responsabilità. Per noi deve essere il carburante per realizzare ancora di più e continuare a crescere, ma sempre con quella lealtà e dedizione che hanno caratterizzato il nostro lavoro, sin dal primo giorno”: Giuseppe Lasorella ha solo 36 anni ma parla da imprenditore consumato. Ha appena ritirato dalle mani del sindaco di Latiano, Cosimo Maiorano, un premio prestigioso: quello riservato a chi ha dato lustro al paese, assegnato ogni anno nel corso della “Fera”.
Lasorella ha da tempo spiccato il volo, al timore del gruppo Unibed Materassi, giunto nel giro di pochi anni ai vertici pugliesi del settore. Ma un riconoscimento così importante, nel paese che gli ha dato i natali, lo rende particolarmente orgoglioso: “Si tratta di uno dei premi più importanti che io abbia ricevuto”, spiega, “perché essere considerato un’eccellenza in casa tua ti riempie il cuore di gioia e ti gratifica. Perché sai bene che tutto è partito da lì, dalle stradine di Latiano e dai sogni di un giovane che sperava di realizzare qualcosa di importante”.
Quel ragazzo iniziò l’attività in un piccolo ufficio di Mesagne, vendendo materassi porta a porta. Oggi Unibed è un gruppo strutturato in tutta la regione: sessanta collaboratori, quattro grandi punti vendita in funzione Mesagne, Brindisi, Lecce e Taranto e in dirittura d’arrivo anche a Bari e Matera. Per non farsi mancare nulla, produce anche il caffé “Unica”, che sembra il complemento migliore per un’azienda che realizza materassi che assicurano un sonno piacevole e sereno. Quindi anche un sereno risveglio.
Lasorella, nonostante questi risultati lei ricorda spesso pubblicamente le difficoltà incontrate quando ha iniziato.
“Sì perchè per andare avanti bene non si deve mai dimenticare quello che c’è stato dietro. E allora il mio primo ufficio, condiviso con il mio collaboratore Pierpaolo Carlucci, non aveva neanche i muri di divisione. Per suddividere le stanze usavano lo scotch sul pavimento”.
Poi di strada ne ha fatta, con grandi intuizioni ma anche mettendo su con il trascorrere del tempo una squadra di venditori di grande qualità.
“Io non smetto mai di ringraziare i miei collaboratori perché senza personale di qualità un’azienda non può mai arrivare al top. Noi abbiamo un rapporto diretto con la gente, entriamo in casa, spesso i nostri clienti sono persone anziane. E’ fondamentale che chi viene inviato in quelle abitazioni, prima ancora che vendere i nostri prodotti, dia la percezione dei valori che io ho trasmesso a tutti i miei collaboratori: l’onestà, la lealtà, la trasparenza. Penso che questi siano i marchi più importanti di Unibed, ancor più della qualità dei prodotti che poi vengono venduti.
L’inizio non è stato semplice, ma lei ha ostinatamente portato avanti il suo progetto.
“Nei sogni bisogna crederci, a volte non si riescono a realizzare subito, specialmente se sono ambiziosi. Ma mille chilometri si inizia a percorrerli con un passo. I risultati non arrivano presto, i traguardi si tagliano negli anni, lavorando, scegliendo la gente vera e valida. Il sacrificio premia ma è il duro lavoro che ti porta a essere il numero uno e bisogna pensare sempre da numeri uno, quando lo si vuole diventare e, a maggior ragione, quando lo si è diventati”.
Negli ultimi anni il Gruppo Unibed è riuscito a distinguersi in un mercato sempre più competitivo, grazie alla certezza di poter proporre le soluzioni più adatte, i prodotti più funzionali, duraturi e naturali che si possano offrire per soddisfare qualsiasi esigenza di benessere e comfort di ogni singolo individuo. Il gruppo offre un’ampia gamma di articoli a prezzi competitivi, in grado di garantire un riposo salutare e di migliorare la qualità della vita.
Lasorella, lei appare come un imprenditore navigato ma ha “solo” 36 anni. Per un giovane è ancora difficile affermarsi creando un’azienda propria?
“Quando un giovane inizia qualcosa bisogna accompagnarlo e spingerlo al successo. Purtroppo non è sempre così, anzi a volte accade quasi sempre il contrario. Sa quante volte mi hanno detto, all’inizio, che avevo imboccato una strada sbagliata, che dovevo dedicarmi ad altro? Se invece di seguire i miei sogni e le mie consapevolezze mi fossi affidato a quei consigli ora non ci sarebbe Unibed”.